Coronavirus, stop precauzionale alle donazioni di sangue (14 giorni) per chi ha contratto l'infezione o è stato a contatto con persone colpite. Tutti gli altri invitati a donare per far fronte alle carenze
L'epidemia di Coronavirus provoca una brusca «frenata» alle donazioni di sangue. In via precauzionale, le autorità sanitarie hanno imposto la sospensione per 14 giorni a coloro che hanno soggiornato nella Repubblica Popolare Cinese, a chi è entrato in contatto con persone infette e a chi ha contratto l'infezione. Al di là di questa misura, in vigore in tutti i centri trasfusionali, tutte le regioni stanno segnalando una drastica riduzione nella raccolta, compensata (finora) dalla decisione di rinviare gli interventi chirurgici non urgenti. Un effetto che non dipende però soltanto dai limiti posti alla donazione, ma anche dal timore di poter contagiarsi in ospedale e attraverso una procedura invasiva qual è la donazione di sangue. Ipotesi infondata, però. Da qui l'invito raggiungere i presidi territoriali per donare, rivolto a tutti coloro che sono nelle condizioni di farlo.
DIECI COSE DA SAPERE SULLA
DONAZIONE DI SANGUE
TUTTE LE REGIONI IN CARENZA DI SANGUE
«L’equilibrio è sempre più precario, anche perché gli interventi non potranno essere rinviati all’infinito - afferma Giancarlo Liumbruno, presidente del Centro Nazionale Sangue. Le trasfusioni rientrano tra le prestazioni inserite nei livelli essenziali di assistenza, motivo per cui non possiamo permetterci di fermare le donazioni. Il consiglio che rivolgo ai donatori in buona salute è quello di prenotare la donazione, telefonando prima al proprio centro trasfusionale, per evitare l'affollamento degli ambulatori». Per il resto nessuna preoccupazione, dal momento che negli ospedali sono in vigore da giorni tutte le misure precauzionali del caso.
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UNO STOP SOLTANTO PRECAUZIONALE
Lo stop previsto per chi è stato in Cina, per chi ha contratto l'infezione o è stato a contatto con persone infette - è il caso di ripeterlo - è una misura precauzionale, visto che non risulta documentata la trasmissione del virus per via trasfusionale. Ma comunque necessaria, «in accordo con quanto indicato dalle autorità europee», aggiunge Liumbruno. Una scelta che rappresenta una tutela «per i 1.800 pazienti che ogni giorno hanno bisogno di terapie trasfusionali». Da qui, viste le carenze segnalate da più parti d'Italia, la decisione assunta già nei giorni scorsi di ridurre il periodo di sospensione da 28 (come inizialmente previsto) a 14 giorni. Per i donatori, gli accorgimenti da adottare sono quelli validi per tutti contro il Coronavirus. Il requisito fondamentale per donare rimane il medesimo: essere in buona salute. Basta un raffreddore, infatti, per essere esclusi.
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NESSUN PROBLEMA PER TUTTI GLI ALTRI
In tutti i centri trasfusionali, da giorni, viene misurata la temperatura ai potenziali donatori. A chi non è interessato dal provvedimento restrittivo, il Centro Nazionale Sangue rammenta l'importanza di mettersi a disposizione proprio in questo periodo, caratterizzato da un calo degli accessi nei centri trasfusionali. I primi mesi dell'anno fanno infatti solitamente già registrare un calo dei donatori, dovuto al picco dell'influenza. L'arrivo del Coronavirus sta contribuendo ad accentuare la flessione.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).