Nel traffico l'inquinamento provoca un aumento della pressione arteriosa, anche in chi viaggia all'interno di mezzi chiusi. Filtri adeguati fanno la differenza
L’inquinamento atmosferico può avere un impatto importante anche sulla pressione sanguigna e sul rischio di ipertensione, e ad essere esposti sono anche i pendolari all'interno dei mezzi di trasporto. Un'adeguata filtrazione dell'aria, però, può mitigare il danno. È ciò che è emerso da uno studio americano pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine.
QUELLO CHE GIÀ SI SAPEVA
L’esposizione all’inquinamento atmosferico legato al traffico (TRAP) è riconosciuto come un fattore di rischio per quanto concerne le malattie cardiovascolari e la salute in generale. Questa affermazione è il frutto di studi osservazionali, ossia ricerche in cui gli scienziati si limitano a registrare i fenomeni senza intervenire su di essi. L’inquinamento, nello specifico, può includere: particelle ultrafini, nero carbone, ossidi di azoto, monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e altro materiale particolato.
L’AUMENTO DELLA PRESSIONE SANGUIGNA
L’aria non filtrata dovuta al traffico si associa, secondo questo studio, a un immediato e significativo aumento della pressione sanguigna. L’inquinamento atmosferico ambientale, compreso l’inquinamento atmosferico legato al traffico (TRAP), aumenterebbe dunque il rischio di malattie cardiovascolari, attraverso alterazioni vascolari. Esistono, a questo riguardo però, solo informazioni limitate sull'esposizione alla TRAP che devono essere ulteriormente indagate per comprenderne meglio i meccanismi.
L'INDAGINE SUI PASSEGGERI
Questo studio dell’Università di Washington, pur se eseguito su un numero esiguo di partecipanti (16 persone di età compresa tra 22 e 45 anni) è interessante perché mette in relazione da una parte gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla pressione e, dall’altra, l’efficacia dell’utilizzo dei filtri ad alta efficienza di filtrazione, ossia tra l'85% (H10) e il 99,995% (H14). La ricerca è stata realizzata conducendo i partecipanti nel traffico della città di Seattle, nello Stato di Washington, per 3 giorni tra il 2014 e il 2016 per determinare, utilizzando la filtrazione delle particelle o filtri fittizi, l’effetto dell'esposizione agli inquinanti sulla pressione sanguigna. Sono stati esaminati i passeggeri e non i guidatori per escludere lo stress della guida dalle possibili cause di variazioni nella pressione. Per due giorni, l'aria proveniente dalla strada è entrata nel veicolo senza l’utilizzo di un reale filtro. Il giorno successivo, invece, il veicolo è stato dotato di filtro HEPA (ad alta efficienza, con una riduzione dell'86 per cento del particolato). La pressione sanguigna è stata monitorata fino a 24 ore prima, durante e dopo la il percorso nel traffico.
CHE COSA ACCADE NEL TRAFFICO?
Gli autori hanno scoperto che il viaggio in veicoli esposti all'inquinamento da traffico senza un filtraggio dell'aria ha comportato un aumento di 4,5 mm Hg della pressione sanguigna rispetto all'uso di veicoli con l'aria filtrata. Questo cambiamento nella pressione si è verificato rapidamente, raggiungendo il picco entro 60 minuti dall’esposizione per durare poi le successive 24 ore.
Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.