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Cardiologia
Caterina Fazion
pubblicato il 17-10-2024

Cosa allontana le donne dalla donazione di sangue?



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Le donne over 30 in Italia donano meno rispetto alle loro coetanee europee. L’indagine “Globuli Rosa” del Centro Nazionale Sangue spiega le cause e incentiva la ricerca di soluzioni

Cosa allontana le donne dalla donazione di sangue?

Le responsabilità familiari e gli impegni quotidiani costituiscono un equilibrio difficile da gestire per le donne italiane, in particolare per quelle sopra i 30 anni, che trovano poco tempo per donare il sangue. Questa situazione emerge chiaramente dall’indagine “Globuli Rosa”, commissionata dal Centro Nazionale Sangue che ha analizzato le ragioni che portano le italiane a donare meno rispetto alle donne di altri paesi europei.

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L’INDAGINE "GLOBULI ROSA"

L’indagine qualitativa “Globuli Rosa”, svoltasi tra maggio e luglio 2024 nell’ambito della campagna del Ministero della Salute “Dona vita, dona sangue”, mira a identificare le barriere che portano le donne over 30 in Italia a donare meno rispetto alle loro coetanee europee. L'obiettivo è quello di studiare soluzioni per incentivare la partecipazione perché la donazione diventi una pratica comune.

L’iniziativa è stata condotta attraverso la realizzazione da parte di Doxa di focus group composti da non donatrici ed ex donatrici, suddivisi in fasce di età (30-45 anni e 46-55 anni), e da una survey online. Quest'ultima ha raccolto opinioni ed esperienze personali di 3.947 donne over 30 riguardo alla donazione di sangue, con l'intento di instaurare un dialogo diretto e un ascolto attivo delle intervistate, al fine di comprendere a fondo le motivazioni alla base della loro mancata donazione.

 

TROPPI IMPEGNI

I focus group rivelano che, nonostante la donazione di sangue sia percepita come un gesto altruistico e generoso, questa pratica fatica a trovare spazio nella routine delle donne over 30. Essendo al centro delle dinamiche familiari e spesso responsabili della cura della casa, dei figli e degli anziani, le partecipanti all'indagine indicano tra le principali motivazioni alla base della loro mancata donazione la moltitudine di impegni e responsabilità a cui devono far fronte, insieme alla conseguente mancanza di tempo. Sentendosi sovraccariche di "doveri", le donne faticano a considerare la donazione come una priorità.

In questo contesto, donare sangue è percepito come un gesto complesso su più livelli: il percorso da seguire non è ben definito, e non riesce a trovare spazio nel “cuore”, poiché l'impegno emotivo è già rivolto alla famiglia; nella “mente”, dove genera ulteriore disordine e fatica; e nella “vita”, rendendo difficile collocarlo tra i numerosi impegni quotidiani. Inoltre, la mancanza di supporto fa sentire le donne socialmente sole, una condizione che appare profondamente diversa rispetto ad altre realtà europee. Infatti, un lavoro precario e la mancanza di un adeguato sistema di welfare costringono le donne a evitare ulteriori assenze, preferendo utilizzare permessi e ferie per esigenze familiari e personali piuttosto che per iniziative sociali.

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ALTRI OSTACOLI ALLA DONAZIONE

La mancanza di tempo è un tema ricorrente che emerge con forza anche nella seconda indagine qualitativa, relativa alla compilazione della survey. Grazie alle numerose testimonianze raccolte (1.446 donatrici, 1.615 non donatrici e 886 ex donatrici), si conferma che la mancanza di tempo rappresenta il principale ostacolo alla donazione (36,8%). Oltre a questo, emergono altre tematiche significative, come la gravidanza e l’allattamento, che vengono identificati come momenti critici in cui le donne interrompono le donazioni di sangue e incontrano difficoltà a riprenderle successivamente (18,5%).

In aggiunta, problemi di salute, sia reali sia percepiti, sono frequentemente citati come motivazioni che ostacolano questa pratica (14,5%): molte donne in Italia ritengono di non avere i requisiti per donare, nonostante il loro eccellente stato di salute rispetto ad altri paesi europei. La scarsa informazione (13,6%) contribuisce ad alimentare convinzioni errate e pregiudizi che frenano l’incentivo alla donazione. Infine, ma non per importanza, si segnalano la mancanza di informazioni adeguate (13,6%), le paure e le preoccupazioni (7,7%) e la percezione negativa del sistema sanitario (2,8%), alimentata da esperienze passate.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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