Nuovi studi confermano che il bando agli aromi come il mentolo aiuta a contenere i consumi di tabacco e non favorisce il mercato nero di sigarette
Intorno all’apparentemente innocuo e fresco mentolo si sta giocando una parte importante della partita per limitare i danni del tabacco. Questo aroma infatti è al centro di dispute fra chi chiede di limitarne o bandirne l’uso nei prodotti da fumo e gli sforzi dei produttori per continuare ad utilizzarlo. Il motivo è che da tempo è stato dimostrato che il mentolo è un ingrediente estremamente efficace per migliorare l’attrattività delle sigarette, contribuendo a tenere alto il numero dei consumatori e complicare la vita di chi vorrebbe smettere.
BANDI E PROFEZIE
Nel maggio 2020 è entrato in vigore il bando dell’Unione Europea sugli aromi caratterizzanti nelle sigarette; negli USA (dove i consumi di prodotti da fumo al mentolo sono altissimi: nel 2018 un terzo del mercato, 18 milioni di utilizzatori, con una forte penetrazione fra i più giovani e gli afroamericani) la Food and Drug Administration (FDA) ha annunciato che ci sta pensando. Come sempre accade in prossimità di nuove misure per il controllo del tabacco, si sollevano obiezioni e previsioni infauste, fra cui: “non funzionerà, la gente fumerà lo stesso” e “il divieto aumenterà il commercio illegale di sigarette al mentolo”. Per verificare quest’ultima ipotesi, un team di ricercatori canadesi ha condotto uno studio i cui risultati sono apparsi sulla rivista Tobacco Control. E la risposta è stata: no, bandire le sigarette al mentolo non spinge più fumatori verso il mercato nero.
LA RICERCA SUGLI EFFETTI DEL BANDO
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Waterloo hanno valutato l’impatto dei divieti in diverse aree del paese, confrontando i comportamenti dei fumatori prima e dopo la messa al bando del mentolo dal tabaccaio. Non hanno registrato cambiamenti di abitudini nelle modalità di acquisto delle sigarette. «L’industria del tabacco da sempre proclama che le misure per ridurre il fumo porteranno ad un aumento sostanziale del commercio illegale - ha dichiarato Janet Chung-Hall, prima firma della ricerca. – Possiamo aggiungere il divieto canadese al mentolo alla lunga lista di misure efficaci, come le immagini sui pacchetti e il plain packaging (la rimozione di caratteristiche di brand, logo, colori e grafiche accattivanti, ndr), che una volta valutate hanno smentito le tattiche intimidatorie dell’industria, mostrando che il mercato nero, nei fatti, non aumenta».
IL BANDO DEL MENTOLO FUNZIONA?
Di recente, alcuni studi hanno confermato che togliere dal commercio i prodotti al mentolo concorre ad aumentare il numero delle persone che riescono a smettere (del 7,3 per cento secondo uno studio canadese, che stima che il bando negli USA porterebbe 1,33 milioni di fumatori a smettere). Un’indagine olandese ha osservato i cambiamenti successivi al bando europeo del 2020, registrando più propensione a smettere fra gli ex fumatori al mentolo, dopo il bando, rispetto ai fumatori in genere.
LA NORMATIVA E I SUOI LIMITI
Se negli anni ’50 addirittura si pubblicizzavano le sigarette al mentolo per curare il mal di gola, oggi la comunità scientifica e gli esperti di salute pubblica ne riconoscono la pericolosità. Il bando del mentolo è una delle misure raccomandate dall’Organizzazione mondiale della salute, oggi una trentina di paesi hanno introdotto normative restrittive. L’Unione europea ha varato una norma che è entrata in vigore nel 2020 (in Italia è stata recepita dal 2016), e sta mostrando la sua efficacia ma anche i suoi punti deboli. Primo fra tutti, il fatto che non indica con chiarezza un limite quantitativo di aromi, ma vieta sigarette e tabacco sciolto che hanno un “aroma caratterizzante”, ovvero «un odore o sapore chiaramente riconoscibile e diverso da quello del tabacco, risultante da un additivo o una combinazione di additivi, inclusi, ma non limitati a, frutta, spezie, erbe, alcol, dolciumi, mentolo o vaniglia, percepibili prima e durante il consumo del tabacco».
GLI EFFETTI PRATICI DELLA MANCANZA DI NORME CHIARE
Niente soglie di concentrazioni prestabilite, niente numeri, niente paletti oggettivi. Non facile dunque definire quando è troppo, quando un prodotto è a norma o non lo è. E difatti è finita in tribunale negli scorsi mesi – e ancora se ne attende l’esito – una disputa fra l’Agenzia delle Dogane e la Japan Tobacco International su due nuovi prodotti introdotti sul mercato dall’azienda. Nel 2021 un’inchiesta giornalistica aveva rivelato che contenevano più mentolo delle normali sigarette. L’indagine era stata condotta da Andrei Ciurcanu e Alessia Cerantola, reporter di OCCRP, un collettivo internazionale di giornalisti indipendenti. Ad Alessia Cerantola nel 2020 era stato assegnato il premio Premio giornalistico nazionale Fondazione Veronesi e SITAB su Tabacco e Salute per un’inchiesta sull’espansionismo dell’industria del tabacco cinese. Nel 2022 il riconoscimento è andato ad Antonella Cignarale per un’inchiesta proprio sugli aromi e sulle mosse dell’industria raccontate da OCCRP (andata in onda su Report, Raitre, nel gennaio 2022).
Il divieto degli aromi caratterizzanti in Europa riguarda sigarette e tabacco da rollare, non il tabacco riscaldato né i liquidi per sigarette elettroniche.
Sostieni la ricerca contro il tumore del polmone e le malattie correlate al fumo. Dona ora.
Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.