Nelle giovani donne anche la mortalità per questo genere di neoplasia si è ridotta drasticamente grazie all'introduzione della vaccinazione. I risultati pubblicati su JAMA
Il numero di casi di tumore della cervice uterina nelle giovani donne è in costante calo. Lo è anche -come conseguenza diretta- la mortalità, ridotta del 62% dagli anni '90 ad oggi. Un risultato straordinario che mostra in maniera chiara l'importanza della vaccinazione. L'analisi -che riguarda gli Stati Uniti- è stata da poco pubblicata da JAMA (Journal of the American Medical Association).
QUEL LEGAME TRA HPV E TUMORI
La maggior parte dei tumori che conosciamo originano da diverse cause che possono essere riassunte in due categorie: genetiche e comportamentali, ovvero legate agli stili di vita. Ma se fumo, scorretta alimentazione e sedentarietà sono fattori di rischio noti, per alcune neoplasie uno dei fattori in grado di aumentare le probabilità di sviluppare la malattia sono le infezioni virali e in particolare quelle da HPV (papilloma virus umano). Il 99% dei tumori della cervice uterina, ad esempio, è causato da questa infezione. Attenzione però alle facili interpretazioni: essere entrati in contatto con il virus non significa sviluppare per forza la malattia. Così come lo è per l'organo femminile, il bersaglio dei papillomavirus è anche il distretto testa-collo. Secondo gli ultimi dati disponibili l'infezione da HPV rappresenta la causa del 32-36% dei tumori dell'orofaringe. Infine l'infezione da HPV può portare allo sviluppo del tumore del pene e dell'ano.
IL RUOLO DELLA VACCINAZIONE
Di papillomavirus ne esistono circa 100 tipologie differenti. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri sono in grado di produrre lesioni potenzialmente in grado di generare i tumori sopra elencati. Proprio per il legame causa-effetto tra infezione e possibile sviluppo del tumore (la relazione è valsa il premio Nobel nel 2008 ad Harald Zur Hausen), negli anni sono stati sviluppati dei vaccini capaci di neutralizzare il virus riducendo notevolmente la possibilità di sviluppo del tumore. L’efficacia dipende da quanti ceppi virali copre il vaccino. L'introduzione della vaccinazione ha un anno preciso: 2006. Ecco perché oggi, a distanza di quasi 20 anni, le evidenze sulla sua utilità sono sempre più chiare. Già negli scorsi anni, come raccontato in questo nostro approfondimento, uno studio inglese pubblicato su The Lancet aveva mostrato che nella popolazione vaccinata a 12-13 anni i casi di tumore della cervice si sono ridotti dell’87% rispetto alla popolazione non vaccinata. Così come per le lesioni CIN3 del collo dell’utero, ridotte del 97%.
CALANO INCIDENZA E MORTALITÀ
Lo studio da poco pubblicato su JAMA aggiunge molto altro. I ricercatori statunitensi hanno analizza i trend di mortalità per tumore della cervice uterina tra le donne sotto i 25 anni nel periodo 1992-2021. Questo gruppo di età è particolarmente rilevante poiché il vaccino ha iniziato ad essere raccomandato dal 2006. Lo studio ha rilevato che, dal periodo 1992-1994 al 2013-2015, si è registrato un graduale calo della mortalità per tumore del 3,7% all’anno tra le donne sotto i 25 anni. Tuttavia, tra il 2013-2015 e il 2019-2021, il tasso di mortalità è diminuito in modo molto più marcato, con un calo del 15,2% all’anno, con una riduzione complessiva del 62%. Una riduzione marcata dovuta essenzialmente all'introduzione e all'ampia diffusione del vaccino contro che ha dimostrato di ridurre la prevalenza dell’infezione da HPV, l’incidenza del tumore e ora anche la mortalità.
QUANDO VACCINARSI?
Ma se i vantaggi sono fuori discussione, fondamentale è il fattore tempo: l’efficacia protettiva del vaccino HPV è massima quando somministrato prima del contatto con il virus, che si trasmette principalmente attraverso i rapporti sessuali. Per questo motivo, la vaccinazione viene proposta precocemente. In Italia, il Piano Nazionale Vaccinale prevede l’offerta gratuita e attiva, con invito, nel dodicesimo anno di età per ragazze e ragazzi. La gratuità è garantita fino ai 18 anni e, a seconda delle regioni, il vaccino può essere rimborsato integralmente o offerto in copayment fino ai 26 anni, con estensioni ulteriori per alcune categorie a rischio.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.