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Alimentazione
Vera Martinella
pubblicato il 18-05-2011

Diminuisce il consumo di alcolici, ma preoccupano le cattive abitudini dei giovani



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In occasione della Giornata della prevenzione resi noti i dati dell'Istituto Superiore di Sanità: giovanissimi e anziani sono le fasce più a rischio per l'uso di alcolici e superalcolici

Diminuisce il consumo di alcolici, ma preoccupano le cattive abitudini dei giovani
N.B. Le conoscenze della comunità scientifica sull’alcol sono andate evolvendosi.
I contenuti di questo articolo sono in parte superati sul piano scientifico.
Ciò che oggi sappiamo del consumo di alcol è questo:
 
 
In occasione della Giornata della prevenzione resi noti i dati dell’Istituto superiore di sanità: giovanissimi e anziani sono le fasce più a rischio per l’uso scorretto (fuori dai pasti) o eccessivo di alcolici e  superalcolici

Il consumo di alcol nel nostro Paese è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 mesi ed è diminuito rispetto alle statistiche degli anni precedenti. Cresce però, purtroppo, l’abitudine a bere fuori pasto e a ubriacarsi fra donne e teenager. In particolare, anche se sono sempre gli uomini i maggiori bevitori, l’incremento più significativo di alcolici fuori pasto riguarda le consumatrici 25-44enni, che in 10 anni sono quasi raddoppiate (più 45,2 per cento). A preoccupare, poi, nonostante la diminuzione registrata rispetto alle rilevazioni precedenti, è la situazione degli anziani: in Italia, infatti, in media un maschio su due oltre i 65 anni non segue un modello di consumo moderato ed eccede durante o fuori dai pasti. A illustrare il rapporto fra italiani e bevande alcoliche è l’Istituto Superiore di Sanità (sulla base dei dati Istat http://www.iss.it/binary/publ/cont/11_4_web.pdf) durante l’Alcohol Prevention day http://www.epicentro.iss.it/alcol, giunto alla sua decima edizione.

BUONE NOTIZIE E BUONI PRINCIPI - Nel 2010 il 65,7 per cento della popolazione over 11 ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno, in diminuzione rispetto al 2009 (68,5 per cento). E anche la quota di adulti che bevono alcolici, stabile intorno al 70 per cento negli ultimi 10 anni, nel 2010 è scesa al 67,6 per cento. Inoltre, gli italiani sono fra i più moderati in Europa (http://www.fondazioneveronesi.it/) A essere messo in discussione, insomma, non è l’uso di bevande alcoliche, ma il loro abuso. Un calice di vino o birra durante i pasti non è proibito, anzi: è scientificamente dimostrato che alcune sostanze contenute nel vino proteggano cuore e cervello da diverse malattie. La buona regola di consumarne uno o due bicchieri a pranzo resta valida.(NB: si veda l'aggiornamento all'inizio dell'articolo) Altra cosa sono il consumo a digiuno e quello di supercolici e l’eccessivo uso di bevande alcoliche di ogni genere, soprattutto nei giovanissimi che hanno fra l’altro un metabolismo non ancora completamente sviluppato per cui il loro apparato digerente non riesce a “smaltire” l’alcol che risulta così  più tossico.

CATTIVE ABITUDINI DA EVITARE – Se il vino resta l’alcolico preferito (lo beve il 53,3 per cento degli over 11 anni), seguito dalla birra (45,9), cresce la diffusione di aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori (39,9). Secondo il rapporto Istat, però, diminuisce in Italia il numero di quanti consumano solo vino e birra e crescono le fila degli amanti di aperitivi, amari e superalcolici. Questi cambiamenti riguardano soprattutto i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti di 25-44 anni. A preoccupare di più gli esperti sono le pessime abitudine che prendono piede fra i giovanissimi e soprattutto fra le ragazzine: consumo fuori pasto (specie di superalcolici), aperitivi, shots e binge drinking (consumo di più alcolici in un breve lasso di tempo, fino all’ubriacatura) sono in costante aumento. In particolare, tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella registrate per tutte le classi di età esaminate.

 

Vera Martinella
Vera Martinella

Laureata in Storia, dopo un master in comunicazione, inizia a lavorare come giornalista, online ancor prima che su carta. Dal 2003 cura Sportello Cancro, sezione dedicata all'oncologia sul sito del Corriere della Sera, nata quello stesso anno in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi.


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