Una dieta povera di zuccheri riduce nei diabetici il rischio di sviluppare una retinopatia. I consigli nella Giornata Mondiale della Vista
La protezione della salute degli occhi passa anche dalla tavola e, in particolare, dal controllo degli alimenti ricchi di zuccheri. È questo il messaggio che emerge oggi, 13 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Vista. L’appuntamento di quest’anno è dedicato alla retinopatia diabetica, ritenuta la prima causa di bassa visione e cecità negli adulti in piena attività professionale. La malattia è una complicanza del diabete, che complessivamente (tra malattia di tipo 1 e 2) colpisce cinque milioni di italiani. E che, come si evince, può arrivare a danneggiare anche gli occhi.
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CON POCHI ZUCCHERI SI PROTEGGE LA VISTA
Una dieta parsimoniosa nel consumo di zuccheri, come raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un valido supporto anche nella prevenzione dei danni alla vista. L’evidenza, nei mesi scorsi ribadita anche per la prevenzione del glaucoma, è stata confermata da una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetes Care. Dallo studio è infatti emerso come le persone affette da diabete di tipo 2 più attente nel controllo dei livelli di zuccheri nel sangue corrano un rischio inferiore di sviluppare la retinopatia diabetica. Segno che, per dirla con le parole di Emily Chew, direttore del dipartimento di epidemiologia e applicazioni cliniche degli Istituti Nazionale di Salute americani, «un controllo accurato della glicemia ha un effetto benefico, misurabile e duraturo nel tempo rispetto alla salute degli occhi».
Nel corso dell’indagine è stato valutato l’effetto della dieta sulla vista, testando le conseguenze indotte da una riduzione della pressione sanguigna, dal miglioramento del profilo lipidico (attraverso un calo del colesterolo Ldl) e dal mantenimento della glicemia entro livelli di normalità. È così emerso che uno stretto controllo dei livelli di zuccheri nel sangue può ritardare la progressione della malattia retinica nei pazienti affetti dal diabete di tipo 2. Ma in realtà altri studi hanno evidenziato una migliore tutela della salute oculare - documentata da un rischio inferiore del 50 per cento di sviluppare la retinopatia diabetica - anche nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 (quello che richiede le iniezioni di insulina).
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IL PRIMO PASSO E’ LA PREVENZIONE
La retinopatia diabetica è provocata dal danno che l’eccesso di zuccheri provoca a livello dei vasi più piccoli: compresi i capillari della retina. «Il diabete, oggi più che mai, è uno dei principali nemici della vista - evidenzia Teresio Avitabile, direttore della clinica oculistica del policlinico Vittorio Emanuele di Catania e segretario generale della Società Oftalmologica Italiana -. È necessario contrastarlo con ogni mezzo. L’arma più efficace è la prevenzione. La vista è il senso più amato dall’uomo e basta una sua semplice riduzione a compromettere la qualità della vita, sul piano individuale e sociale». Quando si parla di diabete, tra le complicanze si pensa prevalentemente all’ictus e alle malattie cardiovascolari.
Mentre di norma si parla poco della retinopatia diabetica, stando a quanto si evince anche dal rapporto ARNO 2015: «Soltanto l’11 per cento dei pazienti diabetici è stato sottoposto a una visita oculistica». Il controllo della vista, come ricorda Francesco Purrello, direttore dell’unità operativa complessa di medicina interna dell’azienda ospedaliero-universitaria di Catania e presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia, «deve iniziare fin dalla diagnosi, perché in diversi casi è già presente un danno iniziale. In questi casi può essere utile fotografare la retina in modo di avere a disposizione un’immagine da confrontare con immagini successive e valutare l’andamento della patologia nel tempo. Un altro esame che può essere prescritto è la fluorangiografia, che prevede una serie di fotografie della retina dopo iniezione di un mezzo di contrasto».
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Inoltre, è quanto segnalato nel corso del primo forum sulla retinopatia diabetica, le strutture sanitarie ospedaliere preposte alla gestione dei pazienti non sono distribuite in modo omogeneo sul territorio. La malattia, che può essere diagnosticata soltanto attraverso un esame del fondo dell’occhio e che nei casi più gravi viene curata con il laser o con un intervento di vitrectomia (si asporta il corpo vitreo, ovvero quel liquido gelatinoso contenuto nella cavità principale del bulbo oculare), colpisce oltre un milione di italiani: ovvero una persona su cinque, rispetto al totale dei diabetici.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).