Un nuovo caso di guarigione dal virus dell'Hiv, il terzo al mondo. In passato il virus, in pazienti dichiarati guariti, è in realtà ritornato
Guarire dal virus dell'HIV è un evento estremamente raro. A oggi i pazienti che possono dire di aver sconfitto il virus - almeno temporaneamente, poi vedremo perché - si contanto sulle dita di una mano. L'ultima in ordine di tempo è una bambina sudafricana di 9 anni infettata al momento della nascita dalla madre. Sottoposta ad un protocollo di cura farmacologica con antiretrovirali, da 8 anni non necessita più di cure in quanto nel suo sangue non si rileva più la presenza del virus.
QUAL E' LA DIFFERENZA TRA HIV E AIDS?
L’AIDS è una patologia causata dalla presenza del virus dell’HIV. Quest’ultimo, infettando in maniera specifica le cellule del sistema immunitario, rende le persone affette più vulnerabili a molte malattie che generalmente, nelle persone sane, non creano particolari problemi. Essere sieropositivi per l'HIV vuol dire essere entrato in contatto con il virus. Questo però non significa che necessariamente si svilupperà l'AIDS. Di fondamentale importanza per evitare che ciò si verifichi è seguire una terapia farmacologica.
COME SI CURA L'HIV?
A oggi gli ultimi dati ci dicono che se trattata adeguatamente e in tempo una persona sieropositiva ha la stessa aspettativa di vita media di un individuo non infetto. Ciò è possibile grazie ai farmaci antiretrovirali, molecole che hanno rappresentato una svolta nella terapia dell'HIV. Oggi infatti è possibile contare su nuove terapie monodose, più tollerabili e con meno effetti collaterali rispetto al passato, che hanno permesso di controllare la malattia nel lungo periodo cronicizzando, di fatto, l'infezione virale. Il virus dunque, pur essendo presente in basse quantità, viene tenuto sotto controllo.
IL SUCCESSO (TEMPORANEO) DI MISSISSIPPI BABY
Ci sono casi però in cui la terapia farmacologica, iniziata immediatamente nei neonati contagiati dalle madri, ha portato ad una remissione temporanea del virus. E' questo il caso di Mississippi baby, la prima persona nata sieropositiva ad essere guarita per 27 mesi dalla sua condizione. Guarigione temporanea in quanto il virus, una volta sospese le terapie, è ritornato a farsi vedere portando gli scienziati a teorizzare che HIV, oltre ad essere presente nel sangue, può nascondersi in forma dormiente e ripresentarsi all’improvviso. Stessa sorte, nel 2009, è capitata ad un bambino milanese.
IL CASO DEGLI "ELITE CONTROLLER"
Esistono poi dei casi dove i medici non parlano di guarigione bensì di controllo della malattia senza farmaci. Il caso più eclatante è quello di una ragazza francese, oggi 20enne, nata sieropositiva ma non più in cura farmacologica da ormai 14 anni. Lei -ed altri pochissimi- rientrano nella categoria degli "elite controller", persone in grado di controllare l’infezione probabilmente per la presenza di un virus non particolarmente virulento o per una spiccata capacità del sistema immunitario di tenere sotto controllo la situazione.
OTTO ANNI SENZA FARMACI
Ed una "elite controller" potrebbe essere anche la bimba sudafricana che da 8 anni non prende più farmaci. Come spiega Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases statunitense, «Servono maggiori studi per capire come stimolare la remissione del virus nei bambini infetti. Tuttavia questo caso rafforza la speranza che trattando un bambino sieropositivo durante l’infanzia potremmo risparmiargli il peso di una terapia che dura tutta la vita».
LA CURA COMBINATA DEL "PAZIENTE INGLESE"
Ma se quanto citato in precedenza riguarda bambini nati sieropositivi, il caso più eclatante di guarigione dall'HIV in un adulto è quello di un 45enne inglese dichiarato guarito grazie ad un particolare protocollo sviluppato da alcuni centri inglesi (Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King’s College). La nuova terapia, ancora in fase sperimentale, è composta da due fasi: nella prima è previsto l’uso di un vaccino che aiuta l’organismo a riconoscere le cellule infette e a eliminarle. Nella seconda la molecola vorinostat attiva le cellule contenenti il virus dormiente in modo che possano essere captate e combattute dal sistema immunitario. Proprio questa seconda parte potrebbe rappresentare l’ottenimento della prima cura completa contro HIV. La cura si è dimostrata efficace in animali da laboratorio e nel caso del "paziente inglese". Un risultato che non deve però fare cantare vittoria: il virus, come ampiamente dimostrato anche nei bambini, può ritornare dopo mesi di presunta guarigione.
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Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.