Uno studio dimostra che il fumo di sigaretta peggiora le infezioni da influenza di tipo A, alterando il microbiota dell’orofaringe
Il fumo di sigaretta, alterando il microbiota orofaringeo, può causare forme più gravi di infezione da virus dell'influenza A. È quanto dimostrato da un recente studio pubblicato su mSystems, una rivista della American Society for Microbiology.
FUMO E INFLUENZA
È ormai chiaro da tempo che il fumo di sigaretta sia uno dei principali fattori che contribuiscono allo sviluppo e alla gravità di malattie polmonari croniche, cardiovascolari, tumori e infezioni. Ma il fumo è stato identificato anche come uno dei fattori indipendenti associati alle malattie simil-influenzali. Infatti, è stato dimostrato che l'incidenza clinica dell'influenza tra i fumatori è significativamente più alta rispetto a quella osservata nei non fumatori. Ad esempio, in uno studio condotto a Hong Kong, è stato osservato che nelle persone che fumavano 21 o più sigarette al giorno l’incidenza di sindromi influenzali era del 21% più alta rispetto ai non fumatori. Questa associazione è dovuta a varie cause, tra cui fattori di natura meccanica, strutturale e immunologica, in quanto il fumo danneggia le strutture delle mucose adibite alla prima difesa dell’organismo dagli agenti patogeni. Recentemente, diversi studi hanno rivelato inoltre che l’infiammazione delle vie respiratorie e l’aggravamento delle malattie simil-influenzali sono anche associati ad alterazioni della composizione del microbiota.
IL FUMO DI SIGARETTA E LA DISBIOSI
Il microbiota è l’insieme di tutti i microorganismi – batteri, virus, funghi, protozoi – che vivono in simbiosi con il nostro corpo. Alcuni sono presenti anche nel cavo orale, nei polmoni e nel resto delle vie respiratorie. La relazione tra il microbiota e il suo ospite è tanto complessa quanto affascinante: si stabilisce nei primi momenti di vita ed è poi influenzata nel corso degli anni da molteplici fattori ambientali, come dieta, attività fisica, genetica, agenti chimici e fisici.
In condizioni di salute, la maggior parte dei batteri del microbiota sono commensali: questa condizione è definita “eubiosi”. Ciò significa che, mentre ottengono dal loro ospite habitat e nutrimento, questi microrganismi proteggono l’organismo da altri patogeni, prevenendo le infezioni.
Lo squilibrio nella composizione del microbiota normale, sotto l’effetto di fattori ambientali, è definito “disbiosi”. La disbiosi ha un impatto significativo sulla funzione del sistema immunitario e, di conseguenza, influenza la suscettibilità e il decorso clinico di molte malattie. Recentemente è stato osservato che condizioni tradizionalmente associate all’esposizione al fumo di tabacco sono correlate anche alla disbiosi, come patologie cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, gastrointestinali e le malattie autoimmuni.
LO STUDIO
Nel nuovo studio pubblicato su mSystems, i ricercatori hanno dimostrato che il microbiota dell’intestino e dell’orofaringe (che comprende il palato molle, le pareti laterali e posteriori della gola, le tonsille e la parte posteriore della lingua) vengono alterati dall'esposizione cronica al fumo di sigaretta. Per ora, questo studio è stato condotto nei topi. Nel dettaglio, un gruppo di topi è stato esposto al fumo di sigaretta e un gruppo di controllo, invece, all’aria ambientale. Entrambi i gruppi sono stati poi inseriti nello stesso ambiente di topi germ-free (ovvero completamente privi al loro interno di qualunque microrganismo). Questo ha permesso il trasferimento del microbiota dai topi donatori ai topi germ-free, che sono stati colonizzati con batteri derivanti da topi esposti al fumo o all’aria dell’ambiente. Infine, i topi originariamente germ-free sono stati infettati con il virus dell'influenza A e monitorati nel decorso della malattia. I risultati hanno mostrato che i topi germ-free che avevano ricevuto batteri da topi esposti al fumo presentavano un decorso della malattia più grave, misurato attraverso una maggiore perdita di peso. Inoltre, l’infezione virale era associata a cambiamenti significativi nella composizione del microbiota orofaringeo.
EVITARE IL FUMO PER LA SALUTE DEL MICROBIOTA
Seppur condotto su modelli animali, i risultati dello studio suggeriscono che, indipendentemente dall'esposizione diretta al fumo di sigaretta e dai danni strutturali ai polmoni, l’alterazione del microbiota indotta dal fumo può condizionare il decorso della malattia influenzale. Infatti, i topi germ-free, pur non essendo esposti direttamente al fumo, ma avendo ricevuto il microbiota dai topi esposti, si ammalavano in modo più grave. Questi risultati permettono di osservare che l’alterazione dell’equilibrio del microbiota attraverso il fumo può rendere l'organismo più vulnerabile e aumentare la gravità delle infezioni virali, come l'influenza A. I cambiamenti del microbiota indotti dal fumo di sigaretta sono, quindi, un fattore importante da considerare durante l'infezione virale. Ancora una volta, la prevenzione passa dall’evitare il fumo, un comportamento che non solo riduce il rischio diretto di malattie respiratorie e cardiovascolari, ma protegge anche la salute complessiva, favorendo la salute del microbiota, che svolge un ruolo fondamentale nel rafforzare le difese dell’organismo.