Quali sono le malattie più diffuse? Dove si registrano più vittime? Quali i fattori di rischio più importanti? La mappa aggiornata delle malattie cardiovascolari nel mondo
Le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte nel mondo, ma ecco, in contraltare, la bella notizia di un notevole calo verificatosi tra il 1990 e il 2022: una diminuzione di decessi del 34,9 per cento. Con grandi variazioni da un paese all’altro, partendo dai 73,6 per cento ogni centomila abitanti nell’area ad alto reddito del Pacifico asiatico fino ai 432,3 nell’Europa dell’est nel 2022. Invece di cantare vittoria, tuttavia, le istituzioni sanitarie internazionali sollecitano vivamente, in qualunque area del pianeta si abiti, a una maggiore attenzione a questi disturbi perché sono in gran parte prevenibili. Tanto che dichiarano “un mondo senza malattie cardiovascolari è possibile” con un ottimismo forse esagerato.
UN NUMERO «ENORME DI MORTI PREMATURE E PREVENIBILI»
A sollevare il tema del peso delle malattie cardiovascolari e della loro prevenibilità sono gli estensori del Rapporto Global Burden of Cardiovascular Diseases and Risks, ossia sul Peso globale delle malattie e dei rischi cardiovascolari, per il periodo 1990-2022, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. L’indagine riguarda 204 paesi e territori ed approfondisce i risultati in un gran numero di piccole e grandi aree. «Per queste patologie si verificano un numero enorme di morti premature e prevenibili – commenta il professor Gregory A. Roth, autore senior del rapporto e direttore del Programma di Parametri di salute cardiovascolare all’Università di Washington –, è una sfida continua. Esistono tante terapie efficaci e poco costose. Sappiamo quali sono i fattori di rischio da identificare e come curarli. Ci sono semplici scelte salutari che ognuno può fare per migliorare il proprio benessere. Noi presentiamo un atlante dove ogni paese può capire la sua situazione e come orientare i suoi interventi».
GLI ANNI DI DISABILITÀ E SALUTE PERDUTA
Il rapporto considera, oltre ai decessi, anche i Dalys, l’equivalente degli anni in salute persi, gli Ylls, gli anni perduti per via di una morte prematura, e gli Ylds, gli anni vissuti con una disabilità. Così le cardiopatie ischemiche risultano col più alto livello di Dalys tra tutti i disturbi con 2.275 su centomila persone. Subito dopo vengono l’emorragia cerebrale e l’ictus ischemico.
Ma come si distribuiscono le patologie più diffuse? La prevalenza di malattie cardiovascolari varia da 5.881 per centomila abitanti nell’Asia meridionale a 11.342 nell’Asia centrale. L'ipertensione, o pressione alta, a livello globale si attesta su 2.564 per centomila persone.
CASE MOLTO MENO INQUINATE, MENO MORTI
Di positivo si può ricordare che l’inquinamento atmosferico domestico da combustibile solido ha avuto il maggiore cambiamento in numero di Dalys nei 32 anni tra 1990 e 2022, diminuendo del 65,1 per cento. «Uno dei nostri scopi è suggerire strategie per un mondo dal cuore sano», sottolinea il ricercatore Valentin Fuster, professore del Mount Sinai Hospital di New York. Nel rapporto si indicano i 15 fattori di rischio principali per i disturbi cardiovascolari:
- ambientali
- l'inquinamento dell’aria
- l'inquinamento atmosferico domestico
- l'esposizione al piombo
- la bassa temperatura
- l’alta temperatura
- metabolici
- la pressione del sangue alta (ipertensione)
- il colesterolo alto (ipercolestolemia)
- il peso
- la glicemia alta (iperglicemia)
- disfunzioni renali
- comportamentali
- la dieta
- il fumo
- il fumo passivo
- l’alcol
- l’attività fisica.
I PUNTI CHIAVE
I punti chiave del rapporto sono questi:
- Le cardiopatie ischemiche restano la principale causa di morte tra le patologie cardiovascolari con 108,8 decessi per centomila persone, seguite da vicino dall’emorragia cerebrale e dall’ictus ischemico.
- I rischi alimentari sono risultati tra le maggiori cause di Dalys tra i rischi comportamentali, mentre l’inquinamento ambientale da particolato guida i rischi ambientali.
- Le morti a livello globale dovute a patologie cardiovascolari sono passate da 12,4 milioni nel 1990 a 19,8 milioni nel 2022, in accordo con l’aumento della popolazione planetaria e il relativo invecchiamento e con i notevoli contributi dei rischi metabolici, comportamentali e ambientali.
- L’Europa orientale ha avuto il più alto livello di mortalità per motivi cardiovascolari con 553 morti per centomila abitanti mentre i paesi dell’Australasia hanno avuto il record più basso con 122 decessi.
- L’Asia centrale, l’Europa orientale, il Nordafrica e il Medioriente hanno registrato il più alto livello di vittime per centomila abitanti a causa della pressione alta del sangue. Le regioni dove più hanno contano in negativo i rischi alimentari sono Asia centrale, Oceania, parti del Nordafrica e del Medioriente.
INDICAZIONI UTILI A LIVELLO LOCALE
«Identificare metodi sostenibili per lavorare con le comunità allo scopo di prevenire e modificare i fattori di rischio per la salute cardiaca è essenziale al fine di ridurre il peso globale delle malattie cardiovascolari – conclude un altro ricercatore, George A. Mensah, direttore del Centro di Ricerca traslazionale dello statunitense National Heart, Lung and Blood Institute. – Questo Rapporto rappresenta un’importante risorsa che permette di usare a livello locale dati importanti e ispirare le azioni più efficaci per ottenere prospere comunità dal cuore sano».
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Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.