La revisione sistematica di 138 studi conferma l’efficacia del vaccino HPV nella riduzione delle lesioni della cervice uterina e altre malattie HPV correlate in donne e uomini da tutto il mondo
Vaccinarsi contro il papillomavirus porta a una riduzione dei tassi di lesioni cervicali, di alto e basso grado, nonché a una riduzione di alcune patologie non cervicali HPV correlate, sia nelle donne sia negli uomini. Ad affermarlo è una metanalisi pubblicata su Expert Review of Vaccines che ha preso in esame l’efficacia di campo e l’impatto globale della vaccinazione per Papilloma Virus Umano (HPV) con il vaccino ricombinante quadrivalente (tipi 6, 11, 16 e 18).
LO STUDIO
La revisione sistematica, riguardante 138 studi pubblicati tra il primo marzo 2016 e il 31 marzo 2020, analizza l’impatto e l’efficacia di campo del vaccino per HPV ricombinante quadrivalente implementato nei programmi di immunizzazione di 23 Paesi in Africa, Asia, Europa, Australia, Sud America e Nord America.
La nuova revisione sistematica, che aggiorna i dati di una precedente revisione pubblicata nel 2016, ha pemesso la valutazione dell’impatto nel mondo reale della vaccinazione per HPV sulle lesioni cervicali precancerose e anomale correlate, sui condilomi genitali (lesioni benigne) e sull’infezione da HPV. La maggior parte dei Paesi inclusi nell’analisi ha usato il vaccino per HPV ricombinante quadrivalente, altri, in aggiunta, anche il vaccino per HPV bivalente. Gli studi riguardanti unicamente il vaccino per HPV bivalente sono stati invece esclusi.
DA COSA CI PROTEGGE IL VACCINO?
I trial clinici condotti con i due vaccini disponibili (bivalente e quadrivalente) hanno mostrato un’efficacia elevata verso le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, superiore al 90% nella popolazione che al momento dell’arruolamento era naïve, ovvero negativa per i tipi di HPV contenuti nel vaccino.
Le riduzioni maggiori sono state osservate nelle fasce di età più giovani (14-17 anni), con una riduzione fino al 73% delle lesioni cervicali precancerose tra le donne vaccinate.
I soddisfacenti dati degli oltre cento studi pubblicati, oltre a dimostrare l’efficacia del vaccino nella riduzione delle infezioni provocate dai tipi di HPV e delle patologie correlate, rappresentano un importante monito a fare di più per estendere la vaccinazione a uomini e donne. Solo così sarà possibile implementare la lotta globale per ridurre l’incidenza di determinati tumori, come il cancro della cervice uterina, e patologie correlate ad HPV.
ALTRI BENEFICI
La revisione testimonia quanto le vaccinazioni siano utili anche a ridurre l’incidenza di condilomi anogenitali nelle donne delle fasce di età target della vaccinazione, con le riduzioni più significative, fino all’88%, osservate nei gruppi di età più giovane.
Purtroppo non esiste uno screening di routine raccomandato per la rilevazione di tumori e patologie non cervicali correlate ad HPV, tuttavia, emerge una costante diminuzione complessiva della prevalenza di infezione anale negli uomini vaccinati, con una variabilità osservata a seconda del tipo di HPV coinvolto.
Inoltre, in uno studio è stata osservata una notevole riduzione nelle forme anali precancerose di alto grado tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini vaccinati rispetto ai non vaccinati.
Infine, sembra esserci una riduzione significativa, nelle donne vaccinate, dell’insorgenza di papillomatosi respiratoria ricorrente, rara forma di infezione delle vie aeree causata dal papilloma virus.
CHI DEVE VACCINARSI?
Al fine di garantire la massima efficacia della vaccinazione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di procedere con le vaccinazioni prima dell’inizio dell’attività sessuale, ovvero prima di un’eventuale esposizione all’infezione da HPV, tra i 9 e gli 11 anni.
In Italia la vaccinazione è raccomandata e gratuita per ragazze e ragazzi nel dodicesimo anno di vita (undici anni compiuti). In molte Regioni la gratuità viene mantenuta fino ai 18 anni ed estesa anche ad altre categorie come donne che hanno subito un trattamento per lesione cervicale o 25enni non vaccinate. Nel nostro paese, infatti, la vaccinazione anti-HPV è raccomandata anche alle donne di 25 anni di età, in concomitanza con la chiamata al primo screening per la citologia cervicale (Pap-test), oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni, per tutte le donne.
Nel 2017 è stato introdotto in Italia il vaccino 9-valente che ha progressivamente sostituito il vaccino quadrivalente che, oltre a contenere i 4 ceppi di HPV del precedente vaccino, ha aggiunto altri 5 ceppi oncogeni offrendo una più ampia protezione dalle malattie HPV-correlate.
NON ABBASSIAMO LA GUARDIA
Nonostante i vaccini si siano dimostrati efficaci nella prevenzione delle lesioni cervicali e di altre malattie HPV correlate, non dobbiamo dimenticare che nessun vaccino è efficace al 100 %. Inoltre, poiché i vaccini per HPV 9-valente e quadrivalente non proteggono contro ogni tipo di HPV, né contro infezioni da HPV presenti al momento della vaccinazione, devono continuare ad essere seguite precauzioni appropriate contro le malattie sessualmente trasmesse. Inoltre, il tradizionale screening del collo dell’utero rimane di fondamentale importanza e deve essere effettuato in accordo con le raccomandazioni locali.
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Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile