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Caterina Fazion
pubblicato il 17-05-2023

Screening gratuiti per Hiv, epatite C e sifilide



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Dal 15 al 24 maggio in Europa test gratuiti per la diagnosi precoce delle malattie sessualmente trasmissibili come Hiv, epatite C e sifilide

Screening gratuiti per Hiv, epatite C e sifilide

Al via la settimana europea del Test per la diagnosi precoce delle malattie sessualmente trasmissibili. Dal 15 al 22 maggio l’Europa si mobilita per aumentare l’offerta dei test volti alla diagnosi precoce dell’HIV, delle epatiti virali e di altre Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST).

I VANTAGGI DELLA DIAGNOSI PRECOCE

Promuovere attivamente la diffusione dei test per le infezioni sessualmente trasmesse, arrivando ad una diagnosi precoce, porta con sé innumerevoli vantaggi. Conoscere le proprie condizioni è fondamentale per favorire un rapido accesso alle cure, per preservare il proprio stato di salute e per evitare che queste infezioni possano essere inconsapevolmente trasmesse.

Nel caso dell’HIV le terapie antiretrovirali (ART) possono salvaguardare la vita e la salute delle persone evitando il decorso verso l’AIDS. Inoltre, le terapie permettono di sopprimere in breve tempo la carica virale rendendo il virus non trasmissibile per via sessuale. Se non si è consapevoli di aver contratto l’HIV, al contrario, aumentano notevolmente le occasioni di trasmissione.

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L’ITALIA IN PRIMA LINEA

Inaugurata nel 2013, la Testing Week si tiene in primavera e in autunno coinvolgendo circa cinquanta paesi della regione europea dell’OMS. Nel corso degli anni è arrivata a impegnare fino a 740 organizzazioni: ONG, amministrazioni, servizi sociali e sanitari pubblici e privati, dando vita ad una delle più importanti mobilitazioni internazionali per la salute pubblica.

L’Italia è in prima linea: anche quest'anno la LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) ha aderito all’iniziativa rafforzando l’offerta di test rapidi anonimi e gratuiti per HIV, HCV e sifilide da poter effettuare in otto città italiane (Bari, Cagliari, Como, Firenze, Livorno, Milano, Torino e Trento), per un totale di diciassette date e ben cinquanta ore di impegno volontario. In alcune sedi sarà anche possibile ritirare kit gratuiti per il self test, allo scopo di promuovere anche questa opportunità di diagnosi precoce.

Per raggiungere persone che non si rivolgerebbero a strutture tradizionali, gravati, talvolta, da troppe barriere (richieste di documenti o prescrizioni, minore età, orari non flessibili), diventa fondamentale l’offerta di test da parte di ONG e Community in contesti non sanitari. Oltre ai servizi di testing presso sedi, territori e luoghi d’incontro, la LILA mette a disposizioni da alcuni anni anche un servizio di supporto da remoto per chi voglia acquistare un auto-test disponibile nelle farmacie e farlo nella propria casa o in altro luogo privato. 

L’HIV IN EUROPEA

I numeri disponibili sulle infezioni sessualmente trasmesse avvalorano l'importanza della diffusione degli screening per arrivare a diagnosi precoci. Secondo l’ultima stima fornita da EuroTEST, infatti, nella regione europea dell’OMS vivono circa due milioni e trecentomila persone con HIV. Tra queste, almeno una su cinque non sa di aver contratto il virus. L’esistenza di una così consistente fascia di sommerso, fonte principale dei nuovi casi d’infezione si deve a una diffusa inconsapevolezza, legata alla scarsa opera di prevenzione e a percezioni del rischio errate.

Anche le diagnosi tardive rappresentano un’altra grave conseguenza dello scarso ricorso al test. In Europa, oltre la metà delle nuove diagnosi avviene quando le persone sono già in AIDS o prossime a questa condizione. In Italia questa percentuale arriva a superare il 63% e vista la disponibilità delle grandi opportunità terapeutiche si tratta di un fenomeno difficile da tollerare. 

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LA STRATEGIA CONTRO L'AIDS

Le testing week contribuiscono in modo determinante al percorso per centrare gli obiettivi ONU di sviluppo sostenibile (SDGs) che prevedono la fine dell’AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030: dopo il crollo del ricorso ai test, seguito alla pandemia da COVID, recuperare il tempo perso è più urgente che mai. Per essere in linea con questo obiettivo, ONU e UNAIDS (il programma delle Nazioni Unite per l'HIV e l'AIDS) indicano tappe e target intermedi. Tra questi quello “95-95-95”, da raggiungere entro il 2025; gli Stati Membri devono cioè impegnarsi a rendere consapevole del proprio stato sierologico almeno il 95% delle persone con HIV, garantire a questo 95% l’accesso alle cure e far sì che il 95% di tutte le persone in ART raggiunga la soppressione virologica, dunque una condizione di non infettività. L’Italia è attualmente già in linea con il secondo e terzo “95” mentre resta in affanno sul primo, quello connesso proprio alla promozione del test e all’emersione del sommerso.

L’EPATITE C IN EUROPA

Analogo discorso riguarda le epatiti virali, causa di gravi patologie epatiche. L’epatite C (HCV), secondo stime fornite da EuroTEST, colpisce circa quattordici milioni di europei, ma con una quota di diagnosi che non supera il 4,6%. Gran parte delle persone colpite non accede alle cure che permetterebbero una guarigione totale. Largamente non diagnosticata, è anche l’epatite B (HBV) che, secondo le stesse stime, colpisce quindici milioni di persone in Europa. I trattamenti esistenti permettono di convivere al meglio con questa infezione, che può anche essere prevenuta con un vaccino.

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UN ESEMPIO POSITIVO

Per l’Italia c’è una bella notizia: per eliminare ed eradicare il virus dell'epatite C (HCV), è stato stanziato un finanziamento di oltre 71,5 milioni di euro per procedere allo screening gratuito del virus HCV, come stabilito dal decreto legge 162 del 30 dicembre 2019. Lo screening è destinato alla popolazione nata tra il 1969 e il 1989 e ai soggetti più a rischio, tossicodipendenti e detenuti. Circa 5 persone su 1000 che eseguono il test risultano positive al virus dell’epatite C. Queste persone saranno contattate per effettuare ulteriori accertamenti e trattamenti altamente efficaci e praticamente privi di effetti collaterali. L'applicazione dello screening è un’importante risorsa che andrebbe sfruttata al meglio per permettere all’Italia di incamminarsi verso il raggiungimento dell’eliminazione dell’HCV.

 

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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