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Redazione
pubblicato il 01-06-2017

Quando si ricorre al trapianto di fegato?



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Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, spiega per quali condizioni può essere utile sottoporsi a un trapianto di fegato

Quando si ricorre al trapianto di fegato?

In quali casi risulta indicato sottoporsi a un trapianto di fegato? Francesca M, Cagliari

Il trapianto è indicato per quei pazienti che soffrono di malattie del fegato non trattabili con altri interventi chirurgici o terapie farmacologiche.

La indicazioni più comuni per il trapianto sono la cirrosi epatica, l’insufficienza epatica acuta, il carcinoma del fegato e altre malattie meno frequenti. Le cause più diffuse che determinano la cirrosi epatica sono il tumore epatico, l’infezione cronica da virus dell’epatite B o C, ma anche il protratto uso di alcol.

L’insufficienza epatica acuta può essere causata da infezioni virali, l’intossicazione da paracetamolo o da altri farmaci, l’avvelenamento da ingestione di epatotossine (Amanita Phalloides, un fungo), l’insorgenza della forma acuta del morbo di Wilson.

Per l’epatocarcinoma, quando circoscritto al solo organo, il trapianto di fegato rappresenta una valida cura.

Talvolta, anche tumori benigni come adenomi o angiomi possono richiedere un trapianto.

Tra le malattie meno diffuse per le quali è possibile accedere al trapianto di fegato ci sono l’emocromatosi ereditaria (malattia metabolica), la sindrome di Budd-Chiari, la malattia di Wilson.

 


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