Quando ci si ammala di tumore nell'ultima fase della vita, la paura della morte prende il sopravvento. Per questo è importante preservare la qualità della vita dei malati
Una diagnosi di cancro in età avanzata può avere effetti contrastanti. Molti anziani tendono a gestire la sfida mentale e psicologica rappresentata dalla malattia meglio dei pazienti più giovani.
La paura della morte, che è l’elemento preponderante quando ci si aspetta di avere molta vita davanti, da anziani è più sfumata. Allo stesso tempo, però, può comparire un senso di attesa della fine, che si accompagna a depressione, apatia e rinuncia alle relazioni sociali. Frequenti sono poi altri timori: quello del dolore, per esempio, che da anziani tende a essere percepito come ingiusto e totalmente gratuito.
Forte è la paura di perdere l’autonomia così come l’impatto della rottura delle abitudini che, quando si è in là con gli anni, rappresentano un punto di riferimento sicuro per la propria vita, ancor più quando si rende necessario l’allontanamento dalle mura domestiche che altera il senso e i confini della realtà conosciuta. Anche per queste ragioni l’obiettivo del trattamento del cancro nelle persone più anziane è quello di ridurre al minimo il suo impatto su una vita che si fonda su un equilibrio molto precario.
Da qui la scelta di terapie con minimi effetti collaterali e che interferiscano meno possibile con gli altri problemi di salute in modo da garantire una buona qualità di vita il più a lungo possibile.