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Cardiologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-07-2017

Rapporto OsMed 2016: in Italia spendiamo 29,4 miliardi per i farmaci



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I nuovi dati del Rapporto OsMed 2016, redatto dall'Agenzia Italiana del Farmaco. I farmaci più venduti sono quelli per la salute cardiovascolare, in aumento antitumorali e antivirali per curare l'epatite C; cala la spesa dei privati

Rapporto OsMed 2016: in Italia spendiamo 29,4 miliardi per i farmaci

Spesa farmaceutica: quanto ci costa curarci? Rispetto all’anno precedente, l’aumento c’è stato: pari all’1,6 per cento, per una spesa complessiva pari a 29,4 miliardi. A tanto ammonta l’esborso sostenuto nel 2016 in Italia per i farmaci. Costo pro-capite: 492 euro (ma considerando che molti non fanno uso di farmaci, c'è chi raggiunge livelli più alti rispetto alla media). Sul totale dei farmaci acquistati, il 77,4 per cento è risultato appartenere alle categorie A e H: quelle che annoverano i rimedi coperti per intero dal Servizio Sanitario Nazionale. Sono due le voci di costo che, come emerge dalla lettura del rapporto Osmed redatto dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) hanno contribuito all'aumento della spesa farmaceutica: l'erogazione dei nuovi farmaci oncologici e degli antivirali per l'eradicazione dell'epatite C


Epatite C: nuovi farmaci per tutti?

PRIMI I FARMACI PER IL CUORE

Vediamo nel dettaglio come è composta la spesa farmaceutica degli italiani:

  • Nell'ambito dell'asssitenza convenzionata al primo posto, sia come voce di spesa (55,3 euro pro capite) sia come consumi (468,1 dosi ogni 1.000 abitanti al giorno), si confermano i farmaci per l’apparato cardiovascolare: come gli Ace-inibitori, i sartani (ipotensivi) e le statine (abbassano i livelli di colesterolo Ldl)

  • Sempre nell'ambito dell'assistenza farmaceutica erogata dalle strutture sanitarie pubbliche, gli antitumorali e i farmaci immunomodulatori hanno rappresentato invece la prima categoria a maggiore incidenza in termini di spesa (70,2 euro pro-capite) e la quinta per dosi medie prescritte (9,1 dosi giornalieri/mille abitanti)

  • Gli antimicrobici (che comprendono gli antibiotici) per uso sistemico si sono confermati la seconda categoria terapeutica a maggior spesa pubblica, pari a circa 4,4 miliardi di euro (72,5 euro pro capite). S'è però registrata una riduzione dei consumi rispetto al 2015: in particolare nei fluorochinoloni (-7,5 per cento) e nei macrolidi (-6,7 per cento). Un'evidenza che può essere spiegata con il tentativo, seppur tardivo, di porre un argine al fenomeno della resistenza agli antibiotici e all'ampio spettro delle sue possibili conseguenze.

  • A seguire i farmaci per l'apparato gastrointestinale (44,2 euro pro-capite)

  • quelli per il sangue (32,9 euro)

  • e i farmaci per il sistema nervoso centrale (30,2 euro)

  • In aumento anche l'erogazione dei vaccini contro il meningococco (di oltre il cento per cento), a seguito degli ultimi episodi di diffusione della malattia che si sono verificati in Italia.

La spesa privata, comprendente tutte le voci dispesa sostenute dal cittadino, ha invece registrato un decremento rispetto all’anno precedente (-2,3 per cento).


I farmaci generici funzionano come quelli di marca? 

IN AUMENTO LA SPESA PER I FARMACI ORFANI

Viste le valide ragioni alla base dell'aumento della spesa pubblica per l'acquisto dei farmaci, quanto riportato nelle 89 pagine del rapporto OsMed non deve stupire. Dal 2016, peraltro, il Governo ha istituito per la prima volta due fondi speciali: uno per i farmaci innovativi oncologici e l’altro per i farmaci innovativi non oncologici, con uno stanziamento economico ciascuno di 500 milioni di euro. Il 2016 è stato inoltre un anno importante anche in termini di autorizzazioni di farmaci orfani. L’Agenzia europea dei Medicinali (Ema) ha infatti autorizzato 14 molecole con la qualifica di farmaco orfano e in Italia la spesa per i farmaci orfani, in crescita, ha rappresentato oltre il sei per cento della spesa del Servizio Sanitario Nazionale.

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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