Chiudi
Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 19-12-2024

Tumori in Italia 2024: numeri stabili, più guarigioni e cala la mortalità nei giovani



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Cresce la quota di persone che possono definirsi guarite, segno del successo di terapie e diagnosi precoce. C’è però ancora molto da fare sul fronte degli stili di vita

Tumori in Italia 2024: numeri stabili, più guarigioni e cala la mortalità nei giovani

390.100. E’ questo il numero di nuovi tumori diagnosticati in Italia nel 2024, un dato assolutamente stabile rispetto agli anni precedenti (erano 391.700 nel 2022 e 395.900 nel 2023). Sul totale dei casi, 214.500 riguardano gli uomini e 175.600 le donne. Il tumore più frequentemente diagnosticato continua ad essere il carcinoma della mammella (53.686 casi, quota uomini compresa), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). Due sono le buone notizie: aumenta costantemente il numero di persone in vita dopo una diagnosi di tumore e cala la mortalità per cancro nei giovani adulti (20-49enni). E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dal volume “I numeri del cancro in Italia 2024” realizzata da Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).

NUMERI COSTANTI

«Per stimare i numeri del cancro nel 2024 in Italia, sono stati raccolti i dati da 35 Registri Tumori che coprono una popolazione di oltre 44 milioni di persone, cioè l’80% dei cittadini -spiega Fabrizio Stracci, Presidente AIRTUM-. Quest’anno, nel nostro Paese, le nuove diagnosi di tumori maligni non supereranno i 390.100 casi. Si tratta di una stima concordante con quanto riportato nel 2022 e 2023, sulla base delle proiezioni a livello europeo. Va evidenziato l’inizio di una potenziale inversione di tendenza nel numero assoluto di nuovi casi, cioè una diminuzione di circa il 5% rispetto all’ultima proiezione AIRTUM del 2020 e alle stime dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Un ruolo, seppure parziale, nel potenziale calo delle nuove diagnosi di cancro va anche attribuito alla riduzione di circa il 2,5% della popolazione italiana tra il 2017 e il 2024, da 60.484.000 abitanti a 58.990.000».

LE DIFFERENZE TRA UOMINI E DONNE

Andando ad analizzare nel dettaglio le differenze nell’incidenza di tumore tra uomini e donne scopriamo che quelli più diffusi nel sesso maschile sono:

  • prostata 40.192
  • polmone 31.891
  • colon-retto 27.473
  • vescica 25.227

Nel sesso femminile sono:

  • mammella 53.065
  • colon-retto 21.233
  • polmone 12.940
  • endometrio 8.652
  • tiroide 8.322

AUMENTANO LE GUARIGIONI

Uno dei dati più positivi del rapporto riguarda la prevalenza dei casi di tumore, ovvero il numero di persone ancora in vita dopo una diagnosi di cancro. «Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499), il 6,2% dell’intera popolazione -spiega Diego Serraino, Direttore SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano-. E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro». Il costante aumento di persone che vivono dopo una diagnosi -sottolineano gli esperti di AIOM- è determinato soprattutto dai progressi nelle terapie ma non solo. Per alcuni tumori, come quelli al seno, la diagnosi precoce può fare davvero la differenza. «Nel carcinoma della mammella -aggiunge l’esperto- la probabilità di superare la malattia è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all’81% nello stadio II per scendere al 36% nel III e IV».

CALA LA MORTALITÀ NEI GIOVANI

Quest’anno nel volume da poco pubblicato spicca anche un altro dato importante sul calo della mortalità per tumori nella fascia di popolazione che va dai 20 ai 49 anni. Dal 2006 al 2021 in Italia, 47.447 uomini e 54.832 donne di questa fascia di età sono deceduti a causa di un tumore: quello al seno è risultato responsabile del 31% delle morti neoplastiche nelle giovani donne e il tumore del polmone del 15,7% di quelle nei giovani uomini. L’andamento negli anni però ha mostrato una netta e costante diminuzione di mortalità per tutti i tumori in entrambi i sessi. «In 15 anni, sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d’età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006 -spiega Massimo Di Maio, Presidente eletto AIOM-. Assume particolare rilievo positivo, in entrambi i sessi, l’importante diminuzione nella mortalità per tumore del polmone, del 46,4% tra le donne e del 35,5% tra gli uomini under 50. Sono dati estremamente incoraggianti, se si considera che questa neoplasia rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini giovani adulti e la seconda nelle donne dopo il tumore della mammella».

ANCORA POCHI SCREENING

Positivi ma non sufficienti anche i dati relativi all’adesione agli screening oncologici, lo strumento principale per intercettare alcuni tumori nelle fasce di età maggiormente a rischio. «Nel 2023, quasi 16 milioni di persone, cioè oltre il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico, colorettale e cervicale, è stata regolarmente invitata. Vanno però ridotte le differenze nell’adesione, che restano ancora significative a livello territoriale». spiega Paola Mantellini, Direttrice Osservatorio Nazionale Screening.

Per quanto riguarda la mammografia, la copertura ha raggiunto il:

  • 62% al Nord
  • 51% al Centro
  • 31% al Sud

Lo screening cervicale mostra un livello di copertura pari al:

  • 57% al Nord
  • 45% al Centro
  • 35% al Sud

Inferiori le percentuali di adesione allo screening colorettale:

  • 45% al Nord
  • 32% al Centro
  • 15% al Sud

L’IMPORTANZA DEGLI STILI DI VITA

Come ripetuto più volte, uno dei mezzi più efficaci per fare calare il numero di nuovi casi è rappresentato dai sani e corretti stili di vita. «L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione -spiega Maria Masocco, Responsabile Scientifico dei sistemi di sorveglianza PASSI e PASSI D’Argento-. Anche sovrappeso e obesità sono un importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti, ad esempio, nell’insorgenza dei tumori dell’esofago, del fegato, del pancreas, della colecisti e delle vie biliari, dell’endometrio e del rene. L’obesità è poco più frequente fra gli uomini, aumenta con l’età e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale. Storicamente più frequente nel Sud, oggi il gradiente geografico si è annullato. La sedentarietà è aumentata costantemente, passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023. L’incremento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione, entrambi i sessi in egual misura e tutte le classi di età, ma è stato più veloce fra i più giovani e fra le persone con maggiori difficoltà economiche. L’aumento dell’inattività fisica ha coinvolto soprattutto il Meridione e il Centro, ampliando il gradiente geografico fra Nord e Sud».

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE AIOM

«Anche se la stima del numero di nuovi casi di cancro è di poco inferiore a quelle del 2022 e del 2023 -commenta Francesco Perrone, Presidente AIOM-, non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio comportamentali e ambientali, che contribuiscono significativamente a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più e a molteplici livelli, incluse, ad esempio, le riforme che AIOM sta promuovendo per rendere più efficace la lotta al tabagismo. Nel libro siamo andati ‘oltre i numeri’, sfruttando il punto di vista dell’oncologia per arricchire la riflessione su fenomeni di assoluta rilevanza sociale, come la cura del cancro nei migranti, nelle carceri e nelle zone di guerra. Sono contesti in cui i numeri tendono ad essere imprecisi o del tutto ignoti e in cui la prevenzione e la cura del cancro non necessariamente rappresentano la priorità massima, ma piuttosto una lente attraverso la quale mettere meglio a fuoco come il diritto alla salute possa venire calpestato o non sufficientemente garantito».

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina