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Fumo
Fabio Di Todaro
pubblicato il 29-01-2015

Una sigaretta ogni tanto non fa male? Sbagliato



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Molti pensano che un consumo sporadico non comporti danni per la salute. Ma non esiste un rischio zero. Dati preoccupanti sulle errate convinzioni dei ragazzini americani

Una sigaretta ogni tanto non fa male? Sbagliato

Svuotare un pacchetto al giorno fa sicuramente più danni rispetto a una sigaretta fumata ogni tanto. Ma mentre i forti fumatori sono consapevoli dei rischi a cui espongono la loro salute, chi accende una “bionda” in maniera sporadica tende a sentirsi al riparo: come se fumare in maniera occasionale non fosse nocivo. 

DOPO ANNI DI FUMO E' COMUNQUE UTILE SMETTERE?

L’INDAGINE

Errata eppure piuttosto diffusa, la convinzione alberga nella mente di molti ragazzini statunitensi. La stragrande maggioranza dei giovani è consapevole dei rischi a cui risultano esposti i fumatori abituali, ma molti di essi ritengono che il fumo "light" - o occasionale - non sia nocivo.

Stando ai dati tratti da un’indagine condotta nel 2012 dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Cdc) e rielaborati da due ricercatori dell’Università di New York in uno studio pubblicato pochi giorni fa su Pediatrics emerge come soltanto il 64% dei quasi 25mila ragazzi - di età compresa tra 6 e 12 anni - ritenga il fumo occasionale un rischio per la salute, mentre un quarto di essi (poco meno di cinquemila) ha affermato che «una sigaretta ogni tanto non comporta alcun danno».

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Il fumo. Una dipendenza che mette a rischio la salute

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

L’indagine è stata compiuta chiedendo loro un’opinione circa le conseguenze di tre diversi livelli di esposizione al fumo: sporadico (poche sigarette ogni giorno), intermittente (poche sigarette, ma non tutti i giorni) e costante (almeno dieci sigarette al giorno).

I risultati hanno portato i due autori dello studio, Stephan Amrock e Michael Weitzman, a una conclusione.

Decenni di lavoro di sensibilizzazione hanno avuto il merito di informare circa gli effetti del fumo sulla salute, ma di strada da fare ce n’è ancora, soprattutto per far capire che anche una boccata ogni tanto può non essere priva di conseguenze.

QUALI CONSEGUENZE?

Dubbi non ce ne sono: chi è un fumatore regolare va incontro a un rischio maggiore di contrarre serie patologie causate dal fumo - nel breve e medio termine - rispetto a chi accende qualche sigaretta in maniera saltuaria.

Ciò non toglie, però, che anche qualche boccata «può creare alterazioni nei geni considerate i primi segni di malattia in un individuo, a carico del polmone ma anche di altri organi», affermava quattro anni fa Ronald Crystal, direttore dell’unità di pneumologia del Presbyterian Hospital di New York e prima firma di uno studio apparso sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, dopo aver valutato le concentrazioni nelle urine di nicotina e cotinina - i due metaboliti attraverso cui si valuta l’esposizione al fumo - prelevati da 12 fumatori a diverse dosi. In sintesi: non c’è un livello di esposizione al di sotto del quale il rischio è pari a zero? «L’effetto genetico nei fumatori occasionali è molto più lieve rispetto ai fumatori regolari, ma ciò non significa che non ci siano conseguenze sulla salute - chiosa Crystal -.

Le alterazioni genetiche sono come un canarino nella miniera di carbone.

Come l’uccellino serviva ai minatori nelle gallerie come campanello d’allarme per rilevare la presenza di gas pericolosi, i geni alterati del Dna avvertono della presenza di potenziali malattie. Il canarino, in questo caso, cinguetta per i pazienti poco esposti e strilla per i fumatori abituali».

 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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