Sviluppato in forma di compresse un vaccino in grado di prevenire le infezioni da norovirus. Positivi i primi risultati nell'uomo

Prevenire le infezioni da norovirus, l'agente infettivo della maggior parte delle gastroenteriti, potrebbe essere presto possibile grazie ad una "speciale" vaccinazione in formato compresse. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine della rivista Science Translational Medicine.
CHE COSA SONO LE INFEZIONI DA NOROVIRUS?
Il norovirus è una delle principali cause di gastroenterite acuta a livello globale. La diarrea è il sintomo più comune, manifestandosi in circa il 90% dei casi, mentre il vomito si presenta nel 75% dei pazienti. I sintomi generalmente durano 2-3 giorni, ma nei bambini piccoli e negli anziani possono persistere più a lungo. Sebbene la malattia sia generalmente autolimitante e la maggior parte delle persone guarisca senza complicazioni, nei soggetti più vulnerabili –anziani, bambini e individui immunocompromessi- può diventare pericolosa, aumentando il rischio di disidratazione e complicanze.
COME SI PREVENGONO?
Ad oggi non esiste un vaccino in grado di prevenire l'infezione. Il norovirus si diffonde principalmente per via oro-fecale attraverso il contatto con feci, vomito o superfici contaminate, ma soprattutto tramite trasmissione diretta da persona a persona. La sua elevata contagiosità è dovuta al fatto che bastano poche particelle virali per causare l'infezione e che il periodo di incubazione è breve (1-2 giorni), favorendo una rapida diffusione. Le superfici contaminate rappresentano un'importante fonte di infezione, in particolare quando il virus viene disperso nell’aria sotto forma di aerosol, generato dal vomito o dall’utilizzo dello sciacquone del bagno nelle persone infette. Per limitare la diffusione del norovirus è fondamentale adottare rigorose misure igieniche.
UN VACCINO IN COMPRESSE
Da tempo il mondo della ricerca è al lavoro nell'intento di creare un vaccino efficace per prevenire le infezioni da norovirus. Uno di essi è VXA-G1.1-NN, un vaccino orale in compresse progettato per trasportare e rilasciare nell’intestino la proteina VP1, il principale bersaglio del sistema immunitario. Lo studio da poco pubblicato ha coinvolto adulti sani tra i 55 e gli 80 anni. I risultati di fase I hanno innanzitutto dimostrato che il vaccino è sicuro e ben tollerato in tutti i partecipanti. Da un punto di vista immunitario il vaccino ha indotto una forte produzione di anticorpi IgG e IgA. La risposta è stata dose-dipendente e si è mantenuta fino a 210 giorni dopo la vaccinazione. Inoltre, il vaccino ha stimolato una significativa attivazione della risposta mucosale con un aumento degli anticorpi IgA nel sangue, nella saliva e nei fluidi nasali. Questo -sottolineano gli autori- potrebbe rappresentare un importante meccanismo di difesa contro il virus che si trasmette per via oro-fecale e può essere inalato attraverso aerosol contaminati.
PROSPETTIVE FUTURE
I dati ottenuti confermano il potenziale dei vaccini orali contro il norovirus, un'opzione particolarmente vantaggiosa per proteggere le fasce più vulnerabili, come gli anziani. Sono già in corso studi su versioni bivalenti del vaccino, progettate per offrire una copertura più ampia contro diverse varianti del virus. Se validati su scala più ampia, questi risultati potrebbero segnare un passo avanti nella prevenzione, garantendo una maggiore protezione ai soggetti a rischio e riducendo l'impatto della malattia sulla sanità pubblica.

Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.