Il messaggio arriva dalle associazioni di donatori alla vigilia della Giornata Mondiale. Durante l’estate i cali più significativi. Importante mobilitare i più giovani
È un gesto che salva la vita e che, a differenza delle altre terapie, non ha alcun costo: né per le casse dello Stato né per chi ne usufruisce. La donazione di sangue va riconosciuta come «una procedura solidaristica con finalità terapeutica», dal momento che il sangue non è riproducibile in laboratorio ed è spesso ciò che occorre in prima battuta nelle sale operatorie e nei pronti soccorsi.
L’allarme scatta soprattutto in estate
DONATORI POCO FEDELI
Durante lo scorso anno, stando ai dati forniti dal Centro Nazionale Sangue, i donatori attivi sono stati oltre 1,7 milioni. Totale delle donazioni effettuate: più di 3,1 milioni. Numeri che hanno permesso, per il terzo anno consecutivo, di raggiungere l’autosufficienza, sebbene alcune regioni - in particolare la Sardegna, dove si registra il maggior numero di talassemici - debbano spesso affidarsi ai comportamenti più virtuosi di altre (nel 2015 primeggia il Friuli Venezia Giulia).
A sottoporsi al nobile gesto sono stati quasi sempre donatori periodici (83%), mentre la quota restante - invariata rispetto agli anni precedenti - era costituita da nuovi donatori. «Il problema è che tra questi, però, in pochi ritornano - ragiona Simonetta Pupella, direttore dell’area sanitaria e dei sistemi ispettivi del Centro Nazionale Sangue -. L’obiettivo è irrobustire la quota di donatori con età compresa tra 18 e 25 anni e fidelizzarli, così da poter contare su di loro per diversi anni». Il messaggio arriva alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla donazione del sangue, fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 14 giugno.
Ecco perché è importante che donino anche gli extracomunitari
MILANO RECLAMA SANGUE
Se l’Italia, a livello generale, sta mantenendo una produzione costante, nei primi mesi del 2015 a Milano s’è registrata una flessione nel numero dei donatori. Tra gennaio e maggio sono state ottocento in meno le donazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Un dato spiegabile attraverso diverse ragioni: dal tendenziale invecchiamento dei donatori, non supportato da un incremento dei giovani, all’instabilità che è alla base dei frequenti spostamenti della popolazione. Inoltre, stando a quanto riferito da Augusto Federici, primario dell’unità operativa di ematologia e medicina trasfusionale dell’ospedale Luigi Sacco, «molti di essi si sono presentati in condizioni non ottimali. Il 60% era in sovrappeso, una condizione che si riflette sulla qualità del bene donato. Un sangue troppo ricco di grassi può risultare inidoneo alla donazione ed essere utile soltanto per la lavorazione industriale».
Chi può donare il sangue e come
ITALIA FANALINO DI CODA
La classifica dei paesi europei dove le donazioni sono più frequenti vede in testa l'Austria, con il 66% della popolazione, seguita da Francia (52%), Grecia e Cipro (51%). Fanalino di coda sono invece Svezia (30%), Malta (29%), Polonia (25%), Italia (23%) e Portogallo (22%). Una constatazione che ha portato le associazioni di donatori milanesi a rivolgersi anche ai quasi cinque milioni di stranieri che vivono lungo la Penisola. «Donare, in questo caso, significa essere testimoni di un grande gesto di integrazione», afferma Giuseppe Banfi, docente di biochimica clinica all’Università San Raffaele di Milano. C’è chi il messaggio lo ha già recepito da tempo. È il caso della filippina Santisima Teresita Acuna, insignita dal Comune di Milano - assieme ad altri otto donatori - del premio “Goccia d’Oro” «per il proficuo impegno nella diffusione della cultura della donazione di sangue nell’ambito della comunità filippina».
Donazione di sangue: l’Italia tiene, ma servono più giovani
I VANTAGGI PER CHI DONA
Il donatore volontario è controllato periodicamente, prima e dopo la donazione. Lo screening medico che precede la donazione consiste in una valutazione clinica generale del donatore. Al momento della donazione poi, sia di sangue intero sia di plasma, vengono prelevati ulteriori campioni di sangue per analizzarne lo stato di salute attraverso la valutazione di tutti quei valori di base (livelli di transaminasi, ferro, trigliceridi) richiesti dal medico di famiglia nelle normali analisi del sangue. «Chi dona ha la possibilità di sottoporsi a un check-up gratuito e di aiutare chi non ha alternativa a una trasfusione», sensibilizza Tommasina Iorno, presidente dell’Associazione Talassemici Drepanocitici Lombardi. «Riponiamo fiducia nella ricerca sulla terapia genica, ma al momento il nostro destino è legato alla scelta di donare il sangue».
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).