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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 10-04-2018

Dopo un tumore si possono donare sangue e midollo osseo?



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La donazione di cellule staminali emopoietiche è possibile (e non tutti i casi) se ci si è ammalati di un carcinoma basocellulare primario, di un carcinoma in situ della cervice uterina e di alcuni tumori primari del sistema nervoso centrale

Dopo un tumore si possono donare sangue e midollo osseo?

Perché l'aver avuto un tumore, una volta guariti, vieta di diventare donatori (donatori di midollo, ma anche donatori di sangue)?
Debora S (domanda giunta su Facebook)


Risponde Letizia Lombardini, responsabile dell'area sanitaria del Centro Nazionale Trapianti 

In generale, i criteri di esclusione alla donazione di cellule staminali emopoietiche, di organi e di sangue sono stabiliti sia per tutelare il potenziale donatore sia il ricevente. Nello specifico della domanda posta, l’esclusione dalla donazione dipende dalla tipologia di tumore che il potenziale donatore ha avuto. Pochi sono i tumori che permettono comunque di proseguire con il percorso della donazione di cellule staminali emopoietiche: il carcinoma basocellulare primario (un tumore della pelle), il carcinoma in situ della cervice uterina e alcuni tumori primari del sistema nervoso centrale. Tuttavia, anche in questi casi, la donazione potrà essere eseguita solo dopo un’attenta valutazione.


Chi ha avuto un tumore da cui è guarito potrebbe risentire delle procedure collegate alla donazione di cellule staminali emopoietiche. Infatti, nel caso in cui il potenziale donatore sia stato sottoposto a cicli di radio o chemioterapia per curare il tumore, questi trattamenti potrebbero aver sovraccaricato alcuni organi e pertanto la donazione non è indicata. Inoltre, l’infusione di cellule provenienti da un donatore che ha avuto una storia di tumore potrebbe trasmettere al ricevente, che in quel momento è privo del suo sistema immunitario distrutto dalla chemio o dalla radioterapia alla quale è stato sottoposto per distruggere le cellule malate, una «traccia» di malattia, anche se il soggetto è stato considerato guarito.  

La Fondazione Umberto Veronesi aderisce a: 


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