Studio preliminare, effettuato su 32 volontari sani, indica che è possibile indurre una risposta immunitaria contro entrambe i virus. E' il primo passo verso un vaccino combinato. Lo studio presentato a EASL
Secondo le ultime stime disponibili a livello italiano il 30% dei sieropositivi -pari a circa 25 mila individui- è affetto dal virus dell'epatite C. Un popolo di “coinfetti” che, guardando i dati a livello mondiale, supera i due milioni di individui.
Intervenire tempestivamente è di fondamentale importanza. L'insieme dei due virus riduce in maniera significativa l'aspettativa di vita media. Come affrontare l'emergenza? Se da un lato i nuovi antiretrovirali sono in grado di eradicare l'epatite C all'orizzonte si prospetta lo sviluppo di un vaccino capace di tenere a bada i due virus.
E' quanto emerge da uno studio preliminare presentato in questi giorni al “The International Liver Congress” (EASL) in corso a Barcellona.
LA MALATTIA E' PIU' VELOCE
Il parere degli esperti è unanime: oggi gli individui affetti da entrambe le infezioni vanno incontro a invecchiamento precoce. Queste persone, grazie ai trattamenti antiretrovirali per l'Hiv, non muoiono più di AIDS ma delle malattie tipiche dell'età avanzata come tumori, infarti, ictus e insufficienza renale. Le ragioni di questo fenomeno sono presto spiegate. Se già un'infezione virale cronica stimola di continuo il sistema immunitario, due generano una potente infiammazione capace di accelerare la progressione di entrambe le malattie.
CURE POCO EFFICACI
Sino a pochi anni fa la cura dell'epatite C negli individui affetti anche da Hiv era pressoché impossibile. Gli effetti collaterali, già di notevole impatto per chi era positivo all'epatite, risultavano così forti da portare all'immediata sospensione della terapia. Un vero problema poiché, oltre ad accelerare la progressione della malattia, il mancato trattamento per l'epatite C - e il conseguente danno al fegato- rendevano meno efficaci i farmaci correntemente assunti per la cura dell'HIV.
Oggi fortunatamente, grazie all'avvento dei nuovi farmaci antiretrovirali per l'epatite, la situazione è radicalmente ed eliminare il virus dell'epatite C non è più un'utopia. Accanto a questo approccio però la ricerca sta procedendo a sviluppare un possibile vaccino in grado di coprire entrambi i virus. Una necessità dal momento che non è poi così raro -soprattutto negli Stati Uniti e in alcune popolazioni a rischio- il fenomeno della re-infezione da virus dell'epatite C una volta guariti.
IL SISTEMA IMMUNITARIO RISPONDE
A provare a percorrere questa strada ci hanno pensato i ricercatori della University of Oxford. In uno studio presentato ad EASL gli scienziati hanno dimostrato che è possibile stimolare il sistema immunitario a rispondere contro entrambe le infezioni. Lo studio, ancora agli albori, ha coinvolto 32 individui sani. Gli autori della ricerca hanno prima creato uno speciale vaccino, composto da frammenti innocui dei virus HIV e HCV (quello dell'epatite C), per poi iniettarlo nelle persone sottoposte al test.
Dalle analisi è emerso che la somministrazione del preparato contenente entrambe le formulazioni è stato in grado di far rispondere le cellule T del sistema immunitario in maniera specifica sia contro Hcv sia Hiv. Un risultato molto importante che rappresenta il punto di partenza verso lo sviluppo di un vaccino utile a contrastare entrambe le infezioni. Prossimo passo sarà ora quello di replicare quanto ottenuto su un numero più ampio di persone.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.