In Italia, 1 neonato su 10 nasce prematuro. I neuropsichiatri infantili sottolineano l'importanza di fare della prematurità una priorità nella ricerca, per tutelare la salute e il neurosviluppo dei piccoli
In Italia, ogni anno nascono 24 mila neonati pretermine, circa il 6,3% del totale delle nascite. Si tratta di numeri consistenti che rendono la nascita pretermine un problema di salute pubblica a livello mondiale.
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità 2024, che si svolgerà il 17 novembre, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, SINPIA, sottolinea l'importanza di fare della prevenzione e della cura della prematurità una priorità nella ricerca. L'intervento precoce, infatti, è fondamentale per tutelare la salute e il neurosviluppo dei nati pretermine. Come? Promuovendo la plasticità cerebrale e tutte le funzioni motorie, sensoriali, comunicativo-linguistiche, cognitive ed emotivo-relazionali di ogni soggetto nato pretermine, nonché diminuendo lo stress genitoriale e favorendo la nascita della relazione genitori-bambino.
I PREMATURI IN ITALIA
In Italia, i dati più recenti mostrano che il 6,3% delle nascite annuali è rappresentato da parti pretermine, equivalenti a circa 24.000 neonati. Di questi, il 75,3% riguarda parti avvenuti tra la 34ª e la 36ª settimana di gestazione, mentre circa lo 0,9-1% sono bambini nati in condizioni di prematurità grave o estrema, cioè prima della 32ª settimana di età gestazionale. Questo significa che circa 1 neonato su 10 nasce prima della 37ª settimana di gestazione, senza completare pienamente il suo processo di maturazione intrauterina. Tale condizione può comportare effetti a breve e lungo termine, soprattutto a livello cerebrale, con possibili impatti sul neurosviluppo.
«La nascita pretermine – spiega Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Professore dell’Università di Brescia - resta una condizione di rischio per lo sviluppo delle funzioni del sistema nervoso centrale: all’aumento delle possibilità di sopravvivenza non corrisponde anche una diminuzione delle problematiche presentate a distanza rispetto al neurosviluppo. Negli anni abbiamo assistito ad un cambiamento delle conseguenze neuropsichiche della nascita prematura: a fronte di una riduzione delle gravità delle problematiche motorie e cognitive (come le paralisi cerebrali e la disabilità intellettiva grave), un tempo le più temute, assistiamo ad un aumento di problemi legati alla coordinazione motoria, alle funzioni attentive, esecutive e di apprendimento, a quelle comunicativo-linguistiche e quelle emotivo-relazionali e sociali. Possiamo, quindi, dire che un bambino nato pretermine può potenzialmente rappresentare il prototipo di un soggetto a rischio di un disturbo del neurosviluppo».
IL SISTEMA NERVOSO È “IMPREPARATO”
Nel neonato pretermine, anche in assenza di lesioni cerebrali visibili con le tecniche di neuroimaging più comuni, il sistema nervoso, che si sviluppa in un ambiente molto diverso da quello fisiologico, risulta “impreparato” ad affrontare la vita extrauterina. Questa condizione è particolarmente delicata poiché avviene proprio nel periodo di massima crescita e maturazione delle connessioni cerebrali, esponendo il neonato a un rischio maggiore di fenomeni lesionali o dismaturativi. Tali alterazioni possono influire sui circuiti cerebrali responsabili delle funzioni adattive.
«L'impatto di questi deficit – interviene Simona Orcesi, Professore di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pavia, Dirigente Medico SC Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza IRCCS Fondazione Mondino, Pavia e membro direttivo SINPIA - può essere molto significativo, sia sugli individui e sulle famiglie, sia per i costi a carico dell'assistenza sanitaria pubblica, soprattutto perché si tratta di problematiche le cui conseguenze rischiano di permanere per tutta la vita. Sicuramente negli anni più recenti abbiamo assistito ad un cambiamento rispetto allo scenario delle sequele della prematurità: il numero di bambini che crescono senza disabilità gravi è aumentato perché sono diminuite le lesioni cerebrali più gravi ma una significativa percentuale di soggetti con età gestazionale più bassa è ancora ad alto rischio di uno sviluppo neuropsichico non del tutto ottimale».
GLI EFFETTI SUL NEUROSVILUPPO
È dunque sempre più evidente che la prematurità rappresenta di per sé un fattore di rischio in grado di alterare la maturazione cerebrale con effetti a lungo termine sul neurosviluppo.
«La protezione dello sviluppo cerebrale nei neonati pretermine – aggiunge Antonella Costantino, Past President SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano - intesa come possibilità di prevenire o mitigare gli eventi dismaturativi nell’arco dei primi mesi di vita, è fondamentale perché il cervello in questa precoce fase evolutiva ha una caratteristica determinante che è la sua plasticità. Il cervello è in grado, quindi, di modificare la propria struttura e funzione in base all’esperienza, attraverso meccanismi “epigenetici”, influenze ambientali che possono agire sul nostro DNA “accendendo” o “spegnendo” determinati geni capaci di influenzare lo sviluppo. L’ambiente agisce come un “farmaco” sl cervello del pretermine, tracciando in qualche modo le basi dello sviluppo futuro».
«Proprio questa neuroplasticità - conclude Elisa Fazzi - fa sì che le caratteristiche delle esperienze e delle relazioni precoci siano fondamentali per lo sviluppo cerebrale del neonato pretermine, così come la qualità delle cure neonatali e l'intervento precoce, mediato dalla relazione con i genitori e con la famiglia, primo e fisiologico ambiente in cui un neonato cresce».
I PROGRAMMI ABILITATIVI
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la SINPIA sottolinea anche l'importanza di supportare i bambini prematuri e le loro famiglie anche dopo le dimissioni dalla Terapia Intensiva Neonatale. Per questo promuove programmi di follow-up dedicati, nei quali il neuropsichiatra infantile collabora con il pediatra neonatologo. Tali programmi sono fondamentali per individuare precocemente i bambini a maggior rischio e avviare tempestivamente interventi abilitativi mirati. Inoltre, permettono di informare e sostenere i genitori e di monitorare il neurosviluppo dei bambini fino all’età scolare, un periodo in cui potrebbero emergere nuove problematiche del neurosviluppo.