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Daniele Banfi
pubblicato il 14-06-2013

Perché è importante il sangue extracomunitario



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Non tutto il sangue è uguale e quello di etnie diverse dalla nostra non sempre è compatibile. Perciò è necessario che i cittadini stranieri che vivono stabilmente in Italia siano generosi nella donazione di sangue

Perché è importante il sangue extracomunitario

Il sangue è un bene prezioso, quando è raro lo è ancor di più. Purtroppo però, a differenza del milione e 690 mila donatori italiani che riescono a garantire il fabbisogno annuale di sangue, sono ancora troppo scarsi i donatori di quello raro. Una situazione che, con il passare del tempo e l’accrescersi dei fenomeni migratori, potrebbe cominciare a diventare problematica. Ecco perché, oggi più che mai, è sempre più pressante la necessità di incentivare alla donazione anche gli stranieri.

I GRUPPI SANGUIGNI

A differenza di quanto si possa pensare i gruppi sanguigni sono molto numerosi. Sulla superficie dei globuli rossi si trovano molecole, denominate antigeni, trasmessi geneticamente e dei attualmente classificati in oltre 700 tipi, raggruppati in sistemi. I sistemi più noti sono il sistema AB0, suddiviso nei gruppi A, B, AB 0 e il sistema Rh distinto in positivo/negativo. Per una corretta trasfusione, è fondamentale conoscere la combinazione di questi sistemi.

SANGUE RARO

Ma proprio perché sulla superficie dei globuli rossi sono presenti più di 700 diversi antigeni la preparazione di una trasfusione potrebbe non essere  così semplice. Esistono infatti delle persone che possiedono una combinazione di antigeni non comune. «E’ questo il caso del sangue raro, ovvero una situazione in cui la particolare combinazione di antigeni presenti sui globuli rossi è presente in meno di una persona su mille. La disponibilità di sangue raro sempre è necessario per la cura di quei pazienti che hanno sviluppato particolari combinazioni di anticorpi incompatibili con le principali tipologie di sangue» spiega il dottor Silvano Rossini -Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Niguarda di Milano.

DIVERSA ETNIA

Nelle società multietniche il numero di persone in possesso di gruppi sanguigni rari è molto elevato. Nel nostro paese alcune di queste popolazioni sono caratterizzate dall’assenza di fenotipi ad alta incidenza o da specifiche combinazioni di antigeni che invece sono ben rappresentati nella popolazione di donatori di  sangue caucasici. «Queste persone sono ad elevato rischio di immunizzazione post-trasfusionale quando ricevono sangue proveniente da individui di un'altra etnia. Non è una situazione di per sé pericolosa per la vita ma in alcuni casi risulta problematica. Il corpo infatti può produrre anticorpi diretti contro gli antigeni posti sui globuli rossi del donatore» spiega Rossini. Ad esempio gli afroamericani, affetti da falcemia, trasfusi con sangue di donatori di origine europea, sono le persone più pesantemente immunizzate al mondo. Trovare del sangue compatibile diventa spesso una  difficile impresa fino all’impossibilità di offrire una adeguata terapia trasfusionale.

BANCHE DEDICATE

Ecco perché, alla luce di queste evidenze, è importante avere a disposizione delle banche di sangue raro da utilizzare in questi casi. «Per fare ciò è necessario tipizzare il sangue in maniera approfondita. Gli individui che risultano possedere sangue raro vengono inseriti in speciali registri e il materiale biologico conservato in banche apposite» conclude Rossini. Ma per aumentare sempre di più la probabilità di trovare sangue compatibile va infatti incentivata la donazione da parte degli stranieri. Una situazione ancora lontana dal realizzarsi. In Italia infatti solo il 2,4% dei nostri donatori proviene da altre nazioni.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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