Pubblicate le stime sulla prevalenza del papilloma virus nella popolazione maschile. Gli uomini un serbatoio importante per l'infezione
Quanti sono i maschi portatori di infezione da papilloma virus (Hpv)? Le stime sono complesse, soprattutto per un’infezione sessualmente trasmessa, prevalentemente asintomatica e ampiamente diffusa come quella da Hpv. Sulla popolazione femminile disponiamo di maggiori evidenze, ma ora un dato globale sugli uomini arriva da un’indagine internazionale pubblicata su The Lancet Global Health: un terzo dei maschi è infettato da almeno un tipo di Hpv, un quinto da almeno un tipo di Hpv ad alto rischio.
LO STUDIO
Gli autori dell’indagine hanno raccolto i dati di 65 studi, per un totale di quasi 45.000 uomini coinvolti, nel periodo 1995-2022. Globalmente, la prevalenza dell’Hpv fra i maschi è risultata essere del 31 per cento, del 21 per cento se si considerano solo i tipi di Hpv ad alto rischio. La presenza del virus è risultata più elevata nei giovani uomini fra i 25 e i 29 anni, ma già fra i 15 e i 19 è alta (28 per cento dei ragazzi, 20 per cento con un Hpv ad alto rischio) e per molte popolazioni resta elevata nel tempo.
L'INFEZIONE
Quella da papilloma virus umano è l'infezione sessualmente trasmessa più comune nel mondo. Il virus si trasmette attraverso il contatto fra le mucose, fra gli organi genitali e anche tramite la bocca. L'infezione pertanto è molto diffusa nelle persone sessualmente attive ed perlopiù asintomatica; nella gran parte dei casi l'organismo se ne libera, ma talvolta diventa cronica e, con il tempo, la permanenza del virus all'interno delle cellule può portare a patologie benigne (come i condilomi, le verruche genitali) e tumorali, a seconda delle tipologie di virus (ne esistono a centinaia). Oggi sappiamo che la totalità dei tumori della cervice sono dovuti all'Hpv, così come la gran parte dei tumori anali, una quota importante dei tumori del pene, della vagina e dei tumori della vulva, oltre che dei tumori dell'orofaringe (tonsille e lingua, ad esempio).
LA SITUAZIONE IN EUROPA
A livello europeo (dato ottenuto su 19 studi), la presenza di almeno un tipo di Hpv è stata stimata nel 31 per cento degli uomini, quella di almeno un tipo ad alto rischio nel 22 per cento, nel 6 per cento dei maschi di Hpv-16 (virus oncogeno, è prevenibile con il vaccino), nel 3 per cento di Hpv-6 (virus non oncogeno, responsabile dei condilomi genitali, anch’esso incluso nel vaccino quadrivalente e nonavalente). A differenza di altre aree del mondo, la presenza del virus resta elevata almeno fino ai 50 anni. «I nostri risultati mostrano che la prevalenza di HPV è alta nei maschi con più di 15 anni e indica che gli uomini sessualmente attivi, di qualunque età, rappresentano un importante serbatoio per l’infezione genitale da HPV – hanno commentato gli autori -. Queste stime sottolineano l’importanza di includere i maschi nelle strategie di prevenzione per ridurre le malattie e la mortalità maschili correlate all’Hpv, e fondamentalmente per raggiungere l’eliminazione del carcinoma della cervice e delle altre malattie dovute all’Hpv».
LA VACCINAZIONE HPV
Nel 2022 erano 45 i paesi nel mondo che avevano avviato un programma di vaccinazione maschile per il papilloma virus. Considerato uno strumento fondamentale anche dal piano europeo contro il cancro (il Beating Cancer Plan), in Italia dal 2017 il vaccino nonavalente (attivo contro nove tipi di Hpv) è raccomandato e offerto gratuitamente a partire dal dodicesimo anno d’età a maschi e femmine. La vaccinazione non è obbligatoria ma rientra nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero le prestazioni che devono essere rese disponibili a tutti su tutto il territorio nazionale. Le coperture però sono ampiamente variabili a seconda delle regioni e sono lontane dall’obiettivo del 95 per cento. A livello nazionale nel 2021 era vaccinato quasi il 27 per cento dei maschi dodicenni, e il 44 per cento dei tredicenni.
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Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.