Fra bevande gassate, tè e succhi di frutta aumenta la quota di chilocalorie liquide nella dieta. Si discute della proposta francese di tassare le bibite edulcorate, ma quanti sanno che una lattina di cola contiene l’equivalente di sette zollette
Giunta nel bel mezzo della stagione estiva, la proposta francese di imporre una tassa sulle bevande zuccherate ha fatto andare di traverso qualche sorso agli appassionati di cola, aranciate e simili. Se tradizionalmente dall’Italia si guarda con un certo distacco ai dati provenienti da paesi come gli Stati Uniti, dove le bibite dolci e colorate sono molto più diffuse dell’acqua, la questione si pone anche per i consumatori italiani, che negli ultimi trent'anni hanno moltiplicato le calorie giornaliere provenienti dalle bevande.
Qual è l’impatto sulla salute delle bibite zuccherate e quali sono le misure davvero efficaci per contenerne l’uso?
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CALORIE LIQUIDE
«Il peso medio dei francesi è aumentato di oltre 3 chili fra il 1997 e il 2009». Con questa motivazione, il governo d’Oltralpe ha presentato a fine agosto la proposta di inserire un’accisa sulle bevande zuccherate, al duplice scopo di lottare contro il sovrappeso e rimpinguare le casse statali. Pronta la risposta dei produttori, che ricordano come le calorie provenienti dalle bibite siano marginali - il sette per cento dicono le aziende Usa, il 3,5 in Francia, il 2-3 in Italia, secondo Assobibe, l’associazione italiana che riunisce gli industriali delle bevande analcoliche. Nel nostro paese, riportano i produttori, si consumano quasi cinque miliardi di litri annui di bevande analcoliche, di cui tre miliardi di litri circa di bibite gassate e due miliardi di litri di succhi e nettari. Sono circa 53 litri pro-capite l’anno, rispetto ai cento litri in Gran Bretagna, 102 in Spagna, 82 in Germania, 120 in Irlanda, 90 in Austria, 80 in Svizzera.
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NON SOLO BOLLICINE
L’invito alla cautela non riguarda soltanto cola, aranciata, chinotto e bevande gassate, ma anche succhi di frutta, tè e tisane aromatizzate, energy drink. Si tratta di bevande che non dissetano più dell’acqua, che apportano un’elevata quantità di zuccheri e di calorie, con uno scarso o nullo apporto di altri elementi nutritivi, come fibre, vitamine, sali minerali, proteine o amidi. Sono insomma calorie quasi gratuite che spesso tendiamo a sottovalutare.
ZUCCHERI A SORPRESA
Un consumo esagerato di zuccheri - ricordano gli esperti dell’Istituto nazionale di ricerca sugli alimenti e la nutrizione (Inran) - può portare a un regime dietetico squilibrato o eccessivo sotto il profilo energetico, tale da facilitare l’eventuale comparsa di malattie come obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Tanto per fare un esempio, una lattina di aranciata o di cola (da 330 millilitri) contiene 33-35 grammi di zuccheri: più o meno come sette zollette di zucchero, quindici caramelle dure o una ventina di biscotti secchi. La stessa lattina apporta 125-129 chilocalorie, ma zero grassi, amidi o proteine. Ha più o meno le stesse calorie di una merendina alla marmellata da 35 grammi, ma contiene il doppio degli zuccheri.
I succhi di frutta, sottolineano i ricercatori Inran, anche se riportano la dicitura senza zuccheri aggiunti, contengono comunque saccarosio, fruttosio e glucosio (zuccheri naturali della frutta) e forniscono circa 70 chilocalorie per bicchiere (200 centilitri). Da citare uno slogan diffuso in varie città americane in occasione di una campagna per contenere i consumi dei soft drink: «Non mangereste mai 22 zollette di zucchero in un giorno. Perché volete berle?».
Attenti agli zuccheri semplici nascosti
BAMBINI E RAGAZZI
Molte delle preoccupazioni sono dirette ai più giovani. Nel 2008, il 10-15 per cento delle calorie giornaliere dei ragazzi americani arrivavano dalle bevande zuccherate e dai succhi di frutta, ha stimato un’indagine della Columbia Mailman School of Public Health di New York.
Se negli Usa la percentuale di adolescenti che beve quotidianamente un drink zuccherino supera spesso il 55%, in Italia l’indagine Okkio alla SALUTE 2010 afferma che il 48% dei bambini di 8-9 anni consuma quotidianamente bevande zuccherate e/o gassate (era il 41% nel 2008), un dato che gli esperti legano all’aumento dell’obesità infantile e al diabete giovanile, insieme ad abitudini alimentari scorrette e sedentarietà.
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PRIMA DEI 6 ANNI? BASTA L’ACQUA
Va infine ricordato che secondo il decalogo anti-obesità stilato dalla Società Italiana di Pediatria, dalla Società di Pediatria Preventiva e Sociale in collaborazione con il Ministero della Salute, prima dei sei anni d’età è meglio evitare tè istantaneo, tè deteinato, tisane, succhi di frutta, soft drink, acqua zuccherata.
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.