Valentina Calvenzani, biologa milanese di 39 anni, studia i benefici apportati alla nostra salute da una classe di fito-nutrienti abbondanti in frutta e verdura
Il cibo è la prima medicina; chissà quante volte ci è capitato di sentirlodire.Come molte frasi fatte, anche questahaun fondodi verità: sebbene sia essenziale avere ben chiaro che il cibo di per sé non può curare malattie complesse come i tumori o le malattie cardiovascolari, è sicuramente vero che una corretta alimentazione può aiutarci a prevenirle e ad abbassare il rischio che ci colpiscano.
UNA SCIENZA GIOVANE
La scienza che studia come le molecole presenti nei cibi influenzano i nostri geni e la nostra salute è la nutrigenomica; una disciplina ancora giovane che unisce le scienze della nutrizione alla genetica e alla biologia molecolare, ma che promette di dare un importante contributo. «La vera sfida della medicina e della ricerca nei prossimi cinquant’anni sarà ridurre l’impatto di malattie croniche, come i tumori e le malattie cardiovascolari e degenerative» spiega Valentina Calvenzani, ricercatrice post-doc presso il Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milanosotto la guida delle Professoresse Chiara Tonelli e Katia Petroni, dove conduce progetti di ricerca proprio nell’ambito della nutrigenomica.
Classe 1976, Valentina ha sempre avuto fin da ragazza la passione per la scienza, alimentata da una professoressa molto appassionata alle superiori che l’ha incoraggiata verso la carriera scientifica. Dopo il diploma al liceo scientifico si è laureata in Scienze Biologiche e ha successivamente conseguito un Dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari all’Università degli studi di Milano, ateneo dove ha sempre svolto la sua attività di ricerca. «Le molecole che introduciamo con l’alimentazione interagiscono col nostro organismo non solo a livello di metabolismo e reazioni biochimiche, ma anche modificando l’espressione genica, cioè il meccanismo con cui la cellula accende o spegne certi geni nei processi fisiologici e patologici» spiega Valentina. Le nostre scelte alimentari quindi possono dare un grande contributo allo stato di salute generale del nostro organismo.
POLIFENOLI: ALLEATI DELLA SALUTE
La natura infatti ci mette a disposizione negli alimenti armi naturali che aiutano a mantenerci in salute. Tra le più famose ci sono i polifenoli: un gruppo di circa 5000 molecole che condividono una stessa struttura chimica di base ad anello. Sono prodotti dal metabolismo delle piante, abbondanti quindi in frutta e verdura. Sono potenti antiossidanti; neutralizzano i radicali liberi e altre molecole reattive, contrastando l’invecchiamento cellulare e diminuendo il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. Dei polifenoli fanno parte anche i flavonoidi, tra i quali di grande interesse sono le antocianine; le molecoleche conferiscono il colore rosso o blu/violaceo ai vegetali; ne sono ricchi ad esempio le melanzane, le arance rosse e i frutti di bosco.
PROTEZIONE CARDIACA
Proprio le antocianine del mais rosso sono l’oggetto delle ricerche di Valentina. In particolare, Valentina vuole studiare la loro azione protettiva sul cuore dagli effetti collaterali della chemioterapia da doxorubicina. La doxorubicina è un antibiotico molto usato in oncologia poiché agisce contro diversi tipi di tumori -carcinomi del seno, del polmone e dell’ovaio, osteosarcomi, linfomi, leucemie acute e neuroblastoma- ma che può essere tossico per il cuore.
«Sappiamo che le antocianine possono avere sul cuore un effetto protettivo dai danni della doxorubicina», spiega Valentina. Il suo obiettivo è oracapire quali sono le concentrazioni ottimali di antocianine da introdurre con l’alimentazione affinché loro stesse non siano tossiche, trovare il meccanismo molecolare attraverso cui si attua la cardioprotezione e verificare che non diminuiscano l’effetto terapeutico antitumorale della doxorubicina, ma solo l’effetto collaterale dannoso sulle cellule del cuore.«I risultati offrirannoun grosso aiuto agli oncologi, che potranno prescrivere ai pazienti in cura con doxorubicina una dieta ricca in antocianine per diminuire gli effetti collaterali pur mantenendo l’efficacia della terapia» conclude Valentina.
ANTOCIANINE CONTRO I TUMORI
Le antocianine, inoltre, sembrano avere anche un ruolo anti-tumorale, almeno su cellule in vitro e in modelli animali. Questo è dunque il grande lavoro di Valentina: capire meglio come le antocianine interagiscono col nostro organismo per mettere a punto strategie di prevenzione e di terapia per alcune delle malattie più gravi e diffuse che ci colpiscono, prime tra tutti i tumori e le malattie cardiovascolari.Una sfida non facile. «Raramente nella scienza si ottengono subito risultati positivi. C’è sempre qualche problema tecnico da risolvere, in particolare quando si mettono a punto nuovi esperimenti», conclude Valentina «La ricerca procede lentamente, non è un investimento a breve termine, ma bisogna avere fiducia e sostenerla:è l’unico modo per aumentare le conoscenze e quindi migliorare la qualità della vita di tutti noi».
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Chiara Segré
Chiara Segré è biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare, con un master in giornalismo e comunicazione della scienza. Ha lavorato otto anni nella ricerca sul cancro e dal 2010 si occupa di divulgazione scientifica. Attualmente è Responsabile della Supervisione Scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, oltre che scrittrice di libri per bambini e ragazzi.