Dopo una rovinosa perdita di equilibrio, a una persona su 10 sopra i 65 anni viene diagnosticata una demenza entro un anno. Utile uno screening cognitivo agli anziani in pronto soccorso
Un anziano su 10 che si reca al pronto soccorso per una caduta, entro un anno riceve una diagnosi di Alzheimer o di un’altra forma di demenza, cosa che non accade se si è infortunato in altro modo, per esempio in un incidente d’auto. La statistica proviene da uno studio compiuto al Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) da Alexander J. Ordoobadi su oltre due milioni e 400.000 persone di età superiore ai 66 anni che avevano avuto un incidente. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Jama Network Open.
RISCHIO MAGGIORE PER CHI VIVE A CASA PROPRIA
Al momento dell’ingresso all’ospedale nessuna delle persone considerate nell'indagine aveva una diagnosi di demenza. Metà dei pazienti coinvolti era lì in seguito ad una caduta e di costoro il 10,1 per cento entro un anno aveva poi ricevuto una diagnosi di demenza mentre per gli altri, che si erano fatti male in altro modo, la percentuale è risultata del 6,1. Fatti tutti i calcoli, si è concluso che una caduta traumatica era associata col rischio accresciuto del 21 per cento di una nuova diagnosi di demenza. Ma su questo punto c’è una distinzione: il rischio è risultato maggiore del 27 per cento se la persona viveva a casa sua, del 10 per cento se stava in una struttura di assistenza infermieristica specializzata. Il sospetto, avanzato nella ricerca, è che già al momento della caduta quanti poi sono stati associati all’Alzheimer o altra demenza avessero già un certo declino cognitivo, la vera causa della perdita di equilibrio.
UTILE UNO SCREENING COGNITIVO
Ha osservato il dottor Ordoobadi: «Dalla ricerca si evince che sarebbe opportuno sottoporre a uno screening cognitivo gli anziani quando si presentano in un pronto soccorso per una caduta. Si tratterebbe di uno sforzo multidisciplinare perché dovrebbe comprendere tutti gli specialisti che si occupano di un anziano caduto, dal chirurgo al geriatra al medico generalista». Il dottor Carlo Gabelli dirige da tempo a Padova il Centro regionale per la cura dell’invecchiamento cerebrale (Cric). Apprezza lo studio americano anche per la vasta platea considerata, ma non si mostra stupito dei risultati: «Sappiamo da tempo che il declino cognitivo si accompagna ad alterazioni di tipo motorio. In particolare, le forme di demenza vascolare. Certo che andrebbe fatto uno screening cognitivo agli anziani dopo una caduta».
LA CADUTA UN SEGNO DA NON SOTTOVALUTARE
Carlo Gabelli cancella un sospetto: «Ci sarà chi pensa: è caduto, avrà battuto la testa e da qui è nata la demenza. No, perché nello studio sono stati distinti quanti hanno subito un trauma cranico». Forte della sua lunga esperienza, Gabelli suggerisce di inserire la caduta dell’anziano tra i “sintomi sentinella” di una demenza non ancora conclamata. «Non ci sono soltanto i vuoti di memoria tra i primi indici di declino mentale – ricorda. – Per esempio, un “sintomo sentinella” è anche il disturbo acuto confusionario dopo un ricovero e un’operazione. L’anziano quando si sveglia non si orizzonta più, non sa dov’è, è appunto in confusione. Spesso si dà la colpa all’anestesia e si pensa che il disturbo sia passeggero. E non è così, è venuto allo scoperto un declino cognitivo fin lì nascosto».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.