Sempre più spesso i bambini fanno i conti con queste due infestazioni parassitarie della cute che provocano fastidiosi pruriti

Sono il cruccio soprattutto delle mamme che lavorano. Le malattie infettive in età pediatrica circolano spesso nelle comunità scolastiche e, quando colpiscono il proprio bambino, costringono uno dei due genitori a fare i salti mortali per incastonare gli impegni professionali con i doveri della vita privata. Il primo pensiero, soprattutto in questo periodo dell’anno, vola all’influenza. Ma il problema non si limita all’influenza.
PEDICULOSI: COME SI TRASMETTE?
Se quest’ultima è temuta per i chiari motivi di organizzazione della vita professionale e familiare, la pediculosi - infestazione parassitaria che colpisce principalmente il cuoio capelluto - spaventa perché appare più difficile da curare. «Spesso asintomatica, si trasmette soltanto per contatto diretto e prolungato tra la testa di un bambino e l’altra, solitamente di un coetaneo, già infetta - afferma Susanna Esposito, direttore dell’unità di Pediatria ad alta intensità di cura dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente della società italiana di infettivologia pediatrica -. L’infestazione può provocare prurito intenso, lesioni da grattamento e un aumento delle infezioni batteriche». Il periodo di incubazione è caratterizzato dallo schiudersi delle larve del pidocchio che avviene 6-10 giorni dopo la deposizione delle uova, ma il soggetto rimane contagioso fino a quando continua a ospitare pidocchi o lendini vitali: periodo che di norma dura all’incirca un mese.
COME INTERVENIRE?
Effettuata un’accurata ispezione del cuoio capelluto, occorre utilizzare prodotti a base di piretrina, da lasciar agire per dieci minuti prima di risciacquare con acqua. Il trattamento va ripetuto a distanza di una settimana, nel frattempo vanno disinfettati gli abiti e le lenzuola utilizzati dal bambino.
SE LA PELLE PROVOCA PRURITO
Quando se ne parla, molti la considerano una malattia ormai storica. Così non è però, se l’incidenza è cresciuta negli ultimi anni e la scabbia - altra parassitosi causata dal contatto diretto con una cute infetta - rimane una delle malattie cutanee più diffuse tra i bambini. La società multietnica ha favorito la comparsa anche di malattie non tipiche del nostro Paese e la loro diffusione nelle comunità scolastiche. «Nel caso dei bambini stranieri che frequentano le scuole italiane - sottolinea Esposito - è necessario fare in modo che, prima dell’ingresso in una comunità, effettuino dei controlli sanitari per identificare e curare malattie come pediculosi, scabbia, parassitosi e quelle più gravi come la tubercolosi, evitando che siano trasmesse ad altri».
Tubercolosi: preoccupano le co-infezioni con Hiv
SCABBIA: COME SI MANIFESTA?
Nei bambini al di sotto dei due anni, la scabbia si manifesta spesso con vescicole localizzate sulla testa, sul collo, sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi. Nei bambini più grandi e negli adulti vengono colpite in modo particolare le pieghe interdigitali, la zona dei polsi, gomiti e le pieghe ascellari. Per curare l’infestazione è necessario applicare una crema per uccidere gli acari sulla pelle di tutto il corpo, e non solo sull’area che presenta l’eruzione. L’applicazione deve durare 8-10 ore e va ripetuta dopo una settimana.

Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).