Sono queste le percentuali emerse da una ricerca americana che più o meno ricalca la nostra situazione. Le ragazzine colpite il doppio e più gravemente
Gli adolescenti, questi sconosciuti. Spesso incompresi. Anche dai medici. E’ il caso quando si tratta addirittura di tumori (basta seguire i perché della nostra campagna “Gold for Kids” per l’oncologia pediatrica - e giovanile), è il caso quando si tratta di disturbi dell’umore e d’ansia. La patria delle statistiche, gli Stati Uniti, ci invia i dati emersi da una sua indagine su oltre diecimila teenagers (alla lettera dai 13 ai 19 anni) dove si scopre che solo il 60 per cento dei ragazzi che soffrono di una depressione maggiore riceve una terapia e pure che appena un terzo di loro ha ricevuto la cura da uno specialista dei disturbi mentali.
Ma bambini e adolescenti sono più felici degli adulti
IL PESO DI ESSER RAGAZZA
Dice anche che età e sesso fanno una notevole differenza: la depressione maggiore è più presente negli adolescenti più grandi e colpisce 2-3 volte più le ragazze che i maschi. E non basta: le colpisce in forme maggiormente severe. La ricerca è stata svolta dal National Institute of Mental Health e al professor Giuseppe Maina, direttore della Clinica psichiatrica universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) che ha una particolare “frequentazione” di pazienti giovanissimi, chiediamo se possono valere anche per l’Italia le cifre americane. O disponiamo di nostre statistiche? «No – sorride Maina -, se non la ricerca “Prisma” che però ha preso in esame ragazzi tra 10 e 14 anni. Lì risulta che il 5 per cento soffre di disturbi dell’umore e d’ansia. La ricerca Usa, trattando giovani di maggiore età, parla di un 10-11 per cento, dunque questa cifra risulta credibile anche per noi».
I PRIMI SINTOMI PRECOCI
E’ credibile anche in base all’esperienza negli ambulatori psichiatrici: «Noi psichiatri vediamo soprattutto i malati adulti, ma molto spesso scopriamo che i primi sintomi si erano rivelati nell’adolescenza e nessuno li aveva presi in cura», commenta il professor Maina. «Inoltre negli ultimi anni sempre più accade che i neuropsichiatri infantili si rivolgano a noi per loro pazienti adolescenti. Come età toccherebbero a loro i giovani dalla nascita ai 18 anni, ma se per esempio devono ricoverare un ragazzo di 15-16 anni, che fanno? Lo ricoverano tra i bambini? E il problema c’è. Un problema di grave sottovalutazione». Un problema di cui dobbiamo preoccuparci tutti, dice lo psichiatra, clinici e cittadini. Una volta tanto non vengono messi in croce per primi i genitori. «No, madri e padri risultano più sensibilizzati di anni fa, e anche la scuola ha fatto grandi passi in avanti – nota Giuseppe Maina. – La prima cultura da migliorare è quella dei medici, in particolare del medico di famiglia. Perché se un genitore nota qualcosa che non va nel figlio, che fa? Lo porta dal medico, ma se questi dice che non è niente…».
Troppo lavoro raddoppia il rischio di ammalarsi di depressione
IDEE ESTREME E CURE
Un “niente” che nello studio americano porta il 30 per cento degli adolescenti depressi a pensare al suicidio e un 10 per cento a tentarlo. Cifre molto allarmanti. E le cure? «Si possono impiegare alcuni degli antidepressivi per gli adulti. Inoltre possono essere utili le psicoterapie, anche per monitorare la situazione. E, attenzione, fa parte essenziale della cura anche il tenersi lontani dalle droghe. Il ricorso all’alcool (specie i superalcolici) e alla cannabis sono in grande aumento tra i giovanissimi. Capita che il ragazzo angosciato vi ricorra per trovare un sollievo, ma dopo le cose peggiorano». E lei è d'accordo nel considerare certe droghe "leggere", la cannabis per esempio? «Ma la cannabis che circola adesso è concentratissima. Fa da detonatore a una situazione fragile. Altro che leggera: una vera bomba!».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.