In occasione della World AMR Awareness Week l'OMS ribadisce l'importanza di aumentare la consapevolezza sugli effetti di un utilizzo inappropriato degli antimicrobici
Tema sempre più attuale e degno di attenzione a livello globale è quello dell'antimicrobico resistenza. E, come ogni anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica una settimana, quella in corso, all’uso consapevole degli antimicrobici, la “World AMR Awareness Week (WAAW)”. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza e la comprensione circa gli effetti di un utilizzo poco appropriato di questi farmaci che comprendono antibiotici, antimicotici, antivirali e antiparassitari. Antimicrobico resistenza (AMR) significa infatti che batteri, virus, funghi e parassiti non vengono più facilmente debellati tramite l’uso dei medicinali.
A causa della resistenza, i farmaci diventano così inefficaci e le infezioni via, via più difficili, o addirittura impossibili, da trattare. Ciò determina, a cascata, l’aumento del rischio di diffusione di malattie che non rispondono alle cure, causando, dunque, più in generale, una crisi sanitaria e socioeconomica globale. L’impatto può essere, dunque, molto significativo sulla salute umana e animale, sulla produzione alimentare e sull’ambiente nel suo complesso. E un dato è certo: gli agenti patogeni resistenti ai farmaci rappresentano una minaccia per tutti, ovunque sul pianeta. Il tema della WAAW di quest’anno è “Educare. Sostenere. Agire ora”. Questa tematica è stata scelta sulla base del feedback di un sondaggio online condotto in diversi ambiti, da quello medico in senso stretto, a quello veterinario fino a coloro che si occupano della salvaguardia e tutela ambientale. L’invito, quello di intraprendere azioni concrete e urgenti in risposta alla resistenza antimicrobica.
UNA PANDEMIA SILENTE
Dalla loro scoperta, avvenuta un secolo fa, i farmaci antimicrobici hanno significativamente allungato l’aspettativa di vita media. Ogni giorno, questi farmaci salvano milioni di vite. E, quando questi medicinali non funzionano più perché usati male, a sproposito e in maniera eccessiva, i patogeni diventano resistenti, innescando un'invisibile pandemia. Basti pensare che l’antimicrobico resistenza è direttamente responsabile di 1,3 milioni di decessi nel mondo e costituisce una concausa di 5 milioni di morti ogni anno. Nell’Unione Europea, in Islanda e in Norvegia ogni anno muoiono più di 35.000 persone a causa della microbico resistenza. Un numero molto alto, equivalente a quello dei passeggeri di 13 navi da crociera e con un impatto paragonabile a quello dell’influenza, tubercolosi e HIV/AIDS messe insieme. La resistenza antimicrobica inoltre minaccia anche il nostro futuro economico, con un costo annuo globale stimato fino a 3,4 trilioni di dollari entro il 2030 e l’aumento fino a 28 milioni del numero dei entro il 2050.
Il costo annuo dell’antimicrobico resistenza per l’Area economica europea (EEA) ammonta a ben 11,7 miliardi di euro. 6,6 miliardi di euro costituisce il costo totale delle spese sanitarie aggiuntive in Europa derivanti dal trattamento delle infezioni resistenti e delle loro conseguenze. 5,1 miliardi di euro è il costo delle perdite economiche dovute alla ridotta partecipazione alla forza lavoro, come la perdita prematura di vite umane o la riduzione della produttività dovuta a lunghi congedi per malattia. Dietro i numeri dell’antimicrobico resistenza ci sono infatti costi umani ed economici incredibili che significano concretamente: opzioni terapeutiche limitate, degenze ospedaliere prolungate, utilizzo costante di farmaci, perdita prolungata di reddito, debito medico, povertà, perdite familiari, dolore fisico e psicologico. Si tratta di un problema che riguarda tutti e anche chi è in buona salute non ne è esente. Basta infatti un lieve infortunio, un intervento chirurgico di routine o una comune infezione che potrebbe degenerare in una situazione pericolosa per la vita. Per coloro poi che soffrono di patologie preesistenti come il cancro, l’HIV o il diabete, un’infezione incurabile potrebbe emergere come una seconda pericolosa minaccia, che colpisce quando meno se lo aspetta.
QUALI LE POSSIBILI SOLUZIONI?
Esistono diversi mezzi per affrontare questa minaccia con l’obiettivo di garantire l’efficacia presente e futura degli antibiotici. Prima di tutto gli antimicrobici vanno usati solo quando sono realmente necessari. Va inoltre incentivata la ricerca di nuovi farmaci. Vanno poi implementate pratiche di prevenzione e controllo come l'igiene delle mani, lo screening di batteri resistenti e l’isolamento dei pazienti infetti negli ospedali. Oltre il 70% delle infezioni resistenti agli antibiotici è infatti direttamente collegato alle infezioni ospedaliere. Ciò potrebbe essere minimizzato attraverso un’adeguata prevenzione e controllo delle infezioni nei nosocomi e attraverso la gestione corretta degli antibiotici in ambito sanitario. La riunione ad alto livello dell’Assemblea generale dell’Assemblea generale dell’ONU del 2024 sulla resistenza antimicrobica e la quarta conferenza ministeriale globale ad alto livello sulla resistenza antimicrobica forniscono opportunità per l’attuazione concreta di impegni politici e finanziari. Sono necessarie però e costituiscono “conditio sine qua non” una leadership politica, un sostegno e una responsabilità più forti a tutti i livelli. Il momento di agire, come sottolinea il nome stesso della campagna WAAW di quest’anno, è adesso.
Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.