Chiudi
Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 28-04-2025

Tumore del colon giovanile: una tossina tra le possibili cause?



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Nelle forme ad esordio precoce è stata rilevata una precisa "firma molecolare" dovuta all'azione della colibactina. I risultati pubblicati su Nature

Tumore del colon giovanile: una tossina tra le possibili cause?

L'incremento nel numero di tumori del colon-retto ad esordio precoce potrebbe essere dovuto alla colibactina, una tossina prodotta da una particolare popolazione di microrganismi appartenenti ad alcuni ceppi di Escherichia coli. A rivelarlo è un importante studio pubblicato sulle pagine della rivista Nature: l'analisi ha mostrato che nelle persone con tumore al colon giovanile sono presenti dei danni al Dna causati in maniera specifica dalla tossina. Mutazioni molto più frequenti in questi casi rispetto a quelli di tumore del colon-retto ad esordio tardivo.

IL TUMORE DEL COLON AD ESORDIO GIOVANILE

Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie più comuni al mondo. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 48 mila nuovi casi. La maggior parte delle nuove diagnosi si verifica nella popolazione sopra i 50 anni. Tuttavia negli ultimi due decenni si sta osservando un nuovo fenomeno, ovvero l’aumento dei casi tra i giovani adulti. Ecco perché gli scienziati sono al lavoro nel tentativo di comprendere le ragioni di questi nuovi casi ad esordio precoce.

IL RUOLO DEL MICROBIOTA

Da tempo diversi studi sembrano indicare in uno squilibrio del microbiota -l'insieme dei microrganismi che popolano il tratto digerente- il possibile fattore scatenante. In particolare negli ultimi anni è emerso il ruolo chiave della colibactina -una tossina prodotta da alcuni ceppi di Escherichia coli- nel modificare il Dna delle cellule intestinali. La presenza di colibactina, dunque, sembrerebbe predisporre gli individui a sviluppare il tumore. Proprio lo scorso anno, come abbiamo raccontato in questo nostro approfondimento, uno studio pubblicato su Nature aveva decodificato il meccanismo con cui la tossina agisce a livello delle cellule epiteliali della mucosa intestinale. Un'analisi importante che ha posto le basi a possibili nuove strategie per neutralizzare la tossina.

LA COLIBACTINA LASCIA IL SEGNO

Ma lo studio pubblicato ora sempre sulla rivista Nature, ad opera dei ricercatori della University of California San Diego, aggiunge delle importanti novità. Analizzando il profilo genetico di 981 tumori del colon-retto provenienti da 11 Paesi, i ricercatori hanno identificato una firma mutazionale precisa attribuibile all’azione della colibactina. Questa firma è risultata oltre tre volte più frequente nei pazienti sotto i 40 anni rispetto a quelli con diagnosi dopo i 70 e tende a comparire già nei primi anni di vita, suggerendo che l’esposizione alla tossina possa avvenire durante l’infanzia. In altre parole, batteri produttori di colibactina potrebbero colonizzare silenziosamente l’intestino dei bambini, innescando modifiche molecolari che predispongono al cancro molti anni prima della comparsa dei sintomi.

PROSPETTIVE FUTURE

La scoperta apre ora a nuovi interrogativi: come vengono esposti i bambini a batteri produttori di colibactina? Cosa si può fare per prevenire o limitare tale esposizione? Alcuni ambienti, diete o stili di vita favoriscono la produzione della tossina? È possibile sapere se si hanno già mutazioni legate alla colibactina? Se confermato da ulteriori studi, il ruolo della colibactina aprirebbe la strada a nuove strategie preventive, tra cui test molecolari fecali per rilevare la firma mutazionale nei soggetti a rischio, oppure l’uso di probiotici selezionati e molecole anti-adesione per ostacolare l’interazione tra batteri patogeni e mucosa intestinale. 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


In evidenza

Torna a inizio pagina