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Infarto

Le risposte veloci alle domande più frequenti sull'infarto

L'infarto del miocardio è una condizione in cui si verifica un ridotto o mancato flusso di sangue a livello del tessuto cardiaco. Ciò accade quando le coronarie, le arterie che irrorano il muscolo cardiaco, vengono ostruite dalla presenza di un coagulo o trombo di sangue. L'interruzione del flusso sanguigno nel tempo può danneggiare o distruggere parte del muscolo cardiaco. Se il danno è esteso il cuore non riesce più ad assolvere alla sua funzione di pompa e la persona va incontro a decesso.

I sintomi di un infarto comprendono dolore toracico che si manifesta come sensazione di pesantezza persistente, dolore che si estende verso la spalla, il braccio e la schiena, dolore alla bocca dello stomaco, nausea, mancanza di respiro, sudorazione e sensazione di mancamento. Non tutte le persone channo gli stessi sintomi e l'intensità può variare da individuo ad individuo.

La cura dell'infarto consiste nel ripristino del corretto flusso sanguigno attraverso la rimozione del trombo che ha causato il blocco. Ciò può avvenire farmacologicamente attraverso la somministrazione di molecole in grado di disgregare il trombo o attraverso procedure di chirurgia mininvasiva come l'angioplastica. Un'altra possibilità, nei casi più severi e successiva all'angioplastica, è rappresentata dall'intervento di by-pass aorto-coronarico.

I fattori di rischio per l'infarto sono l'età (dai 50 ai 60 anni), il sesso maschile (colpisce più frequentemente gli uomini), fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, sedentarietà, obesità, stress e uso di sostanze stupefacenti.

Il dolore tipico dell'infarto si localizza al centro del torace, dietro allo sterno, spesso irradiato verso il braccio e talvolta alla parte inferiore della mandibola.

La diagnosi di infarto può essere effettuata tramite un elettrocardiogramma e attraverso la ricerca nel sangue di particolari biomarcatori come la troponina-1. Si tratta di enzimi presenti all'interno delle cellule cardiache che vengono rilasciati nel circolo sanguigno in caso di danno. La presenza di queste molecole può perdurare per alcune settimane.  

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