La sieropositività è un fattore di rischio indipendente per l'aggravarsi di Covid-19. I risultati presentati al congresso IAS 2021
Nelle persone con HIV un'infezione da Sars-Cov-2 aumenta il rischio di decesso del 30% rispetto a chi non è sieropositivo. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio presentato alla IAS Conference on HIV Science (International AIDS Society) in corso a Berlino. Un risultato che indica chiaramente l'importanza di vaccinare chi convive con una diagnosi di sieropositività.
CHE COSA SIGNIFICA ESSERE SIEROPOSITIVO?
L’AIDS è una patologia causata dalla presenza del virus HIV. Quest’ultimo, infettando in maniera specifica le cellule del sistema immunitario, rende le persone affette più vulnerabili a molte malattie che generalmente, nelle persone sane, non creano particolari problemi. Essere sieropositivi per l'HIV vuol dire essere entrato in contatto con il virus. Questo però non significa che necessariamente si svilupperà l'AIDS. Di fondamentale importanza per evitare che ciò si verifichi -compromettendo così il sistema immunitario- è seguire una terapia farmacologica in gradi di "tenere a bada" il virus. Grazie agli antiretrovirali infatti -se presi sin dall'inizio della sieropositività- una persona con HIV ha la stessa aspettativa di vita di chi non è mai entrato in contatto con il virus.
CON COVID-19 IL RISCHIO AUMENTA
Mentre ad inizio pandemia i pochi dati disponibili non sembravano indicare che la sieropositività fosse un fattore di rischio indipendente nell'aggravare Covid-19, ora lo studio realizzato dall'OMS e presentato a IAS 2021 ha ribaltato completamente la prospettiva. Analizzando e "normalizzando" in base alle diverse patologie concomitanti i dati provenienti da oltre 15 mila persone con HIV, gli scienziati OMS guidati dall'italiana Silvia Bertagnolio hanno "scoperto" che il rischio di andare incontro a decesso in seguito a Covid-19 è aumentato del 30% rispetto agli individui non sieroposivi. Non solo, dalle analisi è emerso che più di un terzo dei sieropositivi è stato ricoverato in ospedale già in condizioni critiche e che il 25% dei ricoverati è andato incontro a morte. Percentuale, quella dei decessi, che raggiunge quasi il 50% nelle persone sopra i 65 anni.
VACCINARE LE PERSONE CON HIV
Dati importanti, quelli ottenuti nello studio OMS, che indicano chiaramente come uno stato di infiammazione cronica tipica di chi è sieropositivo possa predisporre ad un maggiore danno da Covid-19. Ed è per questo che proprio dallo IAS arriva una presa di posizione chiara e netta in favore della vaccinazione prioritaria per chi convive con HIV. "Questo studio -spiega Adeeba Kamarulzaman, presidente di IAS e co-presidente internazionale di IAS 2021- sottolinea l'importanza di inserire prioritariamente le persone con HIV nei programmi nazionali di vaccinazione contro il Covid-19". Un'urgenza sempre più pressante proprio laddove arrivano pochi vaccini e la percentuale di persone che vive con HIV è notevole. "La comunità globale deve anche fare molto di più per portare i vaccini nei paesi di tutto il mondo con un'alta prevalenza di HIV e altre malattie. È inaccettabile che ad oggi meno del 3% dell'intero continente africano abbia ricevuto una singola dose del vaccino e meno dell'1,5% abbia ricevuto entrambe le dosi" conclude Kamarulzaman.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.