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Oncologia
Redazione
pubblicato il 19-09-2017

Esistono regole condivise per lo screening dei tumori della pelle?



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Nessuno studio ha dimostrato che una valutazione generale della popolazione riesca a ridurre la mortalità per tumori della pelle. Quanto ai controlli da fare, non resta dunque che parlarne individualmente col proprio medico

Esistono regole condivise per lo screening dei tumori della pelle?

Le indicazioni delle società scientifiche e delle autorità sanitarie in materia di screening dei tumori della pelle - un esame diagnostico che entra a far parte di un protocollo per la diagnosi precoce di una malattia effettuato a tappeto su un’intera categoria di persone - sono molto eterogenee e non prevedono esami di screening, consigliati indistintamente a tutti e con cadenze regolari.

Questo perché nessuno studio ha dimostrato che una valutazione generale della popolazione riesca a ridurre la mortalità per tumori della pelle e in particolare per il melanoma.

COME RICONOSCERE UN NEO SOSPETTO?

Il ministero della Salute italiano si limita quindi a fornire consigli generali da discutere individualmente col proprio medico: eseguire l’autoesame, effettuare una mappatura dei nei con visita specialistica a 50 anni (o prima in caso di storia famigliare di melanoma, di presenza di lesioni precancerose come la cheratosi attinica oppure di fototipo a rischio, cioè pelle chiara, occhi azzurri, capelli chiari o rossi).

I risultati sono da conservare come riferimento per rivolgersi al medico in caso si notino dei cambiamenti.

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