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Alimentazione
Caterina Fazion
pubblicato il 21-08-2024

Consumo di alcol: qual è la situazione italiana?



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Il Ministero della salute fotografa i consumatori di alcol in Italia e le loro abitudini. Scopriamo quali sono e a che punto siamo per ridurre il consumo dannoso di alcol

Consumo di alcol: qual è la situazione italiana?

In Italia aumentano i consumatori occasionali di alcol, specialmente fuori pasto e di sesso femminile, e continua a far preoccupare l'abitudine del binge drinking, praticata dal 15% dei giovani. A fotografare la situazione italiana sul consumo di alcol è la 'Relazione del ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 in materia di alcol e problemi alcol correlati - anno 2023'.

 

QUANTI ITALIANI BEVONO?

Secondo i dati Istat, riportati nella Relazione, nel corso del 2022 il 67,1% della popolazione italiana di età pari o superiore agli 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica, equivalente a 35 milioni e 918 mila persone. La prevalenza è maggiore tra i maschi (77,4%) rispetto alle femmine (57,5%). Il 19,3% dei consumatori, ossia 10 milioni e 310 mila persone, beve quotidianamente, con una percentuale più alta tra i maschi (28,4%) rispetto alle femmine (10,7%). Nel 2022 si è registrato un lieve aumento del consumo di alcol rispetto all'anno precedente, passando dal 66,3% del 2021 al 67,1% del 2022, un incremento rilevato esclusivamente tra le donne (dal 56,1% al 57,5%). Inoltre, nel corso dell'ultimo decennio, la quota di donne che consuma alcol occasionalmente è salita dal 39,3% al 46,9%, mentre la percentuale di coloro che bevono alcol fuori pasto è aumentata dal 15,6% al 23,2%.

In generale, è rimasto stabile il consumo giornaliero (19,4% nel 2021 e 19,3% nel 2022), mentre è in aumento il consumo fuori pasto (30,7% nel 2021 e 31,7% nel 2022) e il consumo occasionale (46,9% nel 2021 e 47,9% nel 2022).

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GLI ALCOLICI PIÙ BEVUTI

Nel 2022 la bevanda alcolica maggiormente consumata è stata il vino (44,1%), seguito dalla birra (30,8%), dai superalcolici (10,3%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (6,2%). La distribuzione degli utenti per tipo di bevanda alcolica di uso prevalente è molto variabile regionalmente: il vino è utilizzato in genere più frequentemente al nord mentre la birra e i superalcolici al sud. In generale, il consumo è più forte nel Centro-Nord (il 69,3%) e preoccupano i giovani.

 

IL BINGE DRINKING

Tra i comportamenti a rischio tra i giovani, infatti, l'abitudine più diffusa continua ad essere il binge drinking, ovvero il consumo smodato di alcol in un arco temporale di solito ristretto a 2-3 ore. Il consumo di alcol tra i giovani, in particolare nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni resta una criticità che suggerisce di mantenere alta l’attenzione su questa fascia di popolazione. Nel 2021, infatti, il fenomeno del binge drinking riguardava il 14,8% e nel 2022 il 15% dei giovani proprio in questa fascia di età (18,9% maschi e il 10,8% femmine). Questa abitudine, importata dai contesti nord-europei, rappresenta “un fenomeno pericoloso sia per la propria salute sia per i comportamenti a rischio che ne derivano in funzione dell’abbassamento della percezione del rischio che si sperimenta già a partire da 1-2 bicchieri consumati e che, progressivamente, porta all’intossicazione alcolica e può spingersi sino al coma etilico. Il binge drinking e qualunque forma di intossicazione sono nocivi e dannosi sia alla salute che alla sicurezza personale e dei terzi e quindi assolutamente da evitare”, come ricorda il Ministero della salute.

 

MENO È MEGLIO

Oggi nei documenti di consenso, nelle Linee Guida per una sana alimentazione, non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili. Non è possibile, infatti, identificare livelli di consumo di alcol che non comportino alcun rischio per la salute. Anche se il concetto riassunto dallo slogan less is better (meno è meglio) è ormai condiviso da tutta la comunità scientifica, si rende comunque necessario definire alcuni parametri che permettano una valutazione del rischio connesso all’assunzione di bevande alcoliche.

Le nuove indicazioni italiane definiscono a basso rischio un consumo di:

  • 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini
  • 1 unità alcolica al giorno per le donne
  • 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni
  • zero unità di alcol sotto i 18 anni e per le donne in gravidanza

1 unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a un bicchiere di vino (125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°), un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).

 

CONSIGLI UTILI

Ogni unità alcolica consumata apporta mediamente 70 kcal, prive di qualsiasi contenuto nutritivo se non il potere calorico, di cui bisogna tenere conto, anche in vista del crescente aumento di eccedenza ponderale. Oltre alle quantità assunte, è importante considerare la modalità di assunzione delle bevande alcoliche, che contribuisce ad innalzare i rischi per la salute e i rischi sociali come:

  • il bere lontano dai pasti o il bere quantità di alcol eccessive in una singola occasioni
  • il consumo in occasioni o contesti che possono esporre a particolari rischi, quali la guida o il lavoro
  • la capacità di smaltire l’alcol rispetto al genere e all’età della persona.

 

L’ALCOL IN EUROPA

Tra le quasi 800 persone che muoiono ogni giorno in Europa per cause attribuibili all'alcol, una proporzione relativamente elevata di danni alcol correlati si verifica nei giovani: una morte su quattro di persone tra i 20 e i 24 anni è causata dall'alcol. Secondo l'OMS, i progressi nella riduzione del consumo di alcol e dei suoi danni, diretti come l’insorgenza di patologie oncologiche o cardiovascolari o indiretti come gli incidenti stradali alcol correlati, in Europa sono stati scarsi o nulli. In base agli ultimi dati disponibili per il 2019, contenuti nella recente pubblicazione "Global status report on alcohol and health and treatment of substance use disorders", la regione europea dell'OMS, che comprende 53 Stati membri in Europa e Asia centrale, ha la sfortunata caratteristica di consumare la più alta quantità di alcol pro capite al mondo. Secondo gli ultimi dati comparabili a livello globale, nella Regione gli uomini consumano quasi 4 volte più alcol (14,9 litri) delle donne (4,0 litri) all'anno. Nel 2019 nella Regione c'erano oltre 470 milioni di bevitori correnti (persone che hanno consumato alcol negli ultimi 12 mesi), con una media di 2 adulti su 3 che consumavano alcol. Si stima che un adulto su 10 (11%) nella Regione abbia un disturbo da uso di alcol, e quasi uno su 20 vive con una dipendenza da alcol (5,9%). Solo 12 dei 53 Paesi della Regione hanno compiuto progressi significativi verso una riduzione del 10% del consumo di alcol dal 2010, in linea con gli obiettivi concordati nel quadro di monitoraggio globale delle malattie non trasmissibili e nel quadro d'azione europeo sull'alcol 2022-2025.

 

LE POLITICHE OMS

Per ridurre il consumo di alcol e i suoi danni i Paesi devono ancora fare molto e gli sforzi per compiere progressi significativi nell'attuazione delle politiche raccomandate dall'OMS vanno senza dubbio aumentati. Si tratterebbe di aumentare le accise sulle bevande alcoliche, attuare restrizioni complete sul marketing dell'alcol e ridurre la disponibilità di alcol. L'OMS esorta tutti i Paesi a intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile (SDGs) per ridurre significativamente il peso delle malattie, dei decessi, delle disabilità e delle lesioni legate all'alcol.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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