Una ricerca italiana chiarisce come i neutrofili, "cellule-soldato" del sistema immunitario, influenzano la risposta ai sarcomi. Si spera in nuove strategie di cura. Prima firma Andrea Ponzetta, titolare di un Grant Fondazione Veronesi
Riuscire finalmente a decifrare il ruolo di cellule-chiave nella capacità di difendersi dai tumori. Aggiungere una tessera importante nel puzzle incredibilmente complesso della risposta immunitaria al cancro. È il risultato di un lavoro di ricerca italiano che ha permesso di capire come i neutrofili, cellule del nostro sistema immunitario, influiscono sulla resistenza ad alcuni tipi di sarcoma e ad altre forme di tumori, come i tumori del colon-retto.
GLI AUTORI DELLA RICERCA
A firmare come primo nome la pubblicazione, che racconta la ricerca e i suoi risultati dalle pagine della prestigiosa rivista Cell, è Andrea Ponzetta (nella foto), biotecnologo nel Laboratorio di Immunopatologia Sperimentale dell’Humanitas Clinical and Research Center di Rozzano (Milano), nel 2018 e nel 2019 titolare di una borsa di ricerca Fondazione Umberto Veronesi. Con lui, scienziati del calibro di Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico di Humanitas, e Sebastien Jaillon, ricercatore in biologia dei neutrofili, immunità e immunopatologia di Humanitas.
I NEUTROFILI E LA RESISTENZA CONTRO I TUMORI
Il lavoro del team è durato 5 anni e ha visto la collaborazione di istituti italiani e esteri, di specialisti in diversi ambiti, clinica, bioinformatica, immunologia. Gli autori della ricerca, per spiegare il lavoro svolto dai neutrofili, li hanno descritti come “cellule-soldato”. in forza nel nostro sistema immunitario Questo particolare tipo di globuli bianchi, infatti, interagisce con diverse cellule del sistema immunitario (nello specifico, con diverse tipologie di cellule T). «Le cellule T sono i direttori dell’orchestra immunologica – ha spiegato Sebastien Jaillon - Solitamente le cellule T maggiormente associate alla resistenza contro i tumori sono le cosiddette CD4 eCD8. Invece le cellule T con cui dialogano i neutrofili sono le cosiddette “doppie negative”, (perché non hanno né CD4 né CD8). Ne abbiamo identificati ben 12 raggruppamenti all’interno dei tumori, a dimostrazione della straordinaria complessità del nostro sistema immunitario. Con questo studio abbiamo scoperto che le firme molecolari che identificano i neutrofili che dialogano con le cellule doppie negative, presenti in un particolare sarcoma e in alcuni tipi di cancro, in particolare colon retto, sono associate a una prognosi migliore».
ECCO PERCHÉ È UNA BUONA NOTIZIA
La concreta speranza è che questo genere di conoscenze apra le porte a nuove terapie anticancro basate sulla risposta del sistema immunitario alla malattia, e al tempo stesso permetta di prevedere con maggior chiarezza il decorso del tumore in un dato paziente, in modo da ottimizzare la strategia di cura. Come ha spiegato Andrea Ponzetta in un’intervista pubblicata sul Magazine Fondazione Veronesi, «La definizione del ruolo dei neutrofili nella patogenesi dei sarcomi potrà fornire una base scientifica su cui impostare strategie terapeutiche con nuovi bersagli molecolari e fornire informazioni prognostiche e predittive nei pazienti affetti da sarcoma. Potrebbe quindi aiutare a cambiare davvero la gestione clinica di questi tumori rari».
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.