Per ridurre il rischio di tumore ovarico nelle pazienti predisposte si ricorre all’asportazione di ovaie e tube. Asportare solo le tube di Falloppio potrebbe ridurre il rischio di tumore, ma con meno implicazioni negative?
Per le donne ad alto rischio di sviluppare un tumore ovarico è consigliata l’annessiectomia bilaterale, ovvero l’asportazione di ovaie e tube di Falloppio. In questo modo, il rischio si riduce in maniera estremamente significativa, tuttavia, non sono da trascurare le implicazioni dell’operazione che possono compromettere la qualità di vita delle pazienti.
Esistono metodiche alternative, come l’asportazione delle sole tube di Falloppio, che potrebbero ridurre il rischio tumorale, ma con minori conseguenze negative?
TUMORE OVARICO, COME RIDURRE IL RISCHIO?
L’annessiectomia profilattica è legata alla necessità di fare prevenzione per il tumore dell'ovaio nella popolazione ad alto rischio. Si parla di donne con mutazione dei geni BRCA 1 e 2, a cui si stanno aggiungendo anche pazienti con mutazioni di altro tipo. Questa operazione si rende necessaria perché, al di là della possibilità di ridurre il rischio di tumore dell'ovaio con l’ uso della pillola estro-progestinica, al momento non esistono test ed esami per effettuare diagnosi precoce del tumore ovarico e per ridurre il rischio l'annessiectomia è l'unico metodo. Se si parla di rischio di tumore ovarico, perché non è sufficiente rimuovere le ovaie?
«Le tube di Falloppio sono la prima sede di insorgenza delle lesioni pre-neoplastiche e dei tumori sierosi di alto grado», spiega la dottoressa Dorella Franchi, Responsabile della Ginecologia preventiva dello IEO. «Esiste un 20-30% di tumori che, tuttavia, non sembra originare nelle tube, ma proprio nell'ovaio. Il rischio di sviluppare tumore, rimuovendo sia ovaie sia tube si riduce in percentuali elevatissime, tra il 75 e il 96%. Purtroppo, esiste comunque un rischio, seppur basso, che il carcinoma ovarico sieroso di alto grado si sviluppi a livello peritoneale».
VANTAGGI E SVANTAGGI
Quali potrebbero essere i vantaggi dell’asportazione delle sole tube di Falloppio, ma non delle ovaie, per ridurre il rischio di tumore?
«Attualmente non esistono linee guida che indichino la salpingectomia profilattica, ovvero l'ascportazione delle sole tube, come metodica volta a ridurre il rischio di tumore ovarico – prosegue la dottoressa Franchi – infatti, se non all’interno di trial clinici volti a valutarne l’impatto e l’efficacia, non è consigliata nella pratica clinica quotidiana. In casi selezionati siamo noi a proporla, ad esempio se la paziente è reticente nei confronti dell'annessiecomtia profilattica e chiede una possibile alternativa. Al momento allo IEO gli interventi per alto rischio - genetico o famigliare - sono circa 120 - 140 l'anno. Pensare di proporre in prima battuta questa metodica alle pazienti ad alto rischio, posticipando il più possibile la rimozione ovarica, porterebbe con sé alcuni vantaggi. Considerando che l’annessiectomia profilattica viene proposta a pazienti giovani in pre menopausa, con l’asportazione di ovaie e tube, queste si troverebbero in una situazione di menopausa precoce indotta chirurgicamente. Le pazienti potrebbero quindi soffrire di disturbi vasomotori, disturbi da atrofia vulvo-vaginale, disturbi dell’umore e del sonno, ed essere esposte a un maggior rischio di sviluppare, negli anni successivi, malattie cardiovascolari, osteoporosi e deficit cognitivi. Per ovviare, o quantomeno alleviare, la maggior parte dei disturbi della menopausa indotta, viene somministrata la terapia ormonale sostitutiva, offerta solo alle pazienti mutate sane, senza un pregresso tumore alla mammella. Ad ogni modo, rimuovendo solo le tube si eviterebbero tutte queste problematiche. Lasciando le ovaie, però, la paziente potrebbe avere un rischio maggiore di sviluppare tumore alla mammella, che continuerà ad essere stimolata dagli ormoni ovarici. La paziente va opportunamente informata e guidata a considerare le sue priorità e preferenze: è maggiore la paura del rischio della patologia oncologica o della menopausa indotta?».
GLI INTERVENTI SONO RIMBORSATI?
L’indicazione all'annessiectomia profilattica è precisa: le pazienti che possono effettuare l'intervento rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale sono quelle con mutazione genetica BRCA 1 o 2, oppure pazienti con storia familiare, di primo grado soprattutto, anche in assenza di mutazione genetica comprovata. La salpingectomia, invece, non facendo parte di nessuna linea guida, non prevede alcuna rimborsabilità al momento».
LA SALPINGECTOMIA OPPORTUNISTICA
Ci sono situazioni particolari, però, in cui viene consigliata una salpingectomia concomitante, detta anche opportunistica, nelle pazienti che si sottopongono a isterectomia, ovvero asportazione dell’utero ad esempio a causa di fibromi. In questo caso si consiglia l'asportazione delle tube con preservazione delle ovaie in donne in pre menopausa. Come confermato da recenti studi, l’ultimo pubblicato sulla rivista Jama Network Open, la salpingectomia opportunistica pare ridurre in maniera più significativa, rispetto alla sola isterectomia o alla chiusura delle tube, il rischio di tumore delle ovaie. Non solo, anche il rischio di tumori ovarici a cellule chiare o endometrioidi, è ridotto con l’asportazione delle tube.
COME PRESERVARE LA FERTILITÀ?
Le pazienti ad alto rischio di sviluppare neoplasie ginecologiche vengono opportunamente informate sulle varie possibilità legate alla preservazione della fertilità. Sia interventi preventivi come asportazione di ovaie e tube, sia trattamenti chemioterapici in caso di sviluppo del tumore, infatti, minano la salute riproduttiva.
«Tutte le linee guida nazionali e internazionali enfatizzano l’importanza di un adeguato counselling multidisciplinare sugli aspetti riproduttivi in tutte le pazienti a rischio di sviluppare un tumore, al fine di poter dare la possibilità di intraprendere il percorso più adatto alle loro esigenze. Ci saranno donne che preferiranno provare ad avere un figlio, e solo dopo procedere con l’annessiectomia, oppure crioconservare gli ovuli o, ancora, per timore di passare la mutazione ai propri figli, preferiranno ricorrere alla fecondazione eterologa con ovodonazione. Le strategie riguardanti la preservazione della fertilità, dunque, vanno personalizzate al massimo, in base alla storia della paziente, alle sue paure e al desiderio di gravidanza»
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Fonti
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile