L’ISS fotografa i primi mille giorni di vita del bambino. Le “buone pratiche” sono diffuse, ma risulta alta l’esposizione al fumo passivo e agli schermi dei device
Per garantire una vita sana al nascituro è fondamentale adottare comportamenti corretti durante i primi mille giorni di vita del bambino. I genitori italiani sono promossi o bocciati nei confronti di fumo, alcol, sicurezza in casa o in auto e vaccinazioni?
Secondo i risultati del Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’ISS, la maggior parte dei genitori mette in atto “buone pratiche”, ma risulta alta l’esposizione al fumo passivo e agli schermi dei device.
L’INDAGINE
Investire nei primi mesi di vita dei bambini, fin dal periodo della gravidanza, significa favorire ricadute positive in termini di salute, di sviluppo di competenze cognitive e sociali e di accesso a percorsi educativi e professionali lungo tutta la vita, non solo del singolo ma dell’intera comunità. La finalità della Sorveglianza è proprio quella di raccogliere informazioni su alcuni determinanti di salute del bambino durante i primi mille giorni di vita, da prima del concepimento ai 2 anni, per produrre indicatori a livello regionale o aziendale, richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e/o dai Piani Nazionali e Regionali della Prevenzione, che consentano confronti territoriali e intertemporali.
Inoltre, la Sorveglianza prevede la diffusione di materiale informativo multilingue sui determinanti indagati, come la brochure per i genitori consegnata alla mamma dopo la compilazione del questionario e i poster distribuiti ai Centri Vaccinali e i Pediatri di Libera Scelta.
Cosa è emerso da questa seconda edizione della Sorveglianza che ha coinvolto complessivamente oltre 35.000 mamme di bambini fino a 2 anni di età, intervistate utilizzando un questionario anonimo autocompilato presso i Centri Vaccinali tra giugno e ottobre 2022? Scopriamo i dati della Sorveglianza diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità.
L’ASSUNZIONE DI ACIDO FOLICO
L’assunzione quotidiana di 0,4 mg di acido folico (vitamina B9) da quando la coppia comincia a pensare a una gravidanza fino alla fine del terzo mese di gestazione, protegge il bambino da alcune gravi malformazioni congenite. Le mamme italiane seguono questa raccomandazione?
Secondo la Sorveglianza la quota di mamme che ha assunto acido folico in occasione della gravidanza supera il 90%, ma meno di un terzo di esse (32,1%) lo ha fatto in maniera appropriata per la prevenzione delle malformazioni congenite, con una variabilità regionale compresa tra il 21,4% e il 42,5%.
L’ESPOSIZIONE AL FUMO PASSIVO
Fumare in gravidanza aumenta il rischio di basso peso alla nascita, prematurità, mortalità perinatale. I bambini esposti a fumo passivo hanno un rischio maggiore di malattie delle basse vie respiratorie e di episodi di asma. Dai risultati della Sorveglianza emerge che il 6,4% delle mamme ha dichiarato di aver fumato in gravidanza con un range compreso tra il 2,9% e il 10,3%.
Ha dichiarato invece di fumare in allattamento l’8,7% delle mamme (range: 4,9% - 13,9%). La percentuale di bambini potenzialmente esposti al fumo passivo, a causa della presenza di almeno un genitore e/o altra persona convivente fumatrice, varia dal 27,4% al 46,6%, con valori tendenzialmente più elevati nelle regioni del Sud.
IL CONSUMO DI ALCOL
L’assunzione di alcol in gravidanza e in allattamento può associarsi a spettro dei disordini feto-alcolici (FASD), aborto spontaneo, parto pretermine, basso peso alla nascita, sindrome della morte improvvisa in culla (SIDS), malformazioni congenite, difficoltà cognitive e relazionali. La grande maggioranza delle mamme è promossa non avendo assunto bevande alcoliche in gravidanza, il 18,6% ha invece dichiarato di aver consumato bevande alcoliche almeno 1-2 volte al mese e il 3,7% almeno 3-4 volte, con una variabilità regionale in quest’ultimo caso compresa tra l’1,7% e il 6,1%.
Durante l’allattamento il consumo di alcol risulta più diffuso rispetto al periodo della gravidanza. La quota che lo ha assunto almeno 3-4 volte nei 30 giorni precedenti l’intervista varia tra il 3,4% e il 12,9% nelle mamme con bambini di 2-5 mesi. Il consumo di alcol risulta tendenzialmente più diffuso nelle regioni del Centro-Nord.
L’ALLATTAMENTO
I benefici dell’allattamento sia per la mamma sia per il bambino sono ormai ben documentati. L’OMS e l’UNICEF raccomandano di allattare in modo esclusivo fino ai 6 mesi di età del bambino e di prolungare l’allattamento fino ai 2 anni e oltre, se desiderato dalla mamma e dal bambino.
I risultati della Sorveglianza mostrano che il 30% dei bambini nella fascia d’età 4-5 mesi viene allattato in maniera esclusiva, con una elevata variabilità regionale caratterizzata da quote più basse nelle regioni del Sud e comprese tra il 13,5% e il 43,2%. Risulta invece non essere mai stato allattato il 13% dei bambini rilevati dalla Sorveglianza, con quote tendenzialmente più alte nelle regioni del Sud e complessivamente comprese tra il 7% e il 17,2%.
LA LETTURA PRECOCE SERVE?
Leggere regolarmente al bambino già dai primi mesi di vita significa contribuire al suo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale. Da questo punto di vista si può fare di più: nella settimana precedente l’intervista, infatti, non è mai stato letto un libro al 58,3% dei bambini nella fascia di età 2-5 mesi con valori più alti nelle regioni del Sud e compresi tra il 38,3% e il 69,7%. Nella fascia 11-15 mesi la quota di bambini non esposti a lettura risulta pari al 32,6% (range: 16,4% - 48,5%).
L’ESPOSIZIONE AGLI SCHERMI
Le evidenze scientifiche sui rischi per la salute psicofisica dei bambini - disturbi del sonno, emotivi, sociali - derivanti dall’uso eccessivo e/o scorretto delle tecnologie audiovisive e digitali sono in aumento. Viene raccomandato di utilizzare queste tecnologie in presenza di un adulto e di evitarne l’uso tra i bambini al di sotto dei 2 anni di vita.
Il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti a TV, computer, tablet o telefoni cellulari con un range territoriale tra il 13,6% e il 30,3%. La maggior parte dei bambini esposti passa meno di un’ora al giorno davanti a uno schermo e dall’1,9% al 9,1% vi trascorre almeno 1-2 ore. I livelli di esposizione crescono all’aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-15 mesi, le quote che passano almeno 1-2 ore al giorno davanti a uno schermo arrivano a variare tra il 6,5% e il 39,3%. I bambini risultano maggiormente esposti a schermi nelle regioni del Sud.
COME FAR DORMIRE I NEONATI?
La sindrome della morte improvvisa in culla (SIDS) rappresenta una delle principali cause di morte post-neonatale. Tra gli interventi semplici ed efficaci per ridurne il rischio è raccomandato mettere a dormire il bambino in posizione supina. Dalla rilevazione risulta che due terzi delle mamme dichiara di mettere a dormire il proprio bambino nella posizione corretta, a pancia in su (66,7%) con un range compreso tra il 53,2% e il 79%. Risulta frequente anche l’adozione di posizioni diverse da quella raccomandata, con il 18,7% delle mamme che pone il bambino in culla di lato.
LA SICUREZZA IN CASA
Il rischio di incorrere in un incidente domestico risulta elevato tra i bambini, in particolare sotto i 5 anni di età. Il 12,4% delle mamme è ricorso a personale sanitario per un incidente occorso al figlio (cadute, ferite, ustioni, ingestione di sostanze nocive, ecc.), quota che varia a livello territoriale tra il 10,5% e il 14,7%. Nelle regioni del Centro e soprattutto del Sud si registra un maggior ricorso al pediatra, mentre nel Nord non si rilevano sostanziali differenze tra ricorso al pediatra o al pronto soccorso.
LA SICUREZZA IN AUTO
L’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione per il trasporto in auto dei bambini può ridurre sensibilmente il rischio di traumi e di morte a seguito di incidente stradale. Dalla Sorveglianza emerge che il 19,3% delle mamme di bambini di 2-5 mesi ha riferito di avere difficoltà nel far stare il bambino seduto e allacciato al seggiolino, con una variabilità regionale compresa tra il 14,2% e il 29,7%. Al crescere dell’età del bambino le quote di mamme che riferiscono difficoltà aumentano in tutte le regioni, assumendo valori compresi tra il 27,0% e il 47,0% nella fascia d’età 11-15 mesi.
LE VACCINAZIONI
Le vaccinazioni possono proteggere il bambino dal rischio di contrarre alcune malattie infettive che possono determinare complicanze pericolose. Il 76,1% delle mamme ha dichiarato di voler effettuare tutte le vaccinazioni previste, quota che varia tra il 68,6% e l’83,7% a livello regionale. Seguono le mamme intenzionate a effettuare solo le vaccinazioni obbligatorie (tra il 10,2% e il 23,8%). La quota di indecise risulta compresa tra il 3,9% e l’8,3%.
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