L’Avis ricorda ai donatori abituali la necessità di mettersi a disposizione anche nei mesi estivi, per non mettere a repentaglio trasfusioni, interventi chirurgici e trapianti d’organo
L’appello è il medesimo che risuona durante ogni estate. «In diverse regioni c’è carenza di sangue: l’invito che rivolgo è quello di programmare le donazioni», afferma Alberto Argentoni, presidente nazionale dell’Associazione Volontari Italiani Sangue (Avis). In Italia la macchina delle donazioni tiene, anche se servirebbe un maggiore impegno da parte dei più giovani. «Ma l’inizio delle ferie e l’ondata di calore che sta colpendo molte regioni italiane sta determinando un preoccupante calo delle donazioni di sangue ed emocomponenti in diverse aree del Paese».
In che modo le donazioni di sangue sono utili ai trapianti d’organo?
IL BUON ESEMPIO ARRIVA DALLE MARCHE
In difficoltà ci sono soprattutto le regioni meridionali. Dall’Asl di Bari fanno sapere che, nei primi quindici giorni di luglio, sono state raccolte seicento sacche di sangue in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 2.298 contro 2.950. Non va molto meglio a Napoli, da cui giunge la denuncia di Raffaele De Martino, presidente dell’Avis Napoli 1. «Manca il ricambio generazionale tra i volontari e l’altruismo si collega principalmente a occasioni straordinarie». Vedasi, riavvolgendo il nastro di un anno, l’incidente ferroviario in provincia di Bari o il terremoto di Amatrice. Mentre, per far fronte alla carenza di sangue in Sicilia e Sardegna, dove il numero dei pazienti talassemici è più alto rispetto alla media nazionale, a tendere la mano sono stati i cittadini delle Marche. Il sistema trasfusionale regionale ha infatti incrementato le chiamate ai donatori e favorito l’accesso ai centri trasfusionali in orari più flessibili. «L’auspicio è che questo episodio funga da buon esempio anche per altre Regioni - ammette Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro Nazionale Sangue -. È importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale, che garantisce l'autosufficienza».
Dalla donazione di sangue un vantaggio pure per la propria salute
IN ITALIA 1.800 TRASFUSIONI AL GIORNO
Il sangue ed i suoi componenti rappresentano una risorsa indispensabile per la cura dei cittadini ed ognuno ha il dovere civico di contribuire affinché questo bene prezioso sia sempre disponibile in tutte le strutture sanitarie del Paese. Secondo i dati diffusi dall’Avis, ogni giorno infatti in Italia circa 1.800 pazienti hanno bisogno di trasfusioni a seguito di malattie, trapianti, interventi chirurgici o incidenti: per un totale di quasi 8.200 unità di sangue che provengono unicamente da quanti volontariamente hanno deciso di donarle. Per tutti loro è necessario «donare sangue e farlo spesso», come peraltro ricordava l’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione dell’ultima giornata mondiale del donatore di sangue.
LIMITI E RACCOMANDAZIONI DOPO UN VIAGGIO ALL’ESTERO
Oltre ai requisiti generali a cui normalmente devono attenersi i donatori di sangue, durante la bella stagione aumenta il numero dei viaggiatori. Conviene dunque sapere che, al ritorno da alcune mete, non è possibile effettuare donazioni per periodi di tempo variabili. A fare il punto della situazione è il Centro Nazionale Sangue:
- Per evitare la possibilità di trasmissione del virus del Nilo occidentale è necessario far trascorrere almeno 28 giorni dalle ultime ore trascorse in uno dei seguenti Comuni: Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Rovigo, Venezia, Brescia, Cremona, Bologna, Ferrara, Padova e Verona. Il discorso è valido, così come nel resto dell’anno, per tutti coloro che rientrano da una vacanza in Canada o negli Stati Uniti. L’infezione, trasmessa dalle zanzare, è asintomatica nell’80 per cento dei casi. Ma, nei casi più gravi, può provocare febbre e una meningo-encefalite talvolta fatale, soprattutto negli anziani.
- la sospensione per 28 giorni vale anche per chi è stato nei Paesi dove sono segnalati casi autoctoni del virus Zika: dal Brasile ad alcune aree del Sud Est asiatico, pur in assenza dei sintomi dell’infezione. Se invece c’è il sospetto di essere stati contagiati, la sospensione sale a 120 giorni.
- Il rischio di vedersi «respingere» (temporaneamente) da un centro trasfusionale esiste inoltre per chi è reduce da un soggiorno nelle zone dove sono presenti i virus Chikungunya e Dengue.
- Rischio stop anche per chi rientra dai Paesi in cui è diffusa la malattia di Chagas (Messico, America Centrale e Sud America), per chi ha viaggiato in aree rurali, soggiornato in camping o praticato trekking: la donazione in questi casi è subordinata alla negatività al test per il parassita Tripanosoma Cruzii.
- Capitolo malaria: al rientro da un’area endemica (Africa subsahariana, Asia, America Latina), occorrerà attendere almeno sei mesi per donare di nuovo.
- La sospensione temporanea può essere richiesta infine anche a chi s’è recato in Stati africani o americani senza essersi vaccinato contro la febbre gialla.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).