Migliorano i tassi di sopravvivenza e mortalità. Italia sopra la media dell'Unione Europea. Attenzione però all'effetto pandemia negli anni a venire
In Italia cala la mortalità per tumore e migliora la sopravvivenza. Caratteristiche che ci pongono al di sopra della media europea in termini di qualità delle cure oncologiche. Ma se per alcune neoplasie in fase avanzata si sono fatti passi avanti da gigante, per altre come il tumore del pancreas c'è ancora molto da fare. Attenzione però all'effetto pandemia: i miglioramenti ottenuti in questi anni potrebbero non essere confermati a causa del ritardo nelle diagnosi dovute al sovraccarico ospedaliero durante il periodo di pandemia. Sono questi, in estrema sintesi, i messaggi lanciati durante la presentazione del volume “I numeri del cancro in Italia 2021”, presentato oggi all’Istituto Superiore di Sanità e frutto della collaborazione tra AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP.
DIFFICILE STIMARE LE NUOVE DIAGNOSI
L'appuntamento con "I numeri del cancro in Italia" è da sempre l'occasione per fare il punto della situazione sullo stato di salute delle cure oncologiche nel nostro Paese. Una cartina tornasole per capire dove e quanto investire in termini di ricerca e prevenzione. «Il volume di quest'anno -spiega Giordano Beretta, presidente AIOM- a differenza delle passate edizioni non contiene le stime sulle nuove diagnosi delle differenti tipologie di tumore. La ragione è presto detta: a causa della pandemia è stato difficile stimare le nuove diagnosi e a causa di diversi fattori confondenti il rischio era quello di avere numeri imprecisi che avrebbero portato a comunicazioni fuorvianti».
ITALIA AL VERTICE NELLE CURE ONCOLOGICHE
Nonostante l'assenza di questi numeri, il volume certifica però chiaramente quanto il nostro Paese sia all'avanguardia nella cura dei tumori. Non una novità ma una tendenza ormai consolidata negli anni. Il primo dato che balza all'occhio è quello relativo alla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi: per tutte le neoplasie si attesta al 59% negli uomini ed al 65% nelle donne (rispetto al 54% e 63% della rilevazione precedente aggiornata al 2015). Non solo, negli ultimi sei anni si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne.
IL CASO DEL TUMORE AL PANCREAS
Scorporando i dati per singola sede tumorale si scopre invece che dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4% le morti per tumore dello stomaco, del 15,6% per il tumore del polmone, del 14,6% alla prostata e del 13,6% del colon-retto. Aumentano nella popolazione femminile i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6%) e del polmone (+5%), strettamente legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli allo stomaco (-25%), colon-retto (-13,2%), ovaio (-9%) e mammella (-6,8%). «Dati importanti -sottolinea Beretta- che ci dicono chiaramente che in Italia si muore meno di cancro rispetto alla media europea. In Italia, aumentano sempre più le persone vive dopo la diagnosi, nel 2020 erano circa 3,6 milioni, il 6% della popolazione, con un incremento del 36% rispetto al 2010. Esistono però delle neoplasie dove purtroppo non ci sono stati progressi. Per quanto riguarda il tumore del pancreas la mortalità è essenzialmente stabile negli uomini e in crescita nelle donne (+3,9%)».
L'EFFETTO DELLA PANDEMIA
Attenzione però a cadere nell'errore di sedersi sugli allori. Nei prossimi anni infatti i dati potrebbero non seguire quel trend di miglioramento che ha caratterizzato il passato recente. Alla presentazione del volume è emersa anche la criticità, dovuta alla pandemia, delle diagnosi tardive. «Per il tumore della mammella -spiega Anna Sapino, Presidente SIAPEC-IAP- il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% rispetto al 2019 e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole. Vi è stato un aumento significativo dei tumori del seno pT2 (compresi tra 2 e 5 cm), a fronte della diminuzione di quelli più piccoli (pT1, tra 1 e 5 mm). Anche per il colon-retto si è registrata una riduzione dei casi operati nel 2020, inferiore del 13% (-464 casi) rispetto al 2019, con un calo particolarmente marcato per i tumori in situ, mentre si è registrato un aumento significativo delle neoplasie con perforazione del peritoneo. I risultati di questa indagine fanno emergere, in generale e per entrambe le patologie, una diminuzione dei tumori in situ caratterizzati da alte probabilità di guarigione (-11% per la mammella, -32% per il colon-retto), che può essere la conseguenza della temporanea riduzione degli screening oncologici nel 2020».
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Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.