Un'attività fisica moderata migliora la funzionalità polmonare anche nei fumatori. Lo sport serve ma la soluzione è solo smettere
Il primo comandamento parla chiaro: meglio non fumare. Ma se proprio non si riesce a smettere, è comunque utile praticare un'attività fisica moderata: una o due volte a settimana, almeno per un'ora. Questo perché il beneficio in termini di migliore funzionalità polmonare vale pure per i fumatori, che rischiano comunque di avere performance meno efficienti. Perchè accade? L'ipotesi - da confermare - è che con l'attività fisica si abbassi lo stato infiammatorio dell'organismo e dunque pure dei polmoni, all'interno dei quali il sangue scarica il gas di scarico (l'anidride carbonica) e si ricarica (di ossigeno) per poi portare i rifornimenti in tutto il corpo.
Lo sport stimola il sistema immunitario contro il tumore
I BENEFICI DELLO SPORT PER I FUMATORI
Il tema dell'attività fisica nei fumatori è al centro di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Thorax da un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Salute Globale di Barcellona. Epidemiologi e pneumologi sono partiti dai dati raccolti in un'indagine estesa condotta da 25 centri di ricerca europei appartenenti a undici Paesi: con l'Imperial College di Londra nel ruolo di capofila. Su un totale di 3.912 adulti, di età compresa tra 27 e 57 anni al momento dell'arruolamento nello studio, sono stati valutati per dieci anni il livello di attività fisica e la funzionalità polmonare (attraverso la spirometria). Obiettivo: ricevere un'ulteriore conferma circa il potenziale effetto protettivo svolto dalla pratica sportiva rispetto alla salute dell'apparato respiratorio. Il beneficio, nei non fumatori, è stato confermato già da diversi studi: legato con ogni probabilità a un abbassamento dello stato infiammatorio dell'organismo. Indicazioni analoghe nel tempo sono state raccolte pure per gli asmatici. Quel che finora è stato meno chiaro e se lo stesso effetto riguardasse anche chi è avvezzo a consumare sigarette, che più di tutti vede ridursi progressivamente la funzionalità polmonare.
DOPO ANNI DI FUMO
E' COMUNQUE UTILE SMETTERE?
MA SERVE UNO SFORZO PROLUNGATO NEL TEMPO
Lo studio ha confermato di sì: a fare la differenza è il livello di attività fisica, anche nei fumatori. Spiega Elena Fuentes, epidemiologa ambientale all'Istituto di Salute Globale di Barcellona e prima firma della pubblicazione: «I nostri risultati evidenziano come l'attività fisica sia importante anche nei fumatori. Una possibile spiegazione di questo risultato potrebbe risiedere nel miglioramento della resistenza dei muscoli respiratori che si registra con uno sforzo fisico che deve però essere prolungato nel tempo». L'evidenza, secondo Judith Garcia-Aymerich, responsabile del programma ambiente e malattie non trasmissibili dell'Istituto di Salute Globale, «dovrebbe essere utilizzata anche per realizzare messaggi di salute pubblica mirati a promuovere il mantenimento di un adeguato livello di attività fisica negli adulti di mezza età: pure se fumatori».
BENEFICI ANCHE DALLA RIDUZIONE DEL PESO CORPOREO?
La ricerca è il frutto di un lavoro epidemiologico, che non permette dunque di provare un beneficio diretto (causa ed effetto) che l'attività fisica determina sulla salute polmonare dei fumatori. I numeri dello studio sono però abbastanza ampi da suggerire un approccio incoraggiante, in questo senso. Motivo per cui nei fumatori di mezza età va comunque valutata l'opportunità di consigliare la pratica sportiva: con frequenza e intensità cucite su misura della singola persona e del suo stato di salute. Oltre che per il mantenimento del peso corporeo e per un effetto protettivo nei confronti dell'apparato cardiovascolare, l'attività fisica si conferma una valida «alleata» per la salute respiratoria. Detto dell'abbassamento dei livelli di infiammazione, un'altra ragione di quanto osservato potrebbe essere legata alla riduzione del peso corporeo, dal momento che diversi studi hanno evidenziato come un aumento dell'indice di massa corporea riduca il volume polmonare.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).