Ancora troppo scarse le nozioni dei nostri ragazzi in tema di prevenzione oncologica. Agire sin dalla scuola per invertire la tendenza. Il progetto Non fare autogol
Ancora troppo scarse le nozioni dei nostri ragazzi in tema di prevenzione oncologica. Agire sin dalla scuola per invertire la tendenza: è l’obiettivo del progetto “Non fare autogol”
Giovani e prevenzione, due universi paralleli. A lanciare l’allarme è l’AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, riunitasi a Roma nei giorni scorsi in occasione del XIV congresso nazionale. Il quadro non è per nulla confortante: i nostri ragazzi ignorano completamente il concetto di prevenzione. Eppure il 40% delle neoplasie si può prevenire adottando corretti stili di vita. Ecco perché, oggi più che mai, «è necessaria una seria campagna di informazione a partire dalla scuola, il luogo deputato a formare le nuove generazioni» dichiara il presidente AIOM, il dottor Stefano Cascinu.
ALIMENTAZIONE- Tra i dati che più lasciano stupiti gli addetti ai lavori c’è quello riguardante l’alimentazione. Nel nostro paese deteniamo un record: siamo la nazione Europea con la più alta percentuale di bambini ed adolescenti in sovrappeso, quasi 300 mila, ben il 36%. Fanalino di coda è la Campania dove il 37% dei ragazzi tra i 6 e 17 anni ha problemi di linea.
ALCOL E FUMO- Ma a preoccupare maggiormente sono due vizi assai diffusi: alcol e fumo di sigaretta. «Due ragazzi su 5, tra i 14 e i 17 anni, consumano regolarmente alcol fuori pasto. La fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni è la più a rischio per quanto riguarda il binge drinking: le bevute compulsive del fine settimana, che interessano addirittura il 22% dei maschi e l’8% delle femmine. Ma l’abuso di alcol inizia molto prima: a 15 anni già uno su 7 si è ubriacato pesantemente, fino a star male, almeno due volte nella vita» spiega Cascinu. Per quanto riguarda invece il fumo i dati dicono che la prima bionda la si accende verso i 15 anni proprio perché influenzati dai compagni di classe. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni fuma circa il 21% dei ragazzi e il 16% delle ragazze. Proprio queste ultime sono in costante aumento. «È facile capire quindi, ad esempio, perché si stia registrando un aumento di tumori in alcune categorie che prima sembravano “protette”. Le donne sono colpite come mai prima d’ora da neoplasie dovute al fumo. È la prova più evidente di come stili di vita errati, in giovane età, si ripercuotano poi sull’organismo. Anche dopo venti o trent’anni» prosegue Cascinu.
EDUCAZIONE- Come uscire dunque da questo stato di “impasse”? Può la scuola fare qualcosa in concreto? Secondo Cascinu è questa la via da percorrere. Il problema principale è che la prevenzione oncologica rimane ancora un tabù, soprattutto nelle scuole, che sono il luogo deputato a formare i giovani. «Per questa ragione abbiamo deciso di dare vita al progetto “Non fare autogol”. L’obiettivo è quello di formare prima di tutto nelle menti dei ragazzi una forte consapevolezza sui fattori di rischio oncologici. Per fare ciò abbiamo coinvolto grandi calciatori di serie A che, a fianco di noi oncologi, siederanno per delle lezioni con i ragazzi delle scuole superiori. I dati per ora ci stanno dando ragione, attraverso la testimonianza dei campioni il messaggio passa più efficacemente» conclude Cascinu. E c’è da crederci: l’ASCO, la più importante società statunitense di oncologia medica, ha deciso di esportare il progetto anche negli Stati Uniti. Per sapere di più www.nonfareautogol.it
Daniele Banfi
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.