Combinando più farmaci con bersagli differenti aumenta l'efficacia dell'immunoterapia. I risultati presentati al congresso ASCO
Negli ultimi anni l'immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di molti tumori. Il melanoma metastatico è in assoluto quello che ne ha tratto più vantaggio. La parola d'ordine, quando la malattia non si può eliminare, è cronicizzare il più possibile. Un obbiettivo che si rende possibile grazie all'identificazione di nuovi bersagli terapeutici. Uno di questi è Lag-3. In uno studio che verrà presentato nelle prossime settimane a Chicago al congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), il principale appuntamento mondiale dedicato alla lotta al cancro, l'utilizzo della combinazione di nivolumab (un immunoterapico già utilizzato da tempo nel melanoma) e relatlimab (immunoterapico che agisce contro Lag-3) ha ritardato significativamente la progressione della malattia rispetto al solo utilizzo di nivolumab.
CRONICIZZARE IL MELANOMA METASTATICO
Prima del 2011, anno in cui è stato approvato il primo immunoterapico della storia (ipilimumab), l'aspettativa di vita media per un melanoma metastatico era di soli 9 mesi dalla diagnosi. Oggi lo scenario si è completamente ribaltato e il melanoma può essere trasformato in malattia cronica. I dati ad oggi disponibili a 10 anni di distanza dalla diagnosi ci dicono che è vivo il 20% dei pazienti trattati con ipilimumab.
COMBINARE DIVERSI FARMACI
Cronicizzare la malattia dunque non è più una speranza ma una possibilità concreta. Ciò non significa che la ricerca si sia fermata. Per estendere ancora di più gli effetti dell'immunoterapia nel controllo della malattia da tempi gli oncologi stanno sperimentando l'utilizzo di diverse combinazioni di farmaci. Nel corso del congresso ESMO (European Society for Medical Oncology) del 2019 sono stati presentati dati ancora più incoraggianti rispetto all'utilizzo di un singolo immunoterapico. Con l'ultima combinazione di farmaci sviluppati (ipilimumab più nivolumab) il 52% delle persone è viva a 5 anni dalla diagnosi. Percentuali che dimostrano come il melanoma si stia trasformando in una malattia cronica.
LAG-3 COME NUOVO BERSAGLIO
Ma in aggiunta a questo approccio gli oncologi stanno sperimentando un'ulteriore strategia, ovvero quella di combinare i farmaci oggi già disponibili con dei nuovi capaci di agire su un bersaglio differente. Se tutti gli immunoterapici oggi disponibili agiscono sui checkpoint PD-1/PD-L1 e CTLA-4, relatlimab agisce contro il bersaglio Lag-3. In tutti e tre i casi l'effetto di queste molecole è quello di mantenere sempre attiva la risposta immunitaria contro il tumore ed evitare che questa si affievolisca lasciando dunque spazio alla crescita tumorale.
LA COMBINAZIONE AUMENTA L'EFFICACIA
Nello studio RELATIVITY-047 che verrà presentato ad ASCO gli autori hanno indagato l'utilizzo del solo nivolumab e della combinazione nivolumab più relatlimab in persone con melanoma metastatico. Dalle analisi è emerso che ad un anno di distanza il 46,7% di chi ha ricevuto la combinazione ha mantenuto una sopravvivenza libera da malattia (quel periodo di tempo nel quale una persona malata di cancro continua ad avere la malattia, senza che questa abbia peggioramenti) contro il 36% di chi ha ricevuto il solo nivolumab. Un risultato importante che fornisce la prova sia della bontà di Lag-3 quale ulteriore bersaglio per l'immunoterapia sia l'utilizzo combinato di più immunoterapici che agiscono su diversi checkpoint.
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Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.