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Daniele Banfi
pubblicato il 22-04-2022

Covid-19: cosa sta accadendo in Cina?



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Vaccini meno efficaci e bassa copertura con la dose booster negli anziani hanno messo la Cina in condizioni inimmaginabili a due anni dallo scoppio della pandemia

Covid-19: cosa sta accadendo in Cina?

Milioni di persone in lock-down. Provviste alimentari che scarseggiano. Quarantene infinite. Ad osservare ciò che sta accadendo in Cina -e in particolar modo a Shanghai- sembra di essere tornati indietro di due anni quando nel gennaio 2020 esplose la pandemia da Covid-19. Uno scenario impensabile se si considera che buona parte del mondo, proprio in questo momento, ha allentato considerevolmente le restrizioni tornano ad una vita molto simile all'epoca pre-pandemia. Un capovolgimento di fronte che nasce essenzialmente da una mancanza di strategia sul lungo termine nella gestione ordinaria di Sars-Cov-2. A salire sul banco degli imputati è, in estrema sintesi, la campagna vaccinale cinese: di fronte ad Omicron la minor efficacia intrinseca dei vaccini a virus inattivato e la scarsa copertura con una terza dose ha portato ad una situazione che nelle settimane sta diventanto sempre più insostenibile per la popolazione cinese.

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DA ESEMPIO VIRTUOSO A FLOP

Ad inizio pandemia -dopo le prime settimane di sottovalutazione della portata del danno che avrebbe generato di lì a poco il nuovo coronavirus- la Cina, grazie ad un imponente lock-down e ad un sistema di tracciamento e gestione delle quarantene inimmaginabile altrove, stando ai dati ufficiali è riuscita a domare la pandemia. Nei mesi in cui in Europa e Stati Uniti si discuteva su quali restrizioni adottare in attesa dei primi dati sui vaccini, la situazione in Cina risultava ampiamente gestibile con una popolazione tornata -pur con tutte le precauzioni del caso- ad una routine quasi normale. Oggi, a due anni di distanza, la situazione si è completamente ribaltata. La domanda che in molti si pongono è la seguente: «come è possibile, nonostante siano passati due anni, essere punto a capo con uno dei lock-down più severi mai sperimentati?».

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I VACCINI SOMMINISTRATI IN CINA

Eppure anche in Cina -seppur la popolazione che ha incontrato il virus è decisamente inferiore rispetto al resto del mondo, e quindi gli individui suscettibili al virus sono percentualmente di più- uno dei pilastri del contenimento del virus è rappresentato dalla vaccinazione. Vaccini "di casa" che però, ad analizzare attentamente i numeri, non sono affatto paragonabili per efficacia a quelli oggi somministrati in Europa e Stati Uniti, ovvero i vaccini a mRNA.

Coronavac di Sinovac Biotech, uno dei più utilizzati in Cina, appartiene alla categoria dei vaccini a virus inattivato. Si tratta dunque di un prodotto in cui è presente Sars-Cov-2 nella sua forma integrale -quella isolata in origine a fine 2019- ma incapace di replicarsi e dare luogo a malattia. Secondo un recente studio realizzato ad Honk Kong, l'efficacia della vaccinazione con Coronavac in due dosi si attesta intorno al 60%. Lo stesso studio, confrontando i vaccini a mRNA, ha concluso che negli over-60 le probabilità di andare incontro allo sviluppo di malattia grave e morte è tre volte superiore con il vaccino di Sinovac rispetto a due dosi di Comirnaty di Pfizer-BioNTech. Ciò non significa che il vaccino "Made in China" non funzioni ma che è sicuramente meno efficace.

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IL FATTORE OMICRON E LA MANCATA TERZA DOSE

La situazione di emergenza che si è però andata a creare nasce essenzialmente da Omicron, la variante virale di Sars-Cov-2 più contagiosa che esista. In Europa e Stati Uniti tutti gli studi effettuati hanno mostrato chiaramente che per neutralizzare questa variante e proteggersi dagli esiti più gravi di Covid-19 è necessaria una dose booster capace di ripristinare la protezione. E' ormai un dato ampiamente accertato che solo con tre stimoli avviene quella maturazione del sistema immunitario utile a riconoscere la variante Omicron.

In Cina, purtroppo, alla minor efficacia di base dei prodotti a virus inattivato si è sommata la scarsa adesione alla terza dose. La tempesta perfetta. Secondo gli ultimi dati aggiornati a metà aprile, in Cina il 43% degli over-60 non ha ricevuto la dose booster. Non solo, il 19% non si è mai vaccinato. A Shanghai, città con oltre 25 milioni di persone in lock-down da più di due settimane, la situazione è decisamente peggiore: il 62% degli over-60 non è coperto con terza dose (il 38% non ha mai visto una dose).

BOOSTER CON VACCINI A MRNA

Di fronte ad una situazione del genere è evidente la necessità di completare il ciclo vaccinale con una dose booster soprattutto nella popolazione anziana. Con quale vaccino? Stando ai risultati ottenuti nei mesi scorsi -che hanno mostrato una miglior risposta quando si effettua una vaccinazione eterologa, ovvero con due vaccini sviluppati con piattaforme differenti- e quelli specifici sul caso dei vaccinati con Coronavac ottenuti in uno studio pubblicato su Nature Medicine, la soluzione migliore sembrerebbe rappresentata da un richiamo con vaccino a mRNA. La ragione è presto detta: i vaccini a virus inattivato stimolano meno la risposta dei linfociti T, responsabili della risposta cellulare a lungo termine e la cui presenza è utile a ridurre la severità della malattia. Un dato che dovrà essere tenuto presente per tutte quelle nazioni che hanno principalmente utilizzato questo tipo di vaccini.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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