L’ormone stimola nel cervello la creazione di neurotrasmettitori simili a quelli prodotti dalla droga. In futuro forse un aiuto per l’autismo
L’ossitocina, un neuro-ormone associato alle relazioni interpersonali, potrebbe aumentare il piacere dei rapporti sociali stimolando nel cervello la produzione di neurotrasmettitori in maniera simile a quanto accade con la marijuana. Una ricerca dell’Università California-Irvine evidenzia ora un forte legame tra ossitocina e anandamide, una molecola il cui nome deriva dalla parola indiana "ananda" che significala “beatitudine” proprio per il suo ruolo nell’attivare i recettori cannabinoidi e far crescere la spinta vitale e la gioia.
COME AGISCE L’OSSITOCINA
Va detto, in fatto di soprannomi, che l’ossitocina viene definita “l’ormone dell’amore” o “l’ormone degli abbracci”. Si prospetta dunque un’abbinata nel segno della felicità in questo studio che è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. L’anandamide fa parte di un gruppo di sostanze autoprodotte dal cervello dette endocannabinoidi le quali attivano gli stessi recettori cerebrali sui quali agisce l’ingrediente attivo della marijuana, il Thc, con esiti similari sul comportamento. E si è anche visto che l’ossitocina rinforza i legami sociali inducendo la formazione proprio di anandamide.
POSSIBILI APPLICAZIONI
Questa ricerca rimanda a una precedente del 2011 in Olanda che sottolineava come l’ossitocina spinga anche ad essere più estroversi e ricorda che ci sono studi in corso per vedere se si può derivarne un’applicazione per la cura dell’autismo, che ha come caratteristica la chiusura verso gli altri. Bice Chini, primo ricercatore del Cnr all’Istituto di Neuroscienze di Milano, si occupa di ossitocina da vent’anni, con grande passione: «Da 5-10 anni è scoppiato un vero boom di interesse scientifico per questo ormone, anche perché è relativamente da poco che ci si occupa del cervello sociale e relazionale, che si riteneva del tutto "inaccessibile" alla ricerca neurobiologica».
IL PIACERE DI STARE INSIEME
L’ossitocina, spiega, è implicata nei legami familiari, e più in generale dei gruppi sociali. E nella socialità c’è una parte di gratificazione, in quanto l’uomo è un essere sociale. E, in isolamento, soffre. «Quando si entra in una nuova cerchia si vive una certa ansia, poi però è forte il reward, la gratificazione. Si sapeva che in questa svolta entrava in gioco la dopamina e certo l’anandamide, la “marijuana endogena”. Ora ecco l’ossitocina che si inserisce nel creare la gratificazione, il “premio” sociale, insieme con anamdamide e dopamina». Quanto alla prospettiva di ricavare da questi risultati una terapia per l’autismo, Bice Chini non lo esclude, ma – avverte – gli studi sono in una fase ancora molto preliminare.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.