Nei pazienti affetti da parkinsonismo che sperimentano difficoltà motorie ed indolenzimenti la terapia con cannabinoidi potrebbe giovare? La parola all’esperto
Ho un familiare che da circa tre anni, a seguito di traumi, è affetto da parkinsonismo vascolare con episodi di freezing. Il neurologo non ha prescritto farmaci, mentre la fisioterapia prescritta dal fisiatra ha determinato un leggero miglioramento dei movimenti, ma l'indolenzimento generale non ne ha beneficiato. La terapia con i cannabinoidi potrebbe giovare?
Marilena (domanda pervenuta tramite il form L’esperto risponde)
Risponde il dottor Roberto Cilia, neurologo presso la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano
Non vi sono evidenze per consigliare l’utilizzo della terapia con cannabinoidi nel controllo dei disturbi motori legati alla malattia di Parkinson e ai parkinsonismi. Gli studi clinici, infatti, hanno dato risultati poco soddisfacenti in termini di efficacia. Non sembrano giovarne sintomi come rigidità, bradicinesia (rallentamento motorio), instabilità posturale e disturbi della marcia come il “freezing”, ovvero la difficoltà ad iniziare il cammino oppure a modificarne la direzione con la sensazione di avere i piedi ‘incollati’ al pavimento.
I TRATTAMENTI MIGLIORI
Nella letteratura scientifica esistono alcune descrizioni aneddotiche circa moderati benefici nei confronti di alcuni sintomi del Parkinson come tremore o movimenti involontari (discinesie), ma studi più robusti ed attendibili, come quelli in doppio cieco, randomizzati e controllati con placebo, hanno dato risultati di efficacia dei cannabinoidi piuttosto deludenti, per quanto globalmente siano ben tollerati. Per quanto riguarda i cannabinoidi, l'indicazione è dunque quella di attendere ulteriori studi scientifici e, nell’attesa, di procedere con le terapie standard, qualora siano indicate da parte neurologo. Si tratta da un lato di trattamento farmacologico con Levodopa, e dall’altro di trattamento riabilitativo mirato, ovvero fisioterapia, che spesso è ancora più efficace della terapia farmacologica nelle forme di parkinsonismi secondari, come quello vascolare menzionato in questa specifica domanda.
QUANDO USARE I CANNABINOIDI?
In generale i cannabinoidi si utilizzano per controllare il dolore e, anche nei parkinsonismi, in caso di dolore causato da elevata rigidità muscolare o da altri tipi di ‘contratture muscolari’ (come ad esempio le distonie), gli studi hanno dato risultati di efficacia più incoraggianti rispetto al controllo del rallentamento motorio e/o del cammino. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che in caso di dolore la prima cosa da fare è cercare di capire le cause sottese per cercare di risolverle, e, solo in caso di fallimento delle terapie standard, farmacologiche o riabilitative, si potrebbe provare a utilizzare i cannabinoidi come trattamenti di seconda o terza scelta.