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Cardiologia
Serena Zoli
pubblicato il 10-04-2024

Il consumo di cannabis aumenta il rischio infarto e ictus



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L'utilizzo della cannabis in tutte le sue forme mette a rischio la salute del sistema cardiovascolare

Il consumo di cannabis aumenta il rischio infarto e ictus

Un consumo regolare e massiccio di cannabis può esporre ad un aumentato rischio di sviluppare problemi cardiovascolari come ictus e infarti. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata sul Journal of American Heart Association.

LO STUDIO

L'analisi è stata realizzata dalla dottoressa Abra Jeffers del Massachusetts General Hospital e suoi colleghi deducendo i dati di ben 434 mila adulti di età 18-74 anni di 27 stati statunitensi dal Behavioral Risk Factor Surveillance Survey tra il 2016 e 2020. Questi registri contengono le dichiarazioni sull’uso di cannabis e sulla frequenza di tale uso. Tra tutte le persone coinvolte il 4% ha riferito di usare la cannabis tutti i giorni. Il 75% del totale ha riferito di fumarla mentre il 25% per assumere la droga la beve, la mangia o la inala tramite un vapolizzatore.

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AUMENTA IL RISCHIO

Fra i consumatori quotidiani di hashish o marijuana è stato rilevato un rischio aumentato del 25% di un attacco di cuore e del 42% di un ictus, rispetto ai partecipanti che non usavano cannabis. Secondo i ricercatori i meccanismi che collegano la droga al cuore non sono chiari, molti fattori potrebbero concorrere. E sottolineano che i re cettori dei cannabinoidi – la p arte delle cellule che riconosce il tetraidrocannabinolo (Thc) , il maggiore ingrediente psicoattivo della cannabis – sono ampiamente diffusi nei tessuti cardiovascolari del corpo e potrebbero aumentare il rischio cardiaco.

LE CONFERME

Notano i ricercatori che è particolarmente importante che i pazienti e i politici che decidono i regolamenti conoscano i pericoli sopra descritti visto anche che la pubblica percezione dei rischi legati a marijuana e hashish è in diminuendo. Il primario del Serd (Servizio per le Dipendenze) dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano Gianmaria Zita commenta così questa ricerca: «Non rivela novità, ma dà conferme. Ed è importante perché sulla cannabis sappiamo poco. Non sappiamo quali persone siano più esposte, come predisposizione, di altre ai suoi danni, né conosciamo i danni nei vari distretti del corpo. Del sistema cardiovascolare si sapeva, certo, ma paiono alte le incidenze, 25% e 42% in caso di un uso massiccio, sia ben chiaro. Qui si tratta di un uso quotidiano».

I RISCHI PER LA MENTE

Che cosa si sa degli effetti negativi della cannabis? Prosegue lo psichiatra: «Il presupposto è che è meglio non assumere queste sostanze perché non apportano nulla di arricchente all’organismo. Di sicuro si sa che sono negative per la memoria, la capacità di concentrazione, indubbiamente anche qui consideriamo un uso massiccio. Sull’uso sporadico della cannabis ancora non sappiamo molto. La si studia sull’onda delle pratiche e delle istanze di liberalizzazione ».

LA CANNABIS TERAPEUTICA

Nella ricerca americana c’è una novità degna di nota. «Di solito si parla e si tratta di cannabis fumata – nota Gianmaria Zita – e la combustione è di per sé cancerogena. Qui invece sono inclusi i mezzi di consumo di svapo, il mangiare e il bere: in questi esempi non ci sono materie bruciate che si inalano e sappiamo essere dannose, però il danno da uso massiccio di cannabis per il cuore e come ictus risulta lo stesso, evidente»

LA PREVENZIONE

In un quadro dove sono ancora molte le incertezze sul l’uso saltuario delle droghe cosiddette leggere risalta però chiara, per lo specialista, l’ammonizione da dare al consumatore adulto: «Se si tratta di una persona che ha altri fattori di rischio cardiovascolare, come sedentarietà, obesità, abuso di alcol, fumo, il consiglio è di lasciar stare la cannabis perché equivale ad aggiungere un altro fattore di ris chio a quelli che già si hanno. Certo, in genere mi dicono: “Eh, la fumo ogni tanto perché mi rilassa ”. Già, ma a che prezzo?»

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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