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Daniele Banfi
pubblicato il 26-07-2013

Ecco cosa si deve sapere sull'epatite



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La classificazione dei diversi agenti virali che possono provocare l'epatite. Vaccini disponibili contro i virus dell'Hav e dell'Hbv

Ecco cosa si deve sapere sull'epatite

L'Epatite è una malattia dalle tante facce. Un’infiammazione cronica virale del fegato che può degenerare in cirrosi epatica e tumori. A seconda del virus che infetta le cellule epatiche possiamo distinguerne 5 diverse forme. Ecco le tre principali:

 

EPATITE A

L'epatite A è una forma virale causata dal virus dell'epatite A (HAV). Si trasmette per via oro-fecale attraverso l’ingestione di cibi e bevande contaminate da acque sporche.

I più colpiti generalmente sono gli adulti, almeno nei paesi industrializzati, mentre i bambini sono ancora molto a rischio di contrarre l’infezione nei paesi poveri.

L’epatite A è caratterizzata da un’evoluzione spontanea verso la guarigione completa e nel 90% dei casi si presenta in forme acute benigne.

Cosa fare?

Le misure di prevenzione consistono nel lavaggio delle mani, nell'eliminazione dei liquidi e del cibo contaminato. L'acqua contaminata può essere purificata mediante clorazione, essendo HAV sensibile al cloro o per bollitura a temperature superiori ai 60 °C che denaturano il virus.

Esiste un vaccino che conferisce protezione dopo 4 settimane dalla prima dose, è efficace fino a 20 anni dopo la vaccinazione.

 

EPATITE B

L'epatite B è una forma virale causata dal virus dell'epatite B (HBV). Si tratta di uno dei virus più infettivi al mondo che si trasmette tramite sangue infetto o tramite rapporti sessuali non protetti. La malattia è di difficile individuazione poiché i malati possono anche non presentare sintomi ed essere considerati portatori sani.

L’infezione da virus dell’epatite B può evolvere in 4 differenti modi: decorso acuto e acquisizione della immunità dall’infezione (90%), epatite fulminante con mortalità del 90% (1%), infezione cronica (5% circa), portatore inattivo (5%).

Cosa fare?

Oggi gli italiani di età inferiore a 30 anni sono protetti contro questo virus, mentre nella popolazione di età superiore circa il 15% degli individui ha naturalmente acquisito anticorpi anti HBV protettivi grazie a infezioni spontaneamente guarite.

Molto infatti dipende dall’età: praticamente molti degli adulti che si infettano guariscono spontaneamente mentre gran parte dei neonati e dei bambini con epatite B cronicizzano, ecco perché si vaccinano contro l’epatite B i neonati e non gli adulti.

In caso di presunta infezione, il prima possibile e preferibilmente entro 24-72 ore si può eseguire una profilassi passiva con iniezioni di immunoglobuline anti-HBV ovvero anticorpi diretti contro il virus ed iniziare la vaccinazione completa.

 

EPATITE C

L'epatite C è una forma virale causata dal virus dell'epatite C (HCV). La condivisione di aghi o siringhe è a tutt’oggi il maggior fattore di rischio di contrarre la malattia. Altri fattori includono procedure ospedaliere e ambulatoriali, il tatuaggio e il body piercing eseguiti in ambienti non igienicamente protetti o con strumenti non sterilizzati.

L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di persone positive al virus dell'Epatite C. Circa il 3% della popolazione italiana è entrata in contatto con l'HCV. La cronicizzazione dell’epatite, che accade in più del 70% dei pazienti, si manifesta con transaminasi elevate o fluttuanti e con l’insorgenza della fibrosi.

Cosa fare?

Gli obiettivi terapeutici primari sono: inattivare il virus, bloccare la progressione della malattia, combattere i sintomi e prevenire il tumore al fegato. Il corrente Standard Of Care (SOC) si fonda sulla cosiddetta “terapia duplice”. Le dosi e la durata del trattamento dipendono dal genotipo virale.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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