Scoperto uno dei meccanismi che porta al vomito post-chemioterapia. Aver compreso quale circuito cerebrale è coinvolto è la base per lo sviluppo di possibili nuovi farmaci
Sensazione di nausea e vomito sono tra gli effetti collaterali più frequenti di alcune tipologie di chemioterapia. Purtroppo però, per alleviare questi sintomi, non esistono ancora trattamenti altamente efficaci. Individuare i meccanismi alla base di questi fenomeni è di fondamentale importanza per cercare di sviluppare possibili rimedi. Secondo uno studio da poco pubblicato sulle pagine della rivista Cell, l'interleuchina-33 -una sostanza prodotta dal nostro sistema immunitario- sarebbe il mediatore responsabile di nausea e vomito. Bloccandola, come avvenuto in modello animale, si potrebbero ridurre i sintomi associati alla chemioterapia.
NAUSEA IN CHEMIOTERAPIA: LE RAGIONI
Nausea e vomito sono effetti abbastanza frequenti nelle cure anticancro. Si calcola che ne soffrano circa il 50% dei pazienti sottoposti a chemioterapia. Oltre al fastidio oggettivo, il vomito -ovvero l'energica contrazione della muscolatura gastrica e addominale che provoca la fuoriuscita del contenuto dello stomaco attraverso la bocca- è una condizione che può causare perdita di liquidi e malassorbimento, situazioni complicate per chi è già debilitato dalle terapie anticancro. Il vomito in particolare è dovuto al danno che la chemioterapia svolge sulle cellule della mucosa gastrica. Questi danni sono percepiti a livello cerebrale -grazie al collegamento nervono tra intestino e cervello- per innescare il processo che porta all'eliminazione dell sostanza tramite il vomito. Comprendere i mediatori di questo processo è fondamentale per cercare di sviluppare farmaci in grado di prevenire il fenomeno.
I FARMACI OGGI DISPONIBILI
Ad oggi uno degli attori maggiormente implicati nel vomito da chemioterapia è la serotonina a livello dell'apparato digerente tramite la presenza dei recettori 5-HT3. Non a caso i principali farmaci in commercio per attenuare il vomito -come, ad esempio, ondansetrone- svolgono la loro azione su questo circuito. Ma la serotonina non è l'unico messaggero implicato in questo fenomeno. Negli scorsi anni sono stati sviluppati farmaci appatrtenenti alla categoria degli antagonisti del recettore della neurochinina-1, una sostanza presente a livello cerebrale implicata nella contrazione della muscolatura liscia delle pareti della vescica, dell'utero, delle vie aeree e dell'intestino.
IL RUOLO DELL'INTERLEUCHINA-33
Ora, grazie ad uno studio pubblicato su Cell ad opera dei ricercatori del Tsinghua University di Pechino, si aggiunge un ulteriore tassello di conoscenza al meccanismo. Nell'analisi, effettuata in modello animale, gli scienziati cinesi hanno identificato un nuovo circuito coinvolto nella sensazione del vomito. In questo caso, in seguito alla somministrazione della chemioterapia, gli scienziati hanno visto un'attivazione di particolari cellule dell'apparato digerente mediata dall'interleuchina-33, sostanza che viene prodotta dal sistema immunitario. Nello studio, andando a bloccare l'attività di questo mediatore dell'infiammazione, il vomito veniva meno. Un risultato importante su cui costruire nuove ricerche volte a sviluppare farmaci in grado di interferire con l'interleuchina-33 per ridurre gli episodi di vomito associati alla chemioterapia.
I CONSIGLI NUTRIZIONALI
Ma gli interventi farmacologici non sono le sole strategie per evitare i disagi causati dalla chemio. Qualche piccola accortezza in fatto di alimentazione può essere molto utile. Un esempio? E' indicato frazionare i pasti in 5-6 spuntini affinché lo stomaco non resti mai vuoto, masticare lentamente il cibo che deve essere a temperatura ambiente. Scegliere soprattutto cibi salati e asciutti (per esempio gallette di riso integrale già salate, aggiungendo olio extravergine di oliva e/o patè di olive). Evitare fritti o cibi caratterizzati da un forte odore, cereali cotti al forno, cibi e bevande dolci (è noto che il dolce aumenta la sensazione di nausea) e proteine animali. Non assumere grandi quantità di liquidi durante i pasti: bere invece a piccoli sorsi una tisana di zenzero.
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Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.