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Neuroscienze
Caterina Fazion
pubblicato il 05-10-2023

Dipendenza da smartphone: ecco come gestirla



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Come prevenire, riconoscere e attenuare l’uso eccessivo degli smartphone nei ragazzi? La parola all’esperta

Dipendenza da smartphone: ecco come gestirla

Vista la grande diffusione di smartphone e tablet, il rischio di andare incontro a un uso smodato dei dispostivi elettronici, soprattutto per i ragazzi, è alto. Ma è corretto parlare di vera e propria dipendenza da smartphone? In realtà questo disturbo non rientra in nessuna sezione del DSM-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali più aggiornato; ad ogni modo, chi fa un uso eccessivo dello smartphone presenta caratteristiche condivise con chi soffre di altre dipendenze, come alcol e droghe, quali perdita di controllo e astinenza.

Per capire come prevenire, riconoscere e attenuare questo disturbo nei ragazzi abbiamo parlato con la dottoressa Adelia Lucattini, membro della Società Psicoanalitica Italiana.

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Da cosa è caratterizzata la “dipendenza” da smartphone?

La “dipendenza” da smartphone è caratterizzata principalmente da un uso compulsivo del mezzo. Parliamo dello smartphone perché è il dispositivo digitale a cui i giovani hanno maggior accesso. Si tratta di uno strumento ubiquitario, usato anche dalla popolazione più giovane, e non a caso si sta diffondendo sempre più il termine “nomofobia”, proprio per indicare la paura di restare senza il proprio telefono. La dipendenza, però, non è dall'oggetto in sé, ma dai suoi contenuti, di cui i ragazzi usufruiscono tramite internet, dipendenza che in questo caso è riportata nel manuale DSM-5.

Qual è la portata del fenomeno?

Tra i ragazzi della Generazione Z, in Italia, ad avere lo smartphone prima degli 11 anni sono in sette su dieci, e sono sei, in media, le ore di utilizzo del cellulare al giorno; anche se il 25,4% dei giovani supera le 8 ore. Dato che il problema della dipendenza, maggiore nelle ragazze, non è legato all’oggetto in sé, ma ai contenuti che esso può veicolare grazie all’accesso a internet, in Italia sono quasi 100mila i ragazzi che presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social Media.

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Perché gli adolescenti sono i più colpiti?

Il motivo per cui gli adolescenti sono così soggetti ad un uso smodato degli smartphone è in realtà dovuto a più fattori. Da un lato vi è la costruzione ad hoc delle applicazioni per ragazzi, dei giochi e dei vari contenuti che, di per sé, ingenerano dipendenza, andando ad incidere sul sistema dopaminergico, che regola il circuito della gratificazione-frustrazione. Si tratta di contenuti estremamente colorati, psicostimolanti ed eccitanti. Tutti, dunque, sono a rischio di dipendenza anche se non hanno problematiche pregresse. Inoltre, dobbiamo considerare il periodo particolare dell’adolescenza: i cambiamenti, i turbamenti e le ansie sono tanti, gli adolescenti sono in crescita e positivamente esuberanti. Sperimentano per la prima volta emozioni forti in un corpo che cambia: hanno delle pulsioni che non riescono a gestire e che spesso placano attraverso i contenuti dello smartphone che hanno sempre con sé, anche a scuola.

Perché i contenuti per ragazzi creano questa grande dipendenza?

Gli adolescenti vivono una turbolenza emotiva che li preoccupa costantemente, e spesso trovano nello smartphone una consolazione che li placa. Correre, studiare, leggere e recitare sono sempre stati ottimi metodi per controllare l’ansia. Al giorno d’oggi, invece, i turbamenti tendono ad essere attenuati osservando le storie degli altri. Ci sono tutta una serie di contenuti ingannevoli che da un lato calmano e dall'altro eccitano: per esempio il contenuto calma, ma la frequenza e la velocità con cui viene visto, eccita i ragazzi. Si crea una stabilità emotiva che spinge a stare su quel contenuto per cercare i minuti di calma, senza rendersi conto che c'è invece un effetto eccitatorio provocato dal contenuto stesso.

Quali sono i campanelli di allarme a cui prestare attenzione?

Si può parlare di “dipendenza” da smartphone quando se ne fa un uso compulsivo, indipendente dalla volontà: quello di connettersi e guardare il telefono è un impulso incontrollabile. Quando i ragazzi non hanno accesso allo smartphone perché scarico oppure rotto, per cui hanno l'oggetto ma non possono usufruire dei contenuti, presentano sintomi simili all’astinenza da alcune sostanze stupefacenti come ansia, insonnia, inappetenza, agitazione fisica, irritabilità. Spesso i ragazzi sono irrequieti, urlano e fanno di tutto per farsi aggiustare il mezzo, o ricaricarlo, il prima possibile.

Un altro effetto molto negativo dell’uso smodato dello smartphone è l'insonnia, perché la dipendenza non ha orario. L'ansia esplode solitamente al risveglio e prima di andare a dormire per cui c’è la tendenza ad utilizzarlo di notte, ma soprattutto a tenerlo acceso. Il risultato? Al minimo suono o vibrazione i ragazzi si svegliano per controllare le notifiche e al mattino faticheranno a svegliarsi a causa del sonno frammentario della notte. I ragazzi che sperimentano una dipendenza non si separano mai dallo smartphone, lo portano in bagno, anche quando fanno la doccia. Al mare, per esempio, potrebbero decidere di non immergersi in acqua per non dover lasciare il telefono. Inoltre, in situazioni di socialità, hanno sempre lo smartphone acceso con le varie notifiche attivate, che non riescono ad evitare di controllare continuamente per paura di perdersi qualcosa. Alcuni ragazzi si rifiutano di consegnarlo a scuola o, addirittura, ne hanno due in modo tale che possano consegnarne uno, ma avere sempre con sé l’altro.

Perché lo smartphone è un oggetto così indispensabile per i ragazzi?

I ragazzi ritengono così utile lo smartphone perché spesso si sentono soli. È vero che, soprattutto dopo la pandemia, sono aumentati i casi di ansia e depressione, ma esiste un elemento costante, presente da ben prima del lockdown: la solitudine. Questo è dovuto a tanti fenomeni come il fatto che tutti, figli e genitori, siano costretti a stare numerose ore fuori casa. I genitori a causa del lavoro o, pur lavorando da casa, non riescano a dedicare sufficiente attenzione mentale ai figli. Certo, i genitori hanno sempre lavorato, ma un tempo le famiglie erano più numerose e si abitava tutti più vicini. C'era sempre la presenza di qualcuno fidato su cui poter contare. Dire che i genitori utilizzino il cellulare come babysitter trovo sia ingiusto e rischioso per i bambini. Certo, qualcuno lo farà, ma la maggior parte dei genitori si accorgono che i figli, una volta che hanno a disposizione il loro cellulare, sono più tranquilli. La verità è che i più piccoli sono gelosi dello smartphone, oggetto che cattura l’attenzione dei genitori, con cui entrano in competizione, da cui desiderano allontanarli e per questo cercano di sottrarglielo. Nel momento in cui hanno questo oggetto colorato tra le mani ne restano incuriositi e attratti. È l'inizio di un crinale molto pericoloso.

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Come prevenire e risolvere la dipendenza?

L'educazione all'utilizzo degli smartphone è il modo migliore per prevenirne la dipendenza. Se fin da piccoli i bambini avessero dei loro semplici dispositivi digitali, senza accesso a internet, ma in cui sono disponibili giochi adatti alla loro età, sarebbe il modo migliore per impedire una futura dipendenza. Se una cosa è proibita, infatti, viene ricercata; se una cosa invece è permessa, ma controllata, diventa parte integrante della quotidianità. Per aiutare questi ragazzi a superare la dipendenza dallo smartphone lo studio, la lettura, la musica, lo sport e la scuola in generale, hanno un ruolo fondamentale. Da non sottovalutare anche l’utilizzo dello smartphone come supporto alla didattica per veicolare contenuti scolastici. Inoltre, nelle diverse scuole andrebbero implementati corsi per avvicinare bambini e ragazzi al coding, alla robotica e al mondo della programmazione e del digitale. Capire cosa c'è dietro la tecnologia rende più consapevoli e impedisce di usarla in modo patologico.

Quali consigli può dare ai genitori su come gestire figli dipendenti da smartphone?

I genitori dovrebbero dare delle regole per limitare l’uso dello smartphone, soprattutto in determinati contesti. Ad esempio dovrebbe esserne disincentivato l’utilizzo a tavola. Ritirare lo smartphone come punizione, purché non sia umiliante o offensiva, se necessario, potrebbe essere una soluzione; l’importante è che la punizione sia reversibile. A questo proposito funziona bene il sistema premiante: alla punizione, come il ritiro dello smartphone per una settimana, il ragazzo può rimediare svolgendo lavoretti utili in casa o aiutando un fratello o una sorella nello svolgimento dei compiti. Inoltre, va tenuto conto che il telefono come strumento per garantire la sicurezza di bambini e ragazzi è necessario. Avere un cellulare senza accesso a internet, contenente soltanto i numeri dei genitori e delle forze dell’ordine, potrebbe essere fornito già a partire dalla terza elementare, intorno agli otto anni. Per quanto riguarda lo smartphone, invece, bisognerebbe aspettare i quindici anni prima di averne uno, limitandone il consumo ad un massimo di tre ore giornaliere. Da non dimenticare lo strumento del parental control, o filtro famiglia, un sistema che consente ai genitori di monitorare le attività dei figli in rete e di limitare oppure bloccare l’accesso a determinati siti, attività o categorie di contenuti. Questo strumento ci consente di tutelare la loro sicurezza in rete, aiutando l'autodisciplina, ma senza essere persecutorio. 

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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